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 2017  settembre 21 Giovedì calendario

Omicidio stradale. A 6 mesi dalla legge meno morti e pirati

Calo dei pirati della strada, dei morti e dei feriti. Chi temeva un’impennata di reati con l’applicazione dell’omicidio stradale, previsto dalla legge 41/2016, è stato smentito dai fatti.
Nei primi sei mesi del 2017 la pirateria stradale è infatti diminuita dell’8,6 per cento (508 episodi contro i 556 dello stesso periodo dello scorso anno), la mortalità è scesa del 7,7 per cento (48 decessi contro 52, tra cui 23 pedoni e dieci ciclisti) e si è registrato il 15,1 per cento in meno di meno feriti (564 rispetto a 664). Le cifre, fornite dall’Osservatorio Asaps, l’Associazione sostenitori della polizia stradale, verranno presentati oggi a Rimini alle Giornate della Polizia locale.
Il nuovo reato di omicidio stradale comporta il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso più grave (bevuta «pesante» e droga). Prevede anche le lesioni stradali ed è declinato intorno a tre variabili: il mancato rispetto del codice della strada, l’uso di alcol e droga. Nell’ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando le norme stradali, la pena va da 2 a 7 anni. Ma la sanzione penale sale sensibilmente negli altri casi: chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe rischia da 8 a 12 anni di carcere.
I dati del report Asaps fotografano una diminuzione delle irregolarità, a partire proprio dalle fughe. E non è escluso che, al di là del timore di essere severamente puniti, abbia influito anche la questione culturale. Quella cioè che considera, anche da un punto di vista mediatico e dell’opinione pubblica, l’omicidio stradale come una grave macchia penale.
E il presidente dell’Associazione, Giordano Biserni, osserva che non sono avvenute «le fughe in massa dopo gli incidenti per evitare l’arresto e la revoca della patente per anni» prospettate dai critici della legge, perché «gli automobilisti cominciano a riflettere sulla non convenienza di simili azioni e sulle conseguenze che si farebbero ben più gravi». Ciò non toglie, tuttavia, che «le omissioni di soccorso siano sempre molte» e ancora «non sappiamo in modo chiaro se la nuova legge inciderà sensibilmente sulla sinistrosità e in particolare sulla mortalità stradale». Sono comunque in discesa del 31,9 per cento anche le ebbrezze accertate quasi immediatamente dopo la fuga e l’individuazione del pirata: sono stati individuati 32 positivi contro 47.
Il presidente Asaps Biserni sottolinea, inoltre, che «nei primi 15 mesi dall’entrata in vigore della legge 41/2016 gli arresti obbligatori fatti dalla Polstrada sono stati appena 32, quindi è facile calcolare che in 12 mesi, aggiungendo gli arresti fatti da carabinieri e polizia locale, poche decine, si arriverà intorno a 100-130, esattamente come aveva previsto l’Asaps alcuni mesi prima dell’approvazione della legge 41». Non resta che attendere. Il futuro dimostrerà se la tendenza ai numeri positivi, grazie alla nuova legge, verrà definitivamente confermata.