La Stampa, 21 settembre 2017
Anche Bubka nella rete dello scandalo. Un altro colpo alla credibilità del Cio
C’è un versamento con la firma di Sergey Bubka che sposta 45 mila dollari da un conto del vicepresidente dell’atletica mondiale, gloria dell’asta e mr record, a quello legato al meno noto, ma molto citato negli ultimi anni, Valentin Balakhnichev.
L’uomo in questione è l’ex capo della federazione russa e, sempre ex, tesoriere della Iaaf radiato con l’accusa di aver coperto il doping di stato. Il passaggio, svelato da Le Monde, risale a una data considerata sospetta perché in quei giorni il Cio votava per assegnare le Olimpiadi a Rio, decisione sotto ufficiale inchiesta su diversi fronti, tra cui la magistratura brasiliana e una commissioni etica appena creata. E oberata di lavoro.
Lo scandalo sale proprio con le stesso costante ritmo dei primati di Bubka: un nome alla volta invece che un centimetro a gara, ma pare che non ci sia limite. Prima lo stimato Fredericks, eterno secondo in pista, retrocesso alle ultime posizioni della stima dopo le recenti indagini, oggi Bubka. Sempre membri del Cio riconosciuti e importanti, parte di un’organizzazione che credeva di essersi data una ripulita nel 2002 e solo 15 anni dopo l’ultima vergogna si ritrova di nuovo ad annaspare nel marcio.
Il comitato olimpico perde credibilità, Bubka nega ogni cattiva intenzione ma non il versamento che sarebbe andato alla società del collega russo in cambio di una consulenza su un circuito di competizioni dedicate al salto con l’asta. Solo che non ci sono prove a riguardo, Bubka è sì il patrocinatore di Pole Vault stars, ma non si capisce che bisogno avesse di Balakhnichev e perché lo abbia pagato.
Per la verità è anche complicato definire il ruolo di Bubka in un’eventuale (e probabile) manovra per spostare i voti su Rio, ma i dati raccolti fino a qui disegnano un giro losco ben definito a cui Bubka purtroppo oggi si lega. Gli attori di questo raggiro internazionale sono sempre gli stessi: l’immancabile Balakhnichev e la famiglia Diack, padre, ex presidente Iaaf, e figlio, ex gestore dei diritti tv. E intanto un membro del Cio ha dovuto fare dietrofront all’aeroporto di Lima, sede dell’ultimo congresso, perché qualcuno lo ha avvertito che la polizia stava venendo a prenderlo e lo sceicco del Kuwait Al-Fahad Al-Sabah dovrebbe presiedere una riunione dei comitati olimpici a fine ottobre in Kosovo e tutti pensano che non si presenterà per lo stesso motivo. Sarebbe il Cio ma non evoca nessun ideale olimpico.