La Stampa, 18 settembre 2017
Occhiali italiani, il boom permanente. Vitaloni (Anfao e Mido): «L’80% del fatturato deve essere export»
L’Anfao, che federa i produttori italiani di occhiali e di lenti, definisce (con un pizzico di disappunto) «normale» il 2016 in cui il fatturato di settore è aumentato soltanto del 2,2%. Immaginatevi: se il Pil italiano crescesse del 2,2% avremmo il governo che batte la grancassa dalla mattina alla sera. Ma quello degli occhiali è un mondo a parte, con un giro d’affari aumentato a due cifre ogni anno nel 2013, nel 2014 e nel 2015, e l’appetito vien mangiando, anche se un assestamento è fisiologico. Però Giovanni Vitaloni, torinese, 49 anni, che dell’Anfao è presidente, all’assestamento non si rassegna, e come prossima occasione di crescita delle vendite segnala la fiera di settore «DaTe» che si svolgerà alla Leopolda di Firenze dal 23 al 25 settembre.
Vitaloni sottolinea che molte aziende italiane degli occhiali traggono l’80% del giro d’affari dalle esportazioni, «e questo – aggiunge – vale anche per imprese medie o piccole, come la mia, la Nico-design di Torino (marchi Vanni e Derapage) che fattura solo 7 milioni all’anno ma non potrebbe vivere senza esportare in 40 Paesi». Pensare al mercato globale, dice Vitaloni, «è indispensabile per tutti, che si tratti di start-up o di giganti come Luxottica, Safilo, Marcolin, De Rigo», tutti associati all’Anfao.
Ma come si fa a imporsi sui mercati internazionali? Basta incidere il magico marchio «Made in Italy» sulle stanghette degli occhiali? Questo è, in effetti, il punto di partenza, ma poi serve anche molto di più. Ecco ad esempio la storia della Nico-design di Vitaloni.
Ha cominciato a fare occhiali nel 1987. Dal nulla? «Quasi. La mia famiglia aveva un’azienda di accessori per auto. Un nostro grande cliente americano voleva lanciare una linea di occhiali per piloti e ha chiesto a noi se volevamo pensarci». Ecco la magia del Made in Italy. Com’è andata? «Abbiamo provato a disegnare gli occhiali e sono piaciuti. Nel giro di sei mesi erano in vendita in 3 mila negozi negli Usa».
Per le aziende che non hanno clienti che le vengano a cercare già prima che i prodotti siano stati creati, sono fondamentali le fiere: «È lì che si fanno affari e si vendono le collezioni in tutto il mondo», dice Vitaloni. Lui presiede anche la Mido, la più grande esposizione planetaria del settore. E da qualche anno gli occhiali italiani vengono promossi pure in una fiera a Miami dove incontrano i compratori latino-americani. Scusi Vitaloni, come fa a guidare l’Anfao, la Mido e la Nico-design? «Lavoro 18 ore al giorno. Ma non è un sacrificio, ho tanta voglia di fare».