la Repubblica, 16 settembre 2017
Controlli tempestivi e farmaci: al tumore si sopravvive di più
ROMA. Ogni giorno in Italia mille persone ricevono una diagnosi di tumore. Storie che oggi possono sempre più concludersi con una guarigione. Grazie a terapie personalizzate e a farmaci innovativi. E infatti complessivamente la sopravvivenza a 5 anni nelle donne raggiunge il 63%, migliore rispetto a quella degli uomini (54%). Un dato positivo in gran parte determinato dai programmi di screening, non efficienti in tutte le Regioni, che riescono a far affrontare in tempo alcuni tumori. Se le terapie per curare il cancro al seno sono tempestive per esempio – una donna ha l’87% di possibilità di salvarsi, mentre per gli uomini la percentuale è del 91% in caso di tumore alla prostata. E oggi oltre 3 milioni e trecentomila persone vivono dopo il referto, addirittura il 24% in più rispetto al 2010. I dati emergono dal censimento: “I numeri del cancro in Italia 2017”,nato dal lavoro dell’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom), dell’Associazione italiana registri Tumori (Airtum) e della Fondazione Aiom.
Secondo le stime del 2017, negli ultimi 12 mesi si sono ammalate tremila persone in più rispetto all’anno precedente: in tutto 369mila nuovi casi. Più gli uomini (192.000) che le donne (177.000). «L’incidenza è in calo fra gli uomini, con una diminuzione dell’1,8% per anno nel periodo 2003-2017, legata principalmente alla riduzione dei tumori del polmone e della prostata ed è stabile nelle donne, ma si deve fare di più per ridurre l’impatto di questa malattia, perché oltre il 40% dei casi è evitabile», spiega Carmine Pinto, presidente nazionale dell’Aiom. «Ormai è provato che il cancro è la patologia cronica che risente di più delle misure di prevenzione».
Riguarda le donne il dato più negativo del rapporto: in 10 anni, le diagnosi di tumore del polmone sono aumentate del 49%. E questo perché le donne fumano di più, mentre gli uomini smettono. Crescono, invece, in entrambi i sessi, i tumori di pancreas, tiroide e melanoma, mentre sono in calo le neoplasie allo stomaco e al colon-retto, grazie anche alla maggiore estensione dei programmi di screening.
Anche se le guarigioni sono aumentate, il cancro rappresenta comunque la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi) dopo le patologie cardio-circolatorie (37%). «La mortalità continua a diminuire come risultato di più fattori, come la prevenzione primaria, la diffusione degli screening e il miglioramento delle terapie», aggiunge Stefania Gori, presidente eletto Aiom. Fra i fattori di rischio, fumo, alcol, scorretta alimentazione, obesità e sedentarietà. Ma c’è anche l’inquinamento ambientale.
Si conferma, anche quest’anno, un’Italia a due velocità. «Al Nord ci si ammala di più rispetto al Sud, dove persistono fattori protettivi ma anche una minore esposizione a fattori cancerogeni, come, fumo, eccessivo consumo di carne e inquinamento ambientale», spiega Lucia Mangone, presidente Airtum. Ma al Sud si sopravvive di meno. «Gli screening oncologici sono ancora poco diffusi e non si è osservata la riduzione della mortalità e dell’incidenza dei tumori del seno, colon- retto e cervice uterina».
Resta quindi una priorità aderire alle campagne di screening e vaccinarsi per prevenire le infezioni croniche (da Helicobacter pylori, virus dell’epatite B e C e virus del papilloma umano, Hpv), responsabili dell’8,5% dei casi di cancro.