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 2017  settembre 16 Sabato calendario

Una lunga scia di attacchi: Londra vive in trincea come ai tempi bui dell’Ira


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA. Quello di ieri è stato il quinto attacco terroristico del 2017 in Gran Bretagna. È l’unico in cui non ci sono stati morti, soltanto 29 feriti: nei quattro precedenti hanno perso la vita 36 persone. Se si aggiunge che la polizia ha reso noto di avere sventato altri sei attentati dal gennaio scorso, il totale delle azioni di questo tipo, riuscite o in preparazione, sfiora la dozzina: la più intensa campagna di terrore in Inghilterra, sottolinea la Bbc, dal tempo dell’offensiva dell’Ira negli anni ’70, quando l’esercito clandestino nord-irlandese, determinato a ottenere l’indipendenza da Londra, metteva bombe nei pub, negli alberghi, nei parchi. Una nuova stagione di alta tensione, paura collettiva e stragi sanguinose.
Il paragone aiuta però a guardare la sfida odierna in una più ampia prospettiva. L’Ira aveva un’organizzazione para- militare con una catena di comando, ampie forze e notevoli risorse. I cinque attacchi di quest’anno, quattro dei quali in qualche modo collegabili all’islamismo dell’Isis, appaiono tuttavia opera di singoli individui o cellule ristrette, senza un coordinamento, con risorse limitate e scarsa esperienza. «L’ordigno esploso nella carrozza del metrò a Parsons Green ha chiaramente funzionato male ed era preparato in modo rudimentale, il che fa pensare all’azione di un terrorista isolato o di un gruppo di basso livello», osserva Raffaello Pantucci, direttore del dipartimento di studi sul terrorismo al Royal United Services Institute, la più antica think tank al mondo sui problemi della sicurezza.
Soltanto uno degli altri quattro attacchi di quest’anno ha avuto caratteristiche differenti: quello del 22 maggio alla Manchester Arena, in cui l’attentatore si fece esplodere durante il concerto della cantante pop Ariana Grande, causando la morte di 21 per lo più giovanissimi spettatori. In quel caso la bomba era potente, ma non ci fu bisogno di un timer. Inizialmente convinti che il kamikaze avesse vari complici, compreso un ipotetico “artificiere”, ora gli inquirenti ritengono che abbia agito da solo, sebbene altri fossero a conoscenza del suo piano. L’attacco sul Westminster Bridge, il 22 marzo, ha visto all’opera un uomo isolato, che prima ha guidato un’auto sul marciapiede del ponte, falciando una cinquantina di passanti, quindi ha assalito a coltellate un poliziotto di guardia all’ingresso del Parlamento, facendo quattro vittime, per poi essere ucciso dalla guardia del corpo di un ministro. Il 3 giugno, tra il London Bridgee il Borough Market, tre uomini hanno usato un pullmino e i coltelli in un attacco analogo, facendo otto morti prima di essere eliminati: ma anche in quella circostanza il livello di sofisticazione della minaccia era basso. Lo stesso vale per l’attacco alla moschea di Finsbury Park, il 19 giugno: allora a guidare un’auto sui fedeli islamici, ferendone otto, è stato un suprematista bianco, subito catturato e arrestato. Di bassa intensità anche almeno due degli altri sei tentativi di attacco fermati dalla polizia prima che provocassero danni: un uomo fermato con un coltello vicino al Parlamento da agenti che lo pedinavano, un altro arrestato davanti a Buckingham Palace con una spada. Dei rimanenti complotti, le forze anti-terrorismo non hanno fornito dettagli.
La campagna di terrore islamico moltiplica dunque gli attacchi, nel Regno Unito come in tutta Europa, ma questo paese è sopravvissuto al conflitto nord-irlandese, che nel 1972, il suo anno peggiore, provocò 368 morti e ne ha fatti in tutto più di 3 mila. Come del resto al terrorismo d’altro genere in altre epoche hanno sopravvissuto altri paesi, inclusa l’Italia, quando al tempo della strategia della tensione saltavano in aria treni, stazioni, banche e venivano assassinati leader politici, giudici e commissari. L’attentato di ieri nel metrò di Londra «poteva essere molto più grave», avverte Scotland Yard, ma il livello di allerta non è stato portato al grado più elevato e il sindaco Sadiq Khan esorta a «non lasciarsi spaventare».