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 2017  settembre 19 Martedì calendario

L’insettaccio rosso che fa strage di palme

C’è un “punteruolo rosso” che attacca e uccide le palme italiane, da nord a sud. Un insetto che, per questo, stravolge addirittura la fisionomia di una città. Il “Rhynchophorus ferrugineus”, un coleottero meglio conosciuto appunto come “punteruolo rosso”, ha flagellato le palme in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Sardegna, Toscana, Abruzzo, Molise e Liguria. È uno dei numerosi insetti alieni provenienti da altri continenti che, a causa dell’intensificarsi degli scambi commerciali, sono arrivati in Italia, dove hanno trovato un habitat favorevole in seguito ai cambiamenti climatici. 
La situazione è particolarmente grave a Rapallo, sulla Riviera ligure di Levante, dov’è iniziata una corsa contro il tempo, forse troppo tardi. Sono infatti a rischio le 150 palme che abbelliscono il lungomare e il centro della cittadina. Prima verdi e rigogliose tanto da assomigliare a un’oasi del deserto, hanno adesso assunto la caratteristica forma a ombrello aperto e con foglie ingiallite. Il “punteruolo” le ha colonizzate, come sempre in modo subdolo e mortifero: buca il fusto e vi deposita grosse larve. E se in Papua Nuova Guinea rappresentano un cibo in grado di fornire il 30 per cento di sostanze proteiche giornaliere alle popolazioni indigene, in Liguria sono considerati insetti “nemici”, che come detto rischiano di cambiare la fisionomia del territorio. E dunque: arrendersi, alzando bandiera bianca e sostituendo a poco a poco le palme con altre piante, oppure continuare a provare a fronteggiare il temibile “punteruolo”?

Il Comune di Rapallo non è l’unico che si gioca l’ultima carta per la sopravvivenza della pianta simbolo della città. Perché anche la “Riviera delle Palme”, esattamente dall’altra parte della Liguria, da anni deve fare i conti proprio con il “Rhynchophorus ferrugineus”. La mappa delle zone colpite si è estesa al punto da modificare il paesaggio. Lungo l’Aurelia si possono notare le piante scapitozzate. Il fatto è che pressoché tutti i Comuni da Rapallo a Bordighera passando per Ceriale, Alassio, Albenga, Sanremo sono corsi ai ripari e tuttora combattono per limitare l’offensiva dell’insetto. Operazioni che però talvolta sono tardive. «A Imperia spiega l’assessore all’Arredo Urbano Maria Teresa Parodi si è sperimentato un trattamento biologico a base di nematodi, ma anche uno a base di estratti naturali. Alcune palme sono sopravvissute, altre no». 
Nel tentativo di trovare ulteriori metodi, i Comuni chiedono aiuto al Centro di competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale (Agroinnova) dell’Università di Torino. Attualmente non c’è una cura certa per salvaguardare il patrimonio di palme di cui va fiera la Liguria. 
Ma anche in altre regioni italiane la situazione è tutt’altro che rassicurante. Sono devastate dal punteruolo le palme di Alghero, in Sardegna. La commissione ambiente, a suo tempo, aveva ribadito all’amministrazione che da soli non sarebbe stata in grado di affrontare il problema e che forse si sarebbero dovuti concentrare gli sforzi solo su determinate aree invece di tentare un salvataggio totale. Da qualche mese ha cambiato rotta accelerando gli interventi sull’estirpazione delle palme malate così come consigliato dagli entomologi. Si cerca insomma di salvare il salvabile. A Grosseto, in Toscana, l’impegno del Comune nel contenimento del punteruolo rosso delle palme ha raggiunto risultati importanti: delle 270 piante pubbliche, monitorate e curate con trattamenti preventivi dall’Ente, sono state soltanto due quelle colpite dal pericoloso coleottero. Sono state sollecitate alcune tipologie di intervento: le piante di palme (Phoenix canariensi, Phoenix dactilyfera, Washingtonia Filifera etc.) ancora esenti dalla presenza del punteruolo rosso, dovranno essere sottoposte ad interventi endoterapici preventivi. Una disinfestazione per contrastare la diffusione del punteruolo killer è stata avviata anche dal Comune di Civitanova.

Il piano di prevenzione riguarda gli alberi del lungomare sud trattati con un insetticida completamente biologico, che non provoca alcun effetto nocivo né agli uomini né ad insetti o altri animali. Lo scorso anno il Comune aveva provveduto alla pulizia delle parti alte del fusto della palma, e successivamente allo sfoltimento delle foglie e all’inserimento del prodotto all’interno della pianta (l’intervento viene ripetuto dai giardinieri tre volte nei mesi estivi). Ma è sempre più evidente la necessità di arginare la contaminazione e diminuire il pericolo di possibili infestazioni adottando misure fitosanitarie atte a ridurre l’impatto economico ed ecologico sul patrimonio ambientale mondiale.