Libero, 24 settembre 2017
La depressione post-parto di lady Trump
«Ho sofferto di depressione dopo il parto. È stato un momento emotivo molto impegnativo. Mi sentivo come se non fossi all’altezza delle mie potenzialità di genitore». Così Ivanka Trump ha rivelato in un’intervista televisiva a “Dr. Oz Show”, programma dedicato alla medicina, di aver lottato contro la depressione post-partum dopo la nascita dei suoi figli, descrivendo il periodo puerperale come il più difficile vissuto dal punto di vista fisico e psicologico.
Mettere a nudo una personale e fisiologica fragilità, e condividerla con milioni di cittadini americani, rende onore alla figlia maggiore di Donald Trump, sua consigliera alla Casa Bianca, ma soprattutto punto di riferimento di migliaia di donne che la amano, la odiano, la ammirano o la invidiano, ma comunque la seguono e ascoltano le sue parole. Nessuno si aspettava una rivelazione del genere dalla bella, austera e perfetta first daughter, la quale, a 35 anni, dal marito Jared Kushner ha avuto tre figli, Arabella di 6 anni, Joseph di 3 e Theodore di 1, quest’ultimo nato nel mezzo delle primarie repubblicane, durante le quali Ivanka spesso ha seguito la campagna con il padre, portandolo con sé, appena una settimana dopo il parto, a una manifestazione a Long Island, nonostante accusasse il disagio psicologico suddescritto.
La depressione post-partum è una particolare forma di disturbo nervoso che colpisce molte donne a partire dal terzo giorno seguente la fine della gravidanza, e che può avere la durata di una o due settimane, manifestandosi in qualche caso come una depressione vera e propria, accompagnata a volte da forme diverse e più serie di psicosi. Oltre il 70% delle neomadri accusa sintomi leggeri di depressione, chiamata dagli psichiatri “baby blues” per la malinconia che caratterizza il fenomeno.
Si tratta di una reazione piuttosto comune, i cui sintomi includono crisi di pianto senza motivi apparenti, irritabilità, inquietudine e ansietà, che tendono a scomparire in pochi giorni. La causa della depressione post-parto è dovuta principalmente ai violenti cambiamenti ormonali che avvengono nella donna che ha appena partorito, in particolare al calo verticale e repentino del livello di estrogeni e di progesterone, con un’incidenza maggiore tra le donne molto sensibili, quelle che sono solite accusare forti fastidi in fase pre-mestruale. Gli altri fattori psicologici, quale il divenire madre, il timore per le imminenti responsabilità e per il proprio aspetto fisico, hanno un peso minore nell’insorgenza della depressione, la quale, se dovesse perdurare, richiede sovente l’intervento di uno specialista, per evitare che diventi una forma più seria di psicosi.
Gli ormoni, si sa, sono vitali, hanno un ruolo fondamentale e regolano migliaia di funzioni nel nostro organismo, e quando sono deficitari fanno sentire il loro calo patologico, provocando sintomi evidenti e clinicamente diagnosticabili con facilità. Durante la gravidanza, per sostenere lo sviluppo e la crescita del futuro neonato ed affrontare poi il travaglio della sua nascita, gli ormoni femminili della gestazione restano stabili al massimo livello, rendendo la donna, i suoi muscoli e il suo umore forti abbastanza in previsione del parto, il quale, una volta avvenuto, non necessita più del carico ormonale gestazionale, per cui tali molecole precipitano rapidamente dal circolo sanguigno, facendo avvertire il loro calo attraverso vari sintomi, senza scomparire del tutto, poiché ritornano ai valori normali e fisiologici. La depressione post-partum si avverte proprio in questi pochi giorni di riadattamento ormonale, e i disturbi dell’umore, l’instabilità emotiva e lo stato ansioso si risolvono parallelamente al riassetto degli estrogeni e del progesterone, che rientrano nei livelli fisiologici. La nota irritabilità femminile, per esempio, che compare in molte donne durante il periodo mestruale, è dovuta proprio a questi fattori, al lieve oscillamento degli ormoni durante il ciclo mensile, i quali, invece, dopo il parto subiscono una modulazione più rapida e poderosa, provocando i sintomi classici della depressione. In rari casi questi disturbi possono esacerbarsi fino a manifestare vere e proprie psicosi, soprattutto nei confronti del neonato, al punto che alcune madri ne sono infastidite, vivendo la sua presenza come un’intrusione, perdendo interesse per lui, fino ai casi limite di pensieri o atti omicidi nei suoi confronti. In genere però il disturbo dell’umore è lieve e transitorio, non implica conseguenze psicologiche a lungo termine, ha una rapida remissione spontanea. Il “baby blues” quindi è una condizione quasi fisiologica, molto frequente, ma che si risolve senza bisogno di terapie o aiuti particolari.
Ivanka Trump inizialmente era scettica a rivelare il suo disagio intimo e personale da una posizione così privilegiata, ma poi ha deciso di confessare questo suo malessere per essere d’aiuto a molte altre donne, a quelle lavoratrici che non riescono a conciliare il ruolo di madre con la carriera, soffocate dalle pressioni e dalle responsabilità. Ma soprattutto lo ha fatto per dimostrare di essere una giovane donna come tante altre, e che, nonostante la sua situazione eccezionale, economica, sociale e familiare, non è stata immune a questo disturbo psicologico solo da pochi anni venuto alla ribalta. Perché i soldi, si sa, sono utili e risolvono molti problemi, ma nemmeno un patrimonio di 741 milioni di dollari come quello dichiarato dalla bella Ivanka è in grado di mettere al riparo chi lo detiene dalle malattie, né evita il disagio della fisiologica e comune depressione post-partum.