Gazzetta dello Sport, 16 settembre 2017
Scattano i vitalizi per 608 parlamentari

• Non erano passati alla Camera due mesi fa? Li ha approvati anche il Senato?
No, il Senato non ha ancora cominciato ad occuparsene. È semplicemente successo che ieri 608 parlamentari alla prima legislatura hanno maturato il diritto a riscuotere questi vitalizi. Non si tratta di una pioggia d’oro: mille euro solo quando avranno compiuto 65 anni. Nonostante questo il Movimento 5 stelle ne ha fatto una questione, a Montecitorio c’è stata una conferenza stampa e, presenti i due big del partito - Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista -, l’onorevole Simone Valente ha lanciato un appello ai presidenti di Camera e Senato: «Questo è l’ultimo atto forte per dire che noi vogliamo rinunciare. E questa è la richiesta che stiamo facendo con un atto formale, applicare la legge Fornero anche ai parlamentari e avviare subito modifiche legislative per l’equità tra chi è nel Palazzo e chi è fuori. Questo è l’atto che sottoscriveremo a nome di tutto il gruppo parlamentare». Cioè, in questo momento, i grillini chiedono solo di far scattare il godimento dei mille euro a 67 invece che a 65 anni, applicando anche ai parlamentari le regole della Fornero. Ma se il Senato accettasse questo cambiamento, la legge dovrebbe tornare alla Camera e la fine della legislatura, in primavera, la toglierebbe di mezzo.
• Al Senato c’è la maggioranza per approvare la legge?
Sulla carta no. Alla Camera l’abolizione dei vitalizi è passata col voto favorevole di Pd, M5s, Lega e FdI. A Palazzo Madama i quattro partiti dispongono di 146 senatori, e per esser certi dell’approvazione ce ne vorrebbero 161. Ma anche se il disegno di legge venisse approvato una volta per tutte, potrebbe esserci un rifiuto di Mattarella a firmare, e casomai una bocciatura da parte della Corte costituzionale, che sarà di sicuro investita da una quantità di ricorsi. La tenuta costituzionale della legge è fortemente messa in forse dal fatto che si tratta di un provvedimento retroattivo, che andrebbe cioè ad incidere su pensioni già assegnate in base a normative precedenti e che sarebbero tagliate di un 40%. C’è un secondo punto molto delicato: la Corte boccerebbe la legge sui vitalizi - che prende il nome dall’onorevole Richetti - perché in qualche modo «irragionevole»: il passaggio dal sistema retributivo (vale l’ultimo stipendio) al sistema contributivo (valgono i contributi versati) imposto ai parlamentari non dovrebbe essere esteso, per un principio di uguaglianza, a tutti quelli che percepiscono un assegno con il sistema retributivo? Passasse questo principio, si dovrebbero rivedere 20 milioni di posizioni. Caos immane.
• Mi sarei aspettato che i cinquestelle fossero favorevoli a un’abolizione integrale per tutti di questi vitalizi.
Di Battista ha detto: «Se fai due legislature vai in pensione a 60 anni e non a 67 come gli altri». Ed è vero. Poi ha aggiunto: «Siamo di fronte a privilegi medievali che faremo saltare quando saremo al governo. I partiti sono animali politici morenti che arraffano quanto più possibile prima che arriviamo noi. Questa del vitalizio sarà la loro Armageddon. Sarà divertente quando saremo al governo e realizzeremo il reddito di cittadinanza trascinare, quei 17 miliardi che servono, dai loro privilegi alla gente che ne ha bisogno». Una frase un po’ oscura che significa questo: per distribuire ai cittadini il reddito di cittadinanza (un salario minimo garantito a tutti) ci vorranno 17 miliardi e noi li ricaveremo dai privilegi della casta. In realtà i vitalizi, se venissero aboliti completamente, farebbero risparmiare 215 milioni.
• Il vitalizio sarebbe la pensione, o una pensione?
No, il vitalizio è un’erogazione ai parlamentari che hanno concluso il mandato decisa nel 1954 e calcolata sul numero di anni passati in Parlamento e sull’età anagrafica, due parametri che sono stati variamente modificati nel corso dei decenni. Dopo il 1954, si riconobbe il diritto a un vitalizio, cioè a una rendita solo parzialmente legata ai contributi versati, anche agli eletti nel consigli regionali e ai membri italiani del Parlamento europeo. Sicché si sono dati casi di uomini politici che, oltre alla pensione, potevano incassare altre tre rendite. Una situazione di privilegio assoluto, contro cui ha fatto forte campagna il Movimento 5 stelle e che alla fine s’è concretizzato in questa proposta di legge Richetti, che li ha aboliti e ha fortemente decurtato quelli in essere. Renzi non voleva lasciare questo argomento in mano alla propaganda grillina.