la Repubblica, 24 settembre 2017
Di cosa si parla a Copenaghen. A lezione di Beyoncé
Il prof è un fan di Beyoncé. Trova che sia un modello di femminismo e di orgoglio afroamericano. Ne è talmente convinto da istituire, sulla signora Knowles-Carter, un corso universitario della durata dell’intero anno accademico. Accade all’università di Copenaghen, dove il musicologo Erik Steinskog, che da vent’anni insegna musica afroamericana e africana, con fama di professore serio e attento, ha deciso che la cantante meriti di diventare argomento di studio.
Iniziato il 7 settembre e programmato per una trentina di studenti, il corso ha avuto 75 iscritti. Secondo Steinskog, Beyoncé non sarebbe soltanto un prodotto del capitalismo, ma qualcuno che non ha mai tradito le sue radici, che parla per le donne e alle classi popolari «perché sa precisamente di che cosa sia fatta la loro vita». Il prof ha scelto Beyoncé perché la sua figura «permette di concentrarsi sul femminismo afroamericano che lei distilla nei suoi dischi, soprattutto negli ultimi due».
Il corso si concentrerà sulle apparizioni dal vivo della cantante e sui video, «attraverso una lettura analitica per condurre gli studenti sulle rive dell’afrofemminismo, tema poco studiato in Danimarca». Sperando che i ragazzi non siano anche estimatori di Chimamanda Ngozi Adichie, della quale Beyoncé ha cantato un brano dal discorso We should all be feminists. Ma la scrittrice nigeriana si era dissociata: «Il suo femminismo non è il mio. Dà troppo spazio al bisogno di avere un uomo accanto». Anche Jay-Z è servito.