La Stampa, 16 settembre 2017
Da 5 mila a 3 mila dollari, ascesa e declino del Bitcoin. Il crollo è avvenuto dopo che la Banca Popolare della Cina ha dichiarato illegale la compravendita della criptovaluta
Che fosse una bolla era una profezia diffusa. Non ci si aspettava però che la prova arrivasse così presto. La quotazione schizofrenica alimenta i cattivi pensieri: il Bitcoin ha perso in poche ore il 40 per cento del suo valore, 2.975 dollari rispetto al picco di 5000 dollari raggiunto solo qualche giorno fa, al termine di una scalata fuori controllo. Se la salita non aveva apparente ragioni razionali, il crollo si spiega benissimo: il giro di vite sulle transazioni della criptovaluta deciso dalla Banca Popolare della Cina che ha dichiarato illegali le transazioni ordinandone il blocco. Risultato: piattaforme di trading si affrettano a chiudere il business delle valute virtuali: ieri ViaBtc China, uno degli operatori sul mercato Bitcoin in Cina, ha annunciato che «bloccherà le attività di trading il 30 settembre». Una mossa che replica quella comunicata mercoledì da Btcc, fra i maggiori operatori nel segmento delle criptovalute. È la fine dei Bitcoin? A sentire l’ad di Jp Morgan Jamie Damon sì: «È una frode». Sentenza che per ora sembra definitiva.