La Stampa, 19 settembre 2017
Attività fisica e socializzazione così è possibile migliorare la vita
L’Alzheimer è una malattia che stravolge anche la vita di chi non ne è affetto. A dover fare i conti con questa patologia sono infatti anche i caregiver, coloro che si prendono cura dei malati. Molto spesso sono familiari che si trovano a dover gestire quotidianamente situazioni difficili che richiedono un oneroso dispendio di risorse economiche, fisiche e psicologiche. È un lavoro a tempo pieno, a cui il più delle volte si arriva impreparati. Eppure, ci sono piccoli suggerimenti che possono rendere la vita del malato e di chi se ne prende cura un po’ più semplice.
Indennità
Si stima che un paziente con malattia di Alzheimer comporti un costo medio annuo di circa 70 mila euro, quasi totalmente a carico della famiglia. In questa difficile condizione, una delle opportunità che hanno le famiglie è fare richiesta – nel caso di invalidità totale del malato – della cosiddetta indennità di accompagnamento, che consiste in un assegno mensile di poco superiore ai 500 euro e indipendente dal reddito.
Centri di assistenza
«Si può chiedere al proprio neurologo di essere indirizzati verso un centro specifico per i malati di Alzheimer», suggerisce Rita Angelini, una operatrice sanitaria specializzata, nonché autrice, insieme al giornalista Mario Masi, del libro «Io ci sono. Alzheimer senza paura». «Questi centri offrono assistenza ai malati e ai loro familiari – continua Angelini – fornendo loro informazioni utili sulla gestione della patologia».
Condivisione
Non isolarsi è importante per i malati ma anche per chi se ne prende cura. «Non bisogna vergognarsi di condividere con gli altri la propria esperienza e le proprie paure», dice Angelini. «È importante per il malato – continua – interagire il più possibile. E per il caregiver è molto utile ricevere anche un supporto psicologico».
Alimentazione
È fondamentale fare attenzione a cosa mangia, e a come mangia, il malato. «Si raccomanda, ad esempio, di evitare i grassi e privilegiare piatti ricchi di omega 3 come il pesce e, in base alla gravità della malattia, fare attenzione a tagliare gli alimenti in pezzi piccoli», consiglia Angelini.
Attività creative
Al malato vanno proposte attività che stimolino sia la mente che il corpo. «Da una semplice passeggiata alla pittura, dalla scrittura alla lettura, fino alla musicoterapia che si esegue nei centri specializzati» riferisce Angelini.
Comunicazione
Ci sono delle regole di comunicazione che è importante seguire. «Mai rimproverare il malato per qualcosa che non ricorda o per qualcosa che non sa fare», tuona Angelini. Ma al contempo non bisogna essere troppo condiscendenti. «Comportarsi con loro come si fa con i bambini può farli chiudere in sé stessi o renderli aggressivi», conclude l’esperta.