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 2017  settembre 17 Domenica calendario

La crisi ci fa belli. Centri estetici, spa, palestre, parrucchieri Negli ultimi anni aperte seimila nuove attività

Il trucco e parrucco non va in crisi. Le imprese di bellezza, infatti, sono tra le più floride dello Stivale e il loro fatturato, nonostante la recessione, continua a salire. A dirlo è un recente rapporto di Unioncamere: negli ultimi cinque anni spa, manicure e palestre tricolori sono cresciute del 4%, cioè di 6mila unità. E tanti saluti anche alle ristrettezze economiche di una (passata) austerità che magari non consentiva di arrivare a fine mese ma che, a conti fatti, non ha mai rinunciato ad avere le unghie curate. C’è il personal-trainer che scolpisce la tartaruga dei maschietti e l’hair-styler (non chiamatelo parrucchiere, per carità) che sistema il ciuffo ribelle delle signore: se si tratta di avere un fisico impeccabile e le basette regolate a puntino, gli italiani non hanno remore a mettere mano al portafoglio. Costi quel costi. 
Il giro d’affari del comparto benessere, solo tre anni fa, da Palermo a Sondrio valeva 10 milioni di euro. Ma adesso, con la corsa sempre più frenetica (e pure sul tapis roulant di turno) rischia una vera e propria impennata. Gli istituti di bellezza, dal 2012 a oggi, sono aumentati del 15%, i servizi di pedicure del 46 e i centri relax del 12. A farla da padrone, manco a dirlo, sono ancora barbieri e artisti del capello (in tutto il Paese le attività presenti sono la bellezza di 104mila), eppure tra truccatori, shampisti più o meno improvvisati, e guru del corpo perfetto non resta davvero che l’imbarazzo della scelta. Provare per credere. Smaltire la pancetta del dopo-ferie o ricorrere alla depilazione laser non è mai stato così semplice. 
Solo in Lombardia ci sono 26mila imprese registrate i cui scontrini, statistiche alla mano, superano di gran lunga la media dei colleghi che operano negli altri settori. E insomma niente: per qualcuno farà anche i salti mortali per far quadrare i conti a fine anno, ma la maggior parte di noi non lesina di certo su qualche spiccio per rendersi presentabile. Della serie: pancia (forse) vuota ma frangetta sempre in ordine. In Lazio le aziende in questione sono quasi 15mila e in Veneto superano le 13mila unità. Quello del fitness è un mercato che non conosce differenze territoriali. Al punto che, botteghe di “nail art” (quelle cioè che creano piccoli capolavori con lo smalto di grido) o strutture dedicate al wellness spuntano come funghi persino in provincia. Provate a passare per qualche piccolo borgo sperduto sulle Alpi o a ridosso del mare e, a fianco al panettiere, troverete un negozietto con articoli per la cura del viso. L’occhio, si sa, vuole la sua parte. 
In cinque anni a Padova le imprese del benessere sono cresciute del 2,6%; a Varese del 2,9 e a Matera del 3. I pisani, però, possono contare sull’11% di servizi in più, gli abitanti di Frosinone sul 10,3. Bologna, Bari, Cagliari, Cosenza e Latina seguono a ruota. Ché è sempre meglio avere il rimmel a portata di mano, non si sa mai quale piega possa prendere la giornata. L’area metropolitana più attenta ai servizi per la persona è però quella capitolina: qui, in un lustro, sono state aperte quasi mille nuove attività, ce n’erano già 10mila e per i romani la cyclette sembra proprio imprescindibile. Un po’ come a Milano, dove i clienti delle 8mila attività già disseminate all’ombra della Madonnina sgomitano per entrare a farsi una sauna o a sistemarsi le sopracciglia, e a Napoli che in cinque anni ha incrementato l’offerta della bellezza con 193 nuovi centri. Il mercato, insomma, tira: e gli esperti dell’eye-liner sono sempre più richiesti. 
Non c’è sardo che non frequenti un corso sportivo e non c’è piemontese che non ceda al richiamo della lampada addirittura in pieno inverno. Se poi lo stipendio è risicato e il lavoro scarseggia, amen. In un mondo sempre più votato all’immagine, l’apparenza conta. Eccome. Così finisce che unicamente in Basilicata, una delle regioni più piccole d’Italia con all’attivo poco più di 570mila abitanti, siano presenti la bellezza (appunto) di 1.331strutture specializzate, una ogni 428 residenti. La media parla da sola. Messe in piega, tagli alla moda e permanenti fanno il resto. È proprio così: la crisi ci fa belli.