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 2017  settembre 15 Venerdì calendario

Nonprime, o il ritomo dei mutui ad alto rischio

La nuova versione dei mutui subprime si chiama nonprime, crediti immobiliari per chi non può ottenerli dalle banche. E a causa della prolungata politica di bassi tassi d’interesse vanno già a ruba, tanto che nel 2017 il volume totale dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 miliardi di dollari. Anche se è una piccola fetta del mercato dei mutui americani (1.600 miliardi di dollari), è una percentuale in rapido aumento. In America ci si interroga se i nonprime siano un bene o un male per l’economia. Sul banco dell’accusa troviamo economisti e investitori che temono la creazione di un’altra bolla immobiliare. Tra i promotori invece c’è gran parte della vecchia guardia dei subprime, ex banchieri che nell’ultimo decennio hanno messo su imprese private specializzate nella concessione di crediti immobiliari ad alto rischio: sostengono che la nuova legislazione introdotta dal Dodd-Frank Act nel 2010 impedisce che i nonprime degenerino nei vecchi sunprime. Ad esempio, chi concede il credito deve ritenerne un 5 per cento anche se lo rimpacchetta e lo rivende attraverso la cartolarizzazione; l’autocertificazione del reddito deve essere controllata e verificata dal creditore, e chi non lo fa o volutamente “sbaglia” il calcolo può essere denunciato; il prestito deve inoltre essere conforme alle regole relative alle capacità del debitore di poterlo ripagare. Inoltre, i nonpnme offrono l’acceso al credito a chi, pur essendo in grado di ripagarlo, non ha le qualifiche giuste nchieste da un sistema baccano rigido. Si pensi ai migranti, che non possono fornire una documentazione adeguata; a chi lavora in proprio e non percepisce un reddito stabile; a chi ha avuto in passato problemi e deve aspettare anni per poter avere una valutazione positiva riguardo alla capacità di ripagare i mutui. In ogni caso è ancora presto per emettere un verdetto positivo o negativo.