la Repubblica, 24 settembre 2017
Sul palco sparisce l’ex direttorio. Ecco lo staff e i ministri del leader
RIMINI Basta confrontare la foto collettiva di ieri con quella di Palermo, soltanto un anno fa, per vedere in controluce avanzare la nuova squadra di Luigi Di Maio. E lasciare dietro tutto il resto. Il Movimento ha un capo politico, oltre che un candidato premier. E quel capo ha persone che gli sono state d’aiuto in questi anni, ma anche fedelissimi dell’ultima ora. Chi non ha più accanto, sono gli ex “fratelli” del direttorio: i loro volti – lì in mezzo – non ci sono più.
L’unico assente giustificato è Alessandro Di Battista, che sta per diventare padre e in diretta Facebook con Rimini ha detto: «Io ho fiducia in Luigi». Ha anche detto, però: «Io non sono un moderato e non lo sarò mai, il capitalismo finanziario è il primo nemico da abbattere». Un programma agli antipodi dell’immagine costruita dal vicepresidente della Camera nell’ultimo anno.
Così, il “guerriero” – copyright Beppe Grillo – si smarca e lascia che il “politico” faccia la sua parte. Dietro Di Maio c’erano ieri i deputati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro: luogotenenti nei comuni governati dal Movimento e soprattutto a Roma, hanno conquistato i posti più ambiti in scaletta – quelli che parlano subito prima del leader – scalzando facce ben più note. Poi la senatrice Nunzia Catalfo, con lui da sempre nella battaglia del reddito di cittadinanza. Giulia Grillo, in pole per il ministero della Salute. E la new entry Laura Castelli: un passato da deputata ortodossa, un presente da tesoriera, capogruppo in commissione Bilancio e soprattutto raccordo con il mondo dell’economia (suoi i contatti con le persone sondate per scrivere il programma economico e finanziario del Movimento 5 stelle: Giovanni Dosi della scuola Sant’Anna di Pisa; Mariana Mazzuccato, keynesiana dell’University College of London; Pasquale Tridico di Roma Tre). E ancora Danilo Toninelli, l’uomo delle riforme e delle fallite mediazioni sulla legge elettorale. E Stefano Buffagni, commercialista e consigliere regionale in Lombardia, ma soprattutto uomo di fiducia in un nord che, Di Maio sa, è tutto da conquistare. Era con lui a Cernobbio, nel suo debutto tra i potenti del Forum Ambrosetti. Con lui a tifare Ferrari al Gran Premio di Monza. Con lui a parlare di come strappare voti alla Lega: battendo su temi come sicurezza, immmigrazione, burocrazia, imprese.
Poi ci sono David Borrelli e Max Bugani, fedelissimi di Davide Casaleggio e ora – per osmosi di Di Maio: il patto con il gestore della piattaforma è saldissimo ed è quello che ha permesso la scalata definitiva. E ci sono figure che restano nell’ombra: Rocco Casalino è il capo della Comunicazione che ha coltivato le doti e le ambizioni di Di Maio, quasi a sconfinare nel ruolo di consigliere politico (saranno presto in viaggio insieme per «trattare con gli imperatori del Giappone», per dirla col Grillo di ieri). Silvia Virgulti è la fidanzata, e una delle voci più ascoltate, esperta di programmazione neurolinguistica. Da coach tv ad aspirante first lady.
Ma c’è, da un anno, soprattutto Vincenzo Spadafora, 43 anni di Afragola: un passato trasversale che lo ha portato da Alfonso Pecoraro Scanio a Francesco Rutelli passando per l’Unicef fino al ruolo di garante dell’infanzia. Ora con Di Maio come responsabile relazioni istituzionali: è lui che ha organizzato il viaggio americano e la lezione ad Harvard. È a lui che i rappresentanti di poteri più o meno forti chiedono presentazioni e lasciano bigliettini. Ha introdotto il vicepresidente della Camera tra un discreto numero di ambasciatori europei e imprenditori italiani. Lo ha portato ad avere rapporti privilegiati con imprese come l’Enel. E lo ha scortato a Venezia a parlare col mondo del cinema e della cultura: «Lino Banfi si è fermato per conoscerlo», raccontava qualche giorno dopo.
Infine, la rete dei grand commis avvicinata – e sedotta – da Di Maio e dal suo charme democristiano: Paolo De Ioanna, consigliere di Stato, già capo di gabinetto con Ciampi e Padoa Schioppa. O l’alto funzionario della Camera Vito Cozzoli, per presentare il cui libro il deputato grillino si è perfino seduto accanto a Gianni Letta e Maria Elena Boschi. Poi il sociologo Domenico De Masi, lo scienziato Guido Silvestri, il fisico Corrado Spinella, il pm Nino Di Matteo, ministro in pectore. È tra questi contatti che il candidato pescherà per formare quella squadra di governo «di cui essere orgogliosi» annunciata ieri.