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 2017  settembre 17 Domenica calendario

L’amaca

La tragedia della ragazza Noemi sta diventando un reality show proprio in senso tecnico, con i parenti della vittima e quelli del carnefice in onda per molte ore su molte reti, non più esseri umani nel dramma ma una compagnia di giro. Bisognerebbe retribuirli, possibile che nessuno si sia ancora inventato la professione di procuratore delle famiglie colpite da delitti o catastrofi naturali, esigendo che lo sfruttamento pubblico del loro lutto sia contrattualizzato? Se zio Michele, ai tempi, avesse avuto un Raiola al suo fianco, avrebbe guadagnato come un giocatore di serie A.
Al netto della morbosità e del precipizio qualitativo del giornalismo addetto (ne ha scritto ampiamente Francesco Merlo su questo giornale), spiace dover aggiungere che l’effetto più devastante, e anche il più inevitabile, è la quasi immediata dismissione del lutto, della compassione, del sentimento di condanna per un crimine così bestiale. Diventano tutti, nel giro di poche ore, degli zio Michele, personaggi di un serial noir e non più persone, pupazzetti di un gioco che non solamente è cinico, è pure noioso, inflazionata ripetizione di figuri che tartagliano scuse o sbraitano accuse, fino a che uno spegne la televisione perché quel delitto lo ha stufato e aspetta il prossimo.