Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  settembre 20 Mercoledì calendario

Alzheimer, diagnosi anche senza sintomi

Vediamo una persona cara accanto a noi, ma non ci riconosce. A mala pena fa una smorfia quando ti avvicini e fai sentire il tuo odore. Oppure, sempre la stessa persona, tutte le sere ti chiede quando tornerà il marito morto ormai da oltre cinque anni. Se poi, lui o lei, ti sfuggono allo sguardo ed escono da soli puoi anche rischiare di non ritrovarli per un giorno, due giorni. Chissà.
Ma, il malato di Alzheimer, è anche colui che, improvvisamente, ti sembra presente, quasi lucido. Esclama un nome, ti dice che la minestra è salata mentre sta mangiando o che la televisione è troppo alta. Basta un attimo, però, e ti dice che deve sostenere un esame a scuola oppure che è meglio far presto perché c’è da prendere un treno. Mentre lo sguardo perso si appoggia su oggetti della casa che non riconosce più o finisce per parlare con la sua immagine riflessa nello specchio del bagno.
LE STIME
Chi è stato colpito dall’Alzheimer sta più o meno così. Non si sa per quanti anni. E, vicino al paziente, ci sono i parenti, le mogli, i mariti, i figli, i nipoti. Un esercito di persone a proteggere questo essere indifeso. In Italia, i malati superano di poco i seicentomila. Ma il numero, secondo stime internazionali, è destinato ad aumentare con l’allungamento dell’età. Oggi si parla di una nuova diagnosi ogni 3,2 secondi. Domani, 21 settembre, non a caso l’inizio dell’autunno, sarà la Giornata mondiale dedicata a questa malattia. Nella realtà, per chi ha un familiare come un amico che soffre di questo tipo di demenza senile (ma oggi arriva anche intorno ai cinquanta in alcuni casi), è ogni giorno la Giornata. Non te ne puoi mai dimenticare. Verbo maledetto quando si parla di Alzheimer.
La Giornata, comunque, un suo senso ce l’ha. Non solo nella ritualità degli incontri (per informazioni www.Alzheimer-aima.it oppure www.alzheimer.i) o delle cerimonie ma anche nel fare il punto sui traguardi scientifici raggiunti negli ultimi dodici mesi. Non esistono, infatti, vere cure contro questa degenerazione neurologica che strappa memoria e coscienza di chi sta male. I farmaci, al momento, possono solo rallentare la progressione. 
Alcune novità soprattutto sul fronte della diagnosi precoce. Con l’intelligenza artificiale oggi sembra essere possibile individuare l’Alzheimer dieci anni prima rispetto a quanto avviene attualmente. Come ha dimostrato uno studio dell’università di Bari che ha elaborato una tecnica basata sull’analisi delle risonanze al cervello. I ricercatori, guidati da Nicola Amoroso e Marianna La Rocca, hanno prima insegnato all’algoritmo a discernere tra cervelli sani e malati usando le immagini di 67 risonanze, 38 delle quali da persone con Alzheimer. L’algoritmo è stato poi messo alla prova su un’altra serie di 148 risonanze, di cui 52 da soggetti sani, 48 con Alzheimer e 48 con una lieve disabilità cognitiva evoluta in Alzheimer. L’intelligenza artificiale – scrivono gli autori – è riuscita a distinguere un cervello sano da uno con la malattia. Con l’accuratezza dell’86%.
GLI ESAMI
Nel giro di tre-quattro anni si potrebbe arrivare a disporre di un pacchetto di esami (test del sangue, esami neuroradiologici) con i quali arrivare a scoprire chi è a rischio o chi è già malato ma ancora non manifesta i sintomi. «È ormai sempre più chiaro – spiega Stefano Cappa professore di Neurologia allo Iuss di Pavia e Direttore scientifico dell’Ircss San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia – che sarà essenziale che la diagnosi precoce si basi su un gruppo di esami da combinare insieme piuttosto che su uno solo. Si pensa a più prelievi di sangue, test della retina e di altri tessuti e per le persone che hanno avuto uno o più casi in famiglia esami più complessi come la tomografia a emissione di positroni e invasivi come l’esame del liquido cerebro-rachidiano».
In occasione della Giornata Airalzh onlus presenterà i primi risultati delle ricerche ottenuti dal network di giovani scienziati che hanno lavorato in 25 centri di eccellenza grazie ad assegni di Coop: due polifenoli presenti nell’olio extravergine sono stati studiati per valutarne l’effetto come principi nutrienti in grado di contrastare la formazione delle molecole tossiche che si accumulano nel cervello e scatenano la malattia.