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 2017  settembre 16 Sabato calendario

Mazzette, pizzini T e soffiate: «Smettila di parlare col Babbo»

Le parole del pm di Modena Lucia Musti davanti alla prima commissione del Csm verranno valutate nel filone dell’inchiesta Consip che riguarda Giampaolo Scafarto, il maresciallo del Noe accusato di aver falsificato parti di un’informativa ma anche di aver inviato elementi dell’indagine a due suoi ex colleghi poi passati nei servizi segreti. Davanti ai togati, la Musti ha infatti raccontato che a settembre 2016 il maresciallo le avrebbe detto: “Scoppierà un casino, arriviamo a Renzi”. L’audizione è stata trasmessa alla Procura di Roma che valuterà se convocare la Musti. Intanto – tra chi parla di uno sfondo “inquietante e allarmante, ai limiti del colpo di Stato” – il lavoro dei pm continua. Perché se pure alcuni degli atti dell’inchiesta sono stati falsificati (lo stabilirà un eventuale processo), ci sono altri elementi sui quali si concentra la Procura di Roma: dalle presunte mazzette di Alfredo Romeo, ai pizzini e alle intercettazioni.
“30 mila a T.”, l’accordo Russo-Romeo
In uno dei filoni dell’inchiesta sono indagati per traffico di influenze Tiziano Renzi e il suo amico Carlo Russo. Finora ci sono conversazioni (soprattutto di Russo, ma i pm valutano se non si tratti di un millantato credito) e pizzini che tirano in ballo il padre dell’ex premier. Sull’utilizzabilità delle intercettazioni, pochi giorni fa, il Tribunale del Riesame –motivando la scelta di scarcerare Romeo – ha fatto una distinzione tra quelle captate con il trojan – un virus che installato in un cellulare lo trasforma in un registratore – e quelle con le cimici: “Va considerata – scrive il Riesame – pur all’esito di tale valutazione di inutilizzabilità (sul trojan, ndr), la tenuta del complessivo quadro indiziario che è in gran parte fondato sulle tradizionali intercettazioni ambientali (…) nel periodo 3 agosto-29 novembre 2016 nel corso del quale sono stati documentati 13 incontri Romeo-Gasparri”.
Proprio il 3 agosto entra in scena Russo, che fino a ottobre 2016 è stato intercettato 8 volte mentre parlava con Romeo. Secondo i carabinieri, Romeo avrebbe trattato con Russo il pagamento a Tiziano Renzi di una cifra in cambio della copertura politica sulle gare Consip e non solo. Il 14 settembre Romeo, davanti a Russo, scrive su un foglio, poi strappato e ritrovato nella spazzatura dal Noe: “30 mila euro al mese per T.”, che secondo i carabinieri è Tiziano, e “5 mila euro al bimestre per C.R.”, per gli investigatori Russo. Su tutti i pizzini c’è una perizia dei pm che ha stabilito l’autenticità della scrittura di Romeo.
Anche Tiziano Renzi per un periodo è stato intercettato. Il 2 marzo, il giorno prima del suo interrogatorio, riceve un telefonata (per i pm penalmente irrilevante) del figlio, pubblicata nel libro di Marco Lillo Di Padre in figlio (Paper First). Quella mattina Repubblica aveva pubblicato un’intervista all’ex tesoriere Pd della Campania, Alfredo Mazzei che diceva di aver saputo di un incontro Romeo-Tiziano Renzi. Su questo l’ex premier diceva al padre: “Tu devi dire la verità in quanto in passato la verità non l’hai detta a Luca e non farmi aggiungere altro. Devi dire se hai incontrato Romeo una o più volte e devi riferire tutto quello che vi siete detti”. Poi aggiungeva: “Andrai a processo, ci vorranno tre anni e io lascerò le primarie”.
Finisce nelle intercettazioni di Napoli, anche Roberto Bargilli, alias Billy (estraneo alle indagini) – l’autista del camper di Renzi per le primarie 2012 – quando il 7 dicembre 2016 chiama Russo e gli chiede di non contattare Tiziano Renzi: “(…) Scusami, ti telefonavo… (…) per conto di babbo… (…) Mi ha detto di dirti di non chiamarlo e non mandargli messaggi”.
Le ammissioni e la prima sentenza
Un altro filone di indagine riguarda la corruzione contestata a Romeo. Il dirigente Consip Marco Gasparri ha patteggiato una pena a un anno e 8 mesi di reclusione: ha ammesso di aver ricevuto dall’imprenditore 100 mila euro in tre anni. Secondo i pm, in cambio avrebbe fornito informazioni riservate sulle gare. Il processo a Romeo inizierà il 19 ottobre.
La fuga di notizie nei Carabinieri
Ad agosto invece è stata prorogata per altri sei mesi l’indagine a carico del ministro dello Sport Luca Lotti, del generale dell’Arma dei carabinieri Tullio del Sette e del generale della Legione Toscana Emanuele Saltalamacchia, accusati di rivelazione di segreto d’ufficio. A tirarli in ballo era stato l’ex ad di Consip, Luigi Marroni, durante un interrogatorio di dicembre, quando ha spiegato la rimozione delle microspie nel proprio ufficio.