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 2017  settembre 15 Venerdì calendario

Una notte dei lunghi coltelli e i messaggi da liceale della Raggi

Sono a dir poco imbarazzanti i messaggi che si scambiavano la sindaca di Roma Virginia Raggi, il vice capo di gabinetto Raffaele Marra, il capo della segreteria Salvatore Romeo e il vicesindaco Daniele Frongia nella calda estate del 2016. 
La Repubblica ha pubblicato stralci significativi di questi messaggi trovati nel cellulare di Raffaele Marra sequestrato nell’ambito del procedimento penale a carico dell’immobiliarista Scarpellini, arrestato con l’accusa di corruzione, insieme allo stesso Marra, lo scorso dicembre. A parte lo sconcerto per i toni da liceali in gita, considerato che in quel momento i quattro rappresentavano il governo di una delle città più importanti del mondo, con bilanci in rosso stratosferici e problemi urgenti gravissimi per i cittadini, serie preoccupazioni insorgono dai maldestri contenuti di messaggi che dipingono scenari inquietanti nella gestione della Capitale e squarciano qualche velo su fatti di quell’estate rimasti fin qui poco comprensibili, come l’inspiegabile siluramento della capo di gabinetto della Raggi, la magistrata Carla Romana Raineri, già braccio destro del commissario succeduto al sindaco Marino, l’ex prefetto di Milano Tronca. L’imbarazzo coinvolge però anche altri soggetti di spessore, come il noto avvocato e cattedratico Pieremilio Sammarco, di cui emerge con evidenza ancorchè le trascrizioni che lo riguardano non siano state considerate, giustamente, penalmente rilevanti dal pm il ruolo di santo protettore di Raffaele Marra all’interno della giunta Raggi. 
PARERE URGENTE 
Un ruolo che l’importante civilista svolge con grande dedizione sia nei confronti della Raggi che dei vertici Cinquestelle, evidentemente preoccupati dal crescente potere di Marra all’interno del Campidoglio. Ma se da un lato è comprensibile l’ascendente di Sammarco sulla sua ex praticante di Studio un ascendente che sembra consentire all’avvocato persino di interferire sulla scelta degli assessori appare meno chiaro quale sia il motivo che induce questo apprezzato professionista del diritto a impegnarsi tanto attivamente in queste attività collaterali, al punto da fargli affermare, in un passaggio, la «centralità della posizione» di Marra in Campidoglio. 
Ciò che non ha più bisogno di approfondimenti ulteriori è invece l’ormai accertata volontà della sindaca e del suo raggio magico di far fuori la capo gabinetto Raineri in quella torrida estate romana. Il contenuto dei messaggi scambiati al proposito fra i soliti quattro è infatti inequivocabile. A fine agosto 2016 Marra, Romeo e Raggi chiedono a Raffaele Cantone, responsabile dell’autorità anti corruzione ormai dilagante in tutti i settori (l’autorità, non solo la corruzione) un parere urgente sulla nomina a capo di gabinetto della Raineri, senza che questa ne sappia niente. Anzi, il 30 di agosto la Raggi, con toni da pieno clima complottista, scrive: «Credo di aver visto la Raineri»; Marra risponde: «Si, è in ufficio»; Raggi: «ok grazie, dì a Salvatore ( Romeo, ndr) di lavorarci normalmente»; Marra: «Assolutamente, aspetta il parere». 
Come è noto (ne ho scritto anche io su questo giornale lo scorso 23 febbraio) il parere di Cantone arriva in un lampo, in meno di 24 ore, consegnato in via riservata (chissà poi perché riservata, considerata l’ufficialità e l’Autorità) nella Roma semi deserta del 31 agosto. Il parere individua a torto, come successivamente avrà modo di affermare la Corte dei Conti pochi mesi dopo una irregolarità formale nella nomina della Raineri. Nomina peraltro voluta ed effettuata dalla sindaca in totale autonomia. Sembra quasi che Marra se lo aspettasse proprio così quel parere, e infatti la notte stessa del 31 agosto c’è il via libera al siluramento della Raineri, convocata d’urgenza dalla Raggi in Campidoglio. La notte delle beffe, come emerge dalle trascrizioni dei messaggi scambiati fra i soliti quattro. 
«SEI BELLISSIMA» 
La Raineri, che nessuno si era peritato di informare anzi e tanto meno di coinvolgere in quella che sembrava una questione di forma (poi rilevatasi inesistente) e che non aveva ricevuto un cenno nemmeno dal collega magistrato, anch’egli in aspettativa, Raffaele Cantone, nonostante la rilevanza dei reciproci ruoli e l’importanza del parere emesso in fretta e furia dall’Anac, casca dalle nuvole. È quanto emerge dalle trascrizioni di quella sera, dove i soliti quattro commentano in tempo reale l’accaduto e si permettono persino di sbertucciare la Raineri per il suo sfogo: Frongia: «Qui uno spasso»; Marra digita un emoticon; Frongia: «Cantone non ha giurisdizione...», scrive, riportando in diretta la tesi della Raineri contro l’ingiusto parere. Marra: «Stai scherzando!». Alle ore 4,29 di quella notte dei coltelli la sindaca posta una sua foto e scrive «pigiama». Marra: «Sei bellissima». Frongia risponde con una foto dal Campidoglio, dove lui e Romeo ancora si trovano alle 5 del mattino, con i pollici alzati e con Salvarore Romeo steso su un divano. Raggi: «Forse è la fine di un incubo»; Marra: «Più che altro l’inizio di un sogno»; Romeo: «E l’inizio della resa dei conti. Complimenti a tutti». 
Al di là del discutibile clima da notte dopo gli esami, sembrerebbe proprio che i “complimenti” riguardino il buon fine dell’operazione Raineri che, nello stesso momento, rassegnava furiosa le proprie dimissioni per evitare almeno l’onta di una revoca, ancorché ingiusta. Forse male ha fatto la brava magistrata, ma del senno di poi son piene le fosse. Ciò che conta adesso, alla luce di quanto emerso dagli atti dell’indagine, è cercare una risposta a una domanda che si impone in tutta la sua semplicità: perché doveva essere fatta fuori la Raineri? 
Forse la risposta alla prossima puntata.