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 2017  settembre 23 Sabato calendario

«Chi ha incastrato Peter Pan?»: dopo sette anni non cambia nulla

La prima scena è da Telefono azzurro. Mentre Paolo Bonolis inizia una delle sue sbrodolate («Benvenuti all’ennesima puntata di “Chi ha incastrato Peter Pan?”. Dico l’ennesima perché ho perso il conto. I bambini che incontrerete stasera hanno una caratteristica impressionante: sono bambini normalissimi. Sanno fare solo i bambini, che è un lavoro difficile…»), il neonato che tiene in braccio comincia a piangere spaventato.
E lui, incurante, lo passa a Luca Laurenti, come fosse un bambolotto di pezza (Canale 5, giovedì, ore 21.34). Dateci, dateci per favore un’idea nuova! Niente da fare. Più i conduttori sono pagati e più ripresentano idee vecchie, ben rodate, da usato sicuro. Pensate, questo programma ritorna dopo sette anni: verrebbe da dire (ma lo diciamo solo come battuta) che è uno dei tanti programmi di sfruttamento minorile.
Le solite candid camera, gli ospiti in studio (Gianni Morandi in promozione sceneggiato, Ambra Angiolini, fresca fidanzata di Max Allegri, e Gigio Donnarumma, fra gli ospiti quello che meglio risponde al target). Dopo sette anni, non cambia nulla. I marmocchi che fanno le domande (non ditemi che non c’è qualche imbeccata!), i genitori in sollucchero fra il pubblico, Laurenti travestito da gladiatore. Il fatto è che «Chi ha incastrato Peter Pan?», un programma prodotto da Endemol Shine Italy con la collaborazione di Arcobaleno Tre e di Sdl2005, soffre di bambinismo, che è quel comportamento puerile e ingenuo, da eterno bambino.
Di fronte ai tanti bambinismi della nostra società, Alberto Arbasino reagiva esortando a «passare a stro...te più impegnate, nella buona tradizione». Da un po’ di tempo in tv (e non solo: Gabbani, Rovazzi, Fedez…), un tacito bambinismo ha omologato sempre più bambini e adulti. Che poi, in termini linguistici e televisivi, significa semplicemente imitare la parlata infantile.