La Gazzetta dello Sport, 19 settembre 2017
Pellegri il grande è già sul trono. C’è un bomber dietro il bambino
I numeri, forse, non aiutano a migliorare, ma spesso sanno rappresentare la realtà nel modo migliore. E se tutto questo è vero il calcio italiano ha davvero trovato l’uomo in grado di rilanciare l’azzurro: Pietro Pellegri, il ragazzino genoano che riesce a trasformare i sogni in realtà, il predestinato. Già due anni e mezzo fa, nel marzo 2015, il presidente del Genoa Preziosi si era sbilanciato: «Noi – aveva detto – abbiamo il nuovo Messi, si chiama Pellegri e se non si monta la testa…». In quei giorni Pietro aveva appena compiuto 14 anni, non si era montato la testa e non l’ha fatto neppure dopo, anche se ha eguagliato il primato di Amadei per l’esordio più precoce in Serie A: 15 anni e 280 giorni, anche se ha segnato il suo primo gol in A a 16 anni due mesi e un giorno, alla sua prima partita da titolare, e anche se domenica sera ha firmato la sua prima doppietta in A a 16 anni e 184 giorni. Nessuno aveva mai fatto meglio, visto che il primato apparteneva a Piola (17 anni e 104 giorni).
CARATTERE Eppure, come detto, anche se sulla sua pelle stanno cominciando ad apparire tatuaggi in serie, sembra restare il ragazzino di sempre, capace di emozionarsi vedendo il padre, Marco, team manager del Genoa, con le lacrime agli occhi. Ieri si è concesso solo un giretto in centro con l’amico Palladino. Rispetto ai coetanei, semplicemente, non va a scuola. L’istruzione la riceve in lezioni private. In campo dimostra di essere umile e attento, imparando velocemente, come si è visto con la Lazio: entrambe le reti hanno mostrato movimenti che solo qualche mese fa non gli venivano naturali. Eppoi c’è il carattere, già forte. De Vrij ha provato a condizionarlo, ha fatto la voce grossa, senza risultati, poi un’entrata dura, inutile. Anzi, Pietro lo ha puntato, facendolo ammonire, poi lo ha messo in difficoltà, costringendolo al rinvio affannoso dal quale è nato il suo primo gol. Pellegri ha 16 anni, ma è alto un metro e novanta, corre veloce e non perdona, in 4 presenze e 131 minuti ha realizzato 3 gol, tirando in porta 3 volte. Capacità realizzativa cento per cento.
LEGGENDE Eppure, come si diceva, ha solo 16 anni. Il suo idolo Ibrahimovic a quell’età non aveva ancora fatto il suo esordio. Del resto non era riuscito neanche a due tipini svegli come Messi e Cristiano Ronaldo, ma neppure a Platini, Van Basten, Cruijff e Totti. Prima di compiere 17 anni avevano già esordito Rooney e Ronaldo, ma avevano già più dei sedici anni e mezzo attuali di Pietro. I numeri portano la sfida ancora più in alto. Per competere con i record di Pietro bisogna arrivare a due veri mostri sacri. Maradona ha esordito a 15 anni e 11 mesi e ha realizzato la sua prima doppietta a 16 anni e 15 giorni. Pelè, sui cui numeri storici non ci sono certezze, ha esordito a 15 anni e 10 mesi, a 16 anni però era già capocannoniere del torneo paulista e aveva già realizzato il suo primo gol in nazionale. Ma, in fondo, a Pietro – che per ora si accontenterà di giocare sotto età nell’U19 – potrà far piacere anche guardare dal basso, ma da vicino, due leggende simili.