Corriere della Sera, 23 settembre 2017
Il cammino di Santiago
Riceve e stoppa con il sinistro, poi punta l’avversario e lo salta, sempre di sinistro, portandosi appresso la palla come se la tenesse legata a un cordino invisibile. A quel punto carica il piede – ancora il sinistro – e tira, mirando allo spiffero che si è appena aperto tra le gambe del portiere. Gol. Anche un campione del Barcellona ha rilanciato il video dell’ultima prodezza di Santiago Fretes, il piccolo argentino di Avellaneda cresciuto nel mito dell’ex interista Milito, che gioca meravigliosamente a calcio con un piede solo. Come tanti altri fuoriclasse è mancino, ma la sua è una scelta obbligata, dal momento che la natura non gli ha dato in dotazione altre gambe. Santiago non si lamenta, non prova invidia e non cova rancore. Da vero artista del bricolage, si aggiusta con quello che ha: una gamba, due stampelle e una testa sgombra da pregiudizi, persino verso se stesso, e innescata da un cuore che le assomiglia. Una sua foto fece il giro del mondo, l’anno scorso. Quando, per aiutare un amico a salire sul muretto di recinzione dello stadio, gli prestò una delle sue stampelle. Avendo soltanto due gambe, spiegò Santiago, quel bambino era meno fortunato di lui che ne ha tre.
In campo e nella vita, ci sono uomini che invecchiano con il sogno di segnare un gol capace di suscitare l’ammirazione e il rispetto dei contemporanei. A undici anni Santiago c’è già riuscito un paio di volte e continua a riuscirci ogni giorno, per il rispetto e l’ammirazione che sente di dovere a se stesso. Il suo piede ha ancora un lungo cammino da fare.