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 2017  settembre 19 Martedì calendario

Pillole miliardarie, ma come si decidono i prezzi?

Che trionfo! Un fiume di sperimentazioni: nuovi farmaci, nuove combinazioni di nuovi farmaci, cocktail di nuovi farmaci. L’oncologia medica coglie a piene mani i frutti della rivoluzione Dna. E si arricchisce di terapie innovative: circa 40 molecole rese disponibili dal Ssn ai malati italiani in cinque anni. Così finisce che spendiamo per i farmaci anticancro circa 4,5 miliardi l’anno. Ma non bastano, perché i frutti della rivoluzione costano cari. Così da due anni aggiungiamo un fondo speciale di 500 milioni, e l’Aiom (l’associazione italiana di oncologia medica) chiede che venga rinnovato (anzi, anche un po’ aumentato) nel 2018. Che altro possono fare gli oncologi? Se i farmaci ci sono non si possono negare ai malati: questo è un dogma, per loro come per noi. Ma... Su Jama Internal Medicine è apparsa un’analisi di Vinay Prasad (noto fustigatore degli eccessi della medicina) e Sham Mailankody dalle conclusioni sconcertanti: spendiamo troppo, le industrie caricano prezzi esagerati e non è vero che siano inevitabili a fronte degli investimenti fatti per la ricerca. I due studiosi smentiscono le stime fatte dal Tufts Center for the Study of Drug Development che stabiliscono in 2,56 miliardi di dollari il costo di ogni farmaco anticancro che arriva sul mercato. E, invece, stimano che sia al massimo di 793,6 milioni. Il loro metodo è contestato da Big Pharma innanzitutto perché non tiene conto delle decine di molecole studiate che non arrivano mai sul mercato. Ma, al di là delle cifre, il lavoro di Jama sottolinea l’assoluta opacità del meccanismo di formazione dei prezzi. Che in Italia sono molto più bassi che non negli Usa, ma sempre astronomici. Dunque, man mano che arrivano nuove molecole e i costi si gonfiano sarebbe bello che l’Agenzia del farmaco chiedesse trasparenza nei costi di R&S delle aziende, e fosse essa stessa trasparente nelle trattative. Capiamo la riservatezza, ma le cifre sono ormai troppo alte perché tecnici indipendenti e opinione pubblica siano tenuti all’oscuro dei criteri che le generano. Anche perché a fronte di fondi straordinari per i farmaci, non ci sono eguali sforzi per finanziare l’oncologia nel suo complesso. Prevenzione e diagnostica precoce (quella sì salvavita)in primis. L’Aiom chiede un Patto per l’oncologia. Speriamo che prenda corpo con una dotazione sufficiente, magari rinunciando al fondo speciale.