Gazzetta dello Sport, 22 settembre 2017
Una nuova proposta di legge elettorale: d’accordo Pd. Lega, Alfano e Forza Italia

Forse avremo una legge elettorale nuova, se l’accordo annunciato ieri tra Pd, Forza Italia, Ap e Lega non sarà sciolto anzitempo, come accaduto con il patto della scorsa primavera in cui al posto di Forza Italia c’era il Movimento 5 stelle. Il quale, stavolta, è contrarissimo e giudica la proposta «incostituzionale» e concepita col solo scopo di fermare l’ascesa altrimenti inarrestabile degli uomini e delle donne di Beppe Grillo. Contrarissimi anche quelli di Mdp. Posizione non sorprendente: finora Bersani-D’Alema hanno bocciato tutte le idee elettorali messe in campo dal Pd.
• Entriamo nei dettagli della legge o ci interessa di più il dibattito politico?
Il dibattito politico lo liquidiamo abbastanza facilmente. Siccome la nuova proposta - che si chiama Rosatellum 2, dal nome del capogruppo dei deputati democratici Ettore Rosato - introduce le coalizioni, Berlusconi è d’accordo, Alfano pure e la Lega anche. Il M5s non intende sporcarsi in nessuna alleanza e quindi spara a zero. È chiaro che gli altri, mettendosi insieme, saranno più forti. Secondo punto che al Movimento 5 stelle non può andar bene: 231 seggi alla Camera e 102 seggi al Senato saranno assegnati col sistema maggioritario puro. Vale a dire: ogni lista o ogni coalizione presenta in questi collegi un solo candidato, e quello che prende più voti entra in Parlamento. Grillo sostiene, a ragione, che il M5s è un marchio molto forte, capace di attrarre molti voti in un sistema in cui non si votano le singole personalità, ma i partiti. Di gente da mandare in campo in una competizione tra nomi e cognomi, invece, il partito non è troppo ricco. Quindi, effettivamente, questa proposta, se passerà, lo danneggerà. D’altra parte si potrebbe obiettare: chi è causa del suo mal pianga se stesso. Sono stati i grillini, nel giugno scorso, a far saltare l’accordo sul Rosatellum numero 1. Ricorda come andò?
• Francamente no.
Bisognava esprimersi su un emendemanto della forzista Michela Biancofiore, che i quattro sottoscrittori dell’intesa di allora avevano deciso di bocciare, e che poi risultò approvato col voto segreto dei grillini. Come facciamo a saperlo? Perché per una manciata di secondi, a causa di un errore tecnico, il tabellone dove sono indicati i voti dei deputati invece di mostrare tutti pallini bianchi (voto segreto) mostrò i pallini rossi e verdi delle votazioni palesi. Nella zona dei deputati M5s, dove dovevano esserci tutti pallini rossi, c’erano invece una quantità esagerata di pallini verdi.
• Com’è fatta questa nuova proposta di legge elettorale?
Ho già detto che 231 seggi alla Camera e 102 al Senato saranno assegnati con un maggioritario secco. I seggi restanti saranno distribuiti con un sistema proporzionale puro, corretto solo da uno sbarramento a livello nazionale del 3% per le liste e del 10% per le coalizioni. Per ora non è chiaro che cosa accadrà ai partiti che non supereranno la soglia del 3% ma risulteranno alleati in una coalizione che invece ha superato la soglia del 10%. Saranno eliminati e i loro voti distribuiti in proporzione tra gli altri partner? Non è l’unica garbuglio di un sistema già parecchio complicato di suo e che certamente, in corso d’opera, subirà altre modifiche. Camera e Senato dovrebbero votarla a metà ottobre, cioè prima della discussione sulla legge di stabilità. Ma chissà.
• Dove potrebbe nascondersi la trappola capace di vanificare anche questo disegno di legge?
Gli analisti e quelli di Forza Italia dubitano soprattutto di Renzi, che è sempre stato contrario alle coalizioni. La possibilità di coalizzarsi risolve parecchi problemi a Salvini e a Berlusconi che non avranno bisogno di portare alle estreme conseguenze la loro battaglia per la leadership. Potranno correre insieme in un’alleanza di centro-destra e giocarsela casomai dopo il voto.
• Altri dettagli del Rosatellum 2?
Il paese sarà diviso due volte, una per i collegi uninominali e un’altra per i collegi plurinominali. La proporzione tra seggi assegnati col maggioritario uninominale e seggi assegnati col proporzionale plurinominale è di 36 a 64, cioè la nuova legge, discendente dal vecchio Mattarellum, è largamente proporzionale. Le liste da presentare nei collegi del proporzionale dovranno essere cortissime, minimo due, massimo quattro candidati, per la conquista di minimo tre massimo sei seggi. Questo nasconde un premio di maggioranza implicito, perché collegi piccoli e liste corte favoriscono i grandi partiti. Il sistema potrebbe davvero portare a una semplificazione delle presenze alla Camera e al Senato. Obbligo di non superare il 60% di candidati dello stesso genere sessuale né tra i capilista né tra i capilista dell’uninominale. Ci si potrà candidare in un collegio uninominale ed essere anche presenti in una lista del proporzionale. Ma in non più di tre collegi.