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 2017  settembre 15 Venerdì calendario

APPUNTI VARI PER RIMINI WEEK NUMERO 12

Aeroporto Rimini, dopo conferma Ryanair prossimo obiettivo collegamenti con Roma, Monaco e Francoforte Attualità Rimini | 10:01 - 19 Settembre 2017 

Dopo il sodalizio con Ryanair, ora l’aeroporto di Miramare cerca collegamenti con Roma, Monaco e Francoforte. Lo rivela l’amministratore delegato di AiRiminum, Leonardo Corbucci, in una intervista al Corriere della Sera. Le finalità sono come sempre il turista russo e il mercato del Nord Europa. Le stime di Enac dicono che lo scalo riminese vale 1,7 milioni di passeggeri, considerandolo unico della Romagna. Corbucci lo considera un risultato alla portata, ha dichiarato al Corriere, e a tal proposito sta pensando a un piano industriale per unire le tre città. A ciò si aggiunge il nuovo legame con Ryanair che dalla prossima primavera darà vita a nuove rotte. Al momento le destinazioni della compagnia irlandese sono top secret, anche per evitare incursioni di scali concorrenti.


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Con Ryanair soffia il vento dell’Est: voli per Cracovia, Budapest e TallinnLe indiscrezioni sulle nuove rotte che la compagnia porterà a Rimini

di MANUEL SPADAZZI PER L’ANNUCIO si attende il mese di ottobre. Il prossimo mese Ryanair dovrebbe finalmente svelare quali saranno i nuovi voli del 2018 da Rimini, che sanciranno l’atteso ritorno della compagnia low cost al ‘Fellini’ dopo sei anni. E secondo le indiscrezioni che trapelano, non ci saranno né la Germania né la Gran Bretagna tra le nuove rotte operate da Rimini, come sembrava in un primo momento. Tre dovrebbero essere i voli operati dalla Ryanair al ‘Fellini’, e tutti portano a est. Le rotte scelte, secondo i ben informati, sono infatti Budapest, Cracovia e infine Tallinn. Nella scelta avrebbero influito fortemente le strategie di Ryanair, che non ha molto interesse nel portare a Rimini i collegamenti con il resto dell’Europa già attivi dall’aeroporto di Bologna. Airiminum, la società di gestione del ‘Fellini’, ha trattato a lungo con la compagnia per ottenere voli che possano favorire l’incoming turistico. Un ragionamento che vale soprattutto per Cracovia. Il mercato polacco, nella nostra provincia, è diventato da quest’anno il quarto per importanza nella provincia di Rimini, superando anche quello francese. Già quest’anno il ‘Fellini’ opera un volo settimanale (un charter) da Varsavia. Anche Tallinn, capitale dell’Estonia, e Budapest, rientrano in questo ragionamento: cercare di favorire lo sviluppo a Rimini dei mercati turistici emergenti. BISOGNERÀ attendere il mese di ottobre per avere le conferme. L’ultima parola spetta a Ryanair, che tornerà a Rimini dopo sei anni. L’addio nel 2012 era stato piuttosto turbolento: le difficoltà con Aeradria, e poi il lungo contenzioso seguito tra il curatore fallimentare della stessa Aeradria, Renato Santini, e il vettore irlandese. Alla fine Ryanair è stata costretta a saldare parte delle somme arretrate chieste dal curatore, e ha pagato 650mila euro. I rapporti con la compagnia si sono riallacciati con l’arrivo di Airiminum. La nuova società di gestione del ‘Fellini’ ha ha lavorato per mesi al ritorno di Ryanair prima di poterlo ufficializzare, nel luglio scorso. Anche Regione e Apt hanno fatto la loro parte, insieme ad Airiminum, affinché a Rimini potesse fare ritorno la compagnia low cost. SEMBRA risolta ormai pure l’annosa questione dei contributi di co-marketing per i voli. Proprio quei contributi concessi alla Ryanair ai tempi di Aeradria, vale la pena ricordarlo, sono oggetto di una delle imputazioni di cui devono rispondere il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e gli altri politici rinviati a giudizio nel processo per il fallimento di Aeradria. Ma il vento è cambiato: l’Europa e anche il ministero dei Trasporti hanno chiarito come i contributi pubblici concessi agli aeroporti siano consentiti. E dal 2018 la Regione è intenzionata a stanziare risorse (attraverso bandi pubblici) anche direttamente alle compagnie aeree, come contributo ai piani di comunicazione e di promozione. Una misura di cui potrebbe beneficiare anche la stessa Ryanair per le nuove rotte operate a Rimini.


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«Uscire da Uni.Rimini è un errore»

«È sbagliato uscire da Uni.Rimini». Il Pd chiede alla giunta e alla maggioranza di frenare sulla «scelta annunciata di dismettere la propria partecipazione in Uni.Rimini». Il ragionamento che fa il gruppo consigliare del Partito democratico «è principalmente di carattere politico. Riteniamo importante procedere ad una riflessione sul valore della presenza dell’Università di Bologna sul territorio provinciale riminese, sul suo sviluppo futuro e sull’enorme possibilità che sta dando oggi anche ai giovani riccionesi di non doversi trasferire dalla propria città per frequentare un corso universitario». Dunque, «la società Uni.Rimini è sicuramente strategica per mantenere sul territorio riminese la presenza e lo sviluppo del Campus dell’Università di Bologna nonché le importanti e positive ricadute che ciò comporta sia a livello occupazionale che di ricchezza e vivacità culturale. Per questo motivo chiediamo all’amministrazione comunale e alle forze di maggioranza di rivedere la decisione sulla dismissione delle quote di Uni.Rimini. La società rimane un interlocutore fondamentale per portare a Riccione alcuni corsi di studio legati alle scienze motorie e alle scienze infermieristiche mettendo a valore le eccellenze del territorio. Ricordiamo che il 10% dei ragazzi iscritti all’università di Rimini sono riccionesi».


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• Di Maio verso l’investitura, Fico medita l’addio.
di Elena G. Polidori 

Gli iscritti al Movimento 5 stelle cominceranno a votare oggi per la scelta del candidato premier, anche se il risultato – che verrà ufficializzato sabato a Rimini, nel corso di ‘Italia a 5 stelle’ – è assolutamente scontato. Luigi Di Maio sarà incoronato candidato premier ma, soprattutto, capo politico del Movimento. Un’elezione in discesa, visto che con Di Maio si è schierata la maggioranza del Movimento e i vertici (Grillo e Casaleggio) hanno voluto blindare la sua futura leadership.  Da domenica, insomma, Di Maio avrà anche il potere di sanzionare chiunque attentasse al suo ruolo e l’ultima parola su una questione che agita, in queste ore, persino le fila dei 5 stelle più fedeli: le candidature alle prossime elezioni politiche. «Avremo un candidato premier che presenterà un programma condiviso dalla rete – spiega Alfonso Bonafede, un deputato dall’ascesa fulminante nella ‘stanza dei bottoni’ della Casaleggio Associati –, avremo una squadra di ministri che i cittadini conosceranno prima delle elezioni e credo sia la prima volta che accade nella storia. Stiamo facendo il massimo per dare davvero nuovo vigore alla democrazia in questo Paese». Peccato che , invece, la realtà racconti oggi di un Movimento dilaniato al suo interno sulla questione del ruolo politico conferito a Di Maio che i suoi «compagni di strada» faticano a riconoscergli. Per i vertici stellati, il conferimento del potere a Di Maio era necessario per lasciare Grillo libero da incarichi «pesanti» in una campagna elettorale che si annuncia senza esclusione di colpi. E dove il «veleno» può sgorgare soprattutto dall’interno. E «potere a Di Maio», per Grillo, significa anche invitare chi non si riconosce nel nuovo corso a lasciare il campo.  L’INVESTITURA di Di Maio, dunque, potrebbe essere il preludio a nuovi addii eccellenti, anche perchè in campagna elettorale non verranno tollerate critiche. E questo è un abito troppo stretto da indossare per Roberto Fico, il leader dell’ala ortodossa che parlerà dal palco a Rimini dopo giorni di silenzio. Ma non sarà uno sfogo, il suo, dicono. Parlerà «solo della piattaforma Rousseau» di cui a Rimini è previsto un vistoso lancio «commerciale». D’altra parte, il mancato chiarimento con Grillo ha messo in evidenza il suo isolamento, al punto che qualcuno arriva a ipotizzare una sua mancata ricandidatura al Parlamento per segnare la differenza con le ambizioni di Di Maio e costruirsi un futuro (in primis a Napoli e in Campania, puntando a Palazzo San Giacomo, per il dopo Luigi de Magistris). La sensazione, interpellando soprattutto il mondo degli attivisti stellati campani, è che i giochi, su di lui, fossero chiusi da molto tempo. Anzi, in tanti sul territorio si sono messi in condizione di dare una mano «a Luigi» per coronare il sogno di arrivare al governo dell’Italia, ma non a seguire «Roberto» nella sua guerra di duro e puro. C’è di più. Grillo e Casaleggio vogliono truppe fresche nel nuovo Parlamento, «soldati» pronti ad obbedire senza porsi troppe domane. Il ricambio sarà quindi robusto e molti di quelli che oggi sono considerati «maggiorenti» del Movimento potrebbero ritrovarsi senza scranno perché considerati, anche solo potenzialmente, dei «rompiscatole».

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Per Rimini un weekend a 5 stelle I grillini piantano le tende in fieraCorsa negli hotel per la convention, ma «tanti andranno nei camping»

MAI come stavolta Rimini, dove il ‘grillismo’ affonda le radici più profonde, si deciderà il destino del Movimento 5 stelle. E non solo perché alla fiera di Rimini, che ospita da domani a domenica la convention nazionale Italia 5 stelle, Luigi Di Maio farò il primo discorso da candidato premier (oggi parte il voto on line). I tre giorni riminesi serviranno anche a ricucire gli strappi - sempre che si possano ricucire... - con Roberto Fico e gli altri esponenti del M5s in rotta con Grillo. Fico dovrebbe essere tra i presenti, a Rimini. Il blog del Movimento lo inserisce tra i relatori di ‘Villaggio Rosseau’, lo spazio dedicato agli approfondimenti. E’ atteso per sabato, quando parleranno anche Alessandro Di Battista e Paola Taverna. Sarà a Rimini già da sabato anche il primo citadino di Torino, Chiara Appendino, mentre non è sicura la presenza della Raggi. Gli altri ‘big’ del partito non mancheranno. A cominciare dal leader, Beppe Grillo. «BEPPE sarà con noi durante tutti e tre i giorni della manifestazione – assicura Max Bugani, capogruppo a Bologna e suo braccio destro in regione – e avrà come sempre libero accesso al palco». Nel frattempo il Movimento ha lanciato, attraverso il blog, un nuovo invito per reclutare altri volontari per Italia 5 stelle. Ma tante adesioni sono già arrivate. «Abbiamo centinaia di volontari che hanno messo a disposizione per la manifestazione il loro tempo e le loro professionalità», assicura l’europarlamentare David Borrelli, organizzatore della manifestazione. Convinto che l’affluenza a Italia 5 Stelle sarà molto alta. Anche perché «ogni giorno aumentano le prenotazioni negli hotel di chi parteciperà all’evento aumentano. Arriveranno tanti gruppi organizzati con bus da tutta Italia. E non mancheranno i camperisti, a cui abbiamo dedicato aree apposite. A oggi non sappiamo in quanti arriveranno a Rimini per Italia 5 stelle, ma sarà una partecipazione importante. Anche perché sabato proclameremo il nostro candidato premier», che risponderà poi alle domande di attivisti e giornalisti nella giornata di domenica. ANCHE il budget della manifestazione non preoccupa più. «Fino a martedì sera – conferma Bugani – avevamo ricevuto 332mila euro da 4.599 donatori, a cui si aggiungono 120mila euro di fondo cassa. Abbiamo ricevuto più di 100mila euro di piccole donazioni soltanto nell’ultima settimana. Ci teniamo a rispondere a chi si è spinto a farci i conti in tasca che anno dopo anno le attività sui territori del M5s aumentano e con loro aumenta il sostegno economico di attivisti, portavoce e cittadini. Questo è un regalo e una dimostrazione di affetto incredibile». Manuel Spadazzi


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• Bonaccini, una mano ai poveri. Via al reddito di solidarietà. Scatta domani la misura in aiuto delle famiglie indigenti. Da 80 a 400 euro per chi ha redditi inferiori a 3mila euro

di Andrea Ropa

BOLOGNA Ossigeno in arrivo per 20mila famiglie emiliano romagnole che vivono in condizioni di estrema povertà. Partirà ufficialmente domani il nuovo reddito di solidarietà (Res) della Regione Emilia Romagna, che ha deciso di contrastare la povertà dando un supporto concreto a nuclei composti da giovani coppie con tre o più figli a carico, single, anziani con bassissimo reddito. Denaro, ma non solo: il contributo economico verrà infatti accompagnato da progetti di attivazione sociale e di inserimento lavorativo che puntano a immettere le persone assistite nelle reti produttive ridisegnando il loro futuro. Il meccanismo del Res – per cui la giunta regionale ha stanziato 35 milioni, che si aggiungono ai 37 milioni assegnati dallo Stato all’Emilia Romagna per il Sostegno all’inclusione attiva (Sia) – prevede l’erogazione da un minimo di 80 euro al mese per le famiglie con una sola persona a un massimo di 400 euro per quelle con 5 o più membri, attraverso l’accredito bimestrale su una Carta acquisti prepagata.

LA MISURA dura 12 mesi, superati i quali può essere rinnovata a distanza di almeno 6 mesi. A richiedere il reddito di solidarietà possono essere le famiglie indigenti con un reddito inferiore 3mila euro, che abbiano almeno un membro residente in regione da due anni e non percepiscano altri sostegni sociali. Contemporaneamente, i richiedenti dovranno aderire a un progetto personalizzato di attivazione sociale e inserimento lavorativo. Un percorso obbligatorio, da seguire per ottenere e mantenere il contributo economico. Nel caso in cui non venga sottoscritto il patto o non vengano rispettati gli obblighi previsti dal progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, infatti, si decade dal beneficio.

«IL REDDITO di solidarietà non è solo un paracadute, ma un ponte. Una medaglia che l’Emilia Romagna si può appuntare al petto» ha commentato il premier Paolo Gentiloni, intervenendo ieri alla firma dell’Accordo di programma fra la presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione e la Città Metropolitana di Bologna, che prevede un piano di interventi da quasi un miliardo di euro per lo sviluppo economico e la coesione sociale e territoriale dell’Emilia Romagna. Il patto riguarda infrastrutture, messa in sicurezza del territorio, ambiente, alloggi pubblici, edilizia scolastica e impiantistica sportiva, valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.



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Alzheimer, i dati del Titano e gli eventi di raccolta fondi

ANCHE San Marino aderisce alla Giornata dell’Alzheimer, che si celebra oggi, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sul Titano dall’inizio di quest’anno opera l’Asspic, Associazione sammarinese a sostegno delle patologie dell’invecchiamento cerebrale, con la missione di affiancare l’Istituto della sicurezza sociale nell’organizzazione di attività dedicate a pazienti e familiari. I dati sammarinesi derivano da un registro demenze che l’Unità operativa dell’Ospedale di Stato ha iniziato a compilare nel gennaio 2016. Da allora sono stati registrati 203 pazienti che sottoposti a valutazione neuropsicologica hanno costituito il risultato di 75 demenze e 128 Mci (decadimento cognitivo lieve). Nei primi mesi di attività l’associazione ha già risposto alle esigenze di 15 famiglie con pazienti affetti da demenza, anche con la creazione di un gruppo di sostegno. Inoltre per promuovere il lavoro dell’Asspic è nato l’Istituto della memoria, che ha organizzato la mostra ‘Little Tony, Il Titano del Rock’ e l’esposizione dei quadri del chitarrista Johnny Charlton. Musica e arte unite per sollecitare i ricordi, principale bersaglio dell’Alzheimer. Non a caso è stato scelto il 21 settembre per l’inaugurazione della mostra dedicata a Little Tony che da San Marino si è spostata sul Lago di Garda, nel Palazzo Municipale di Salò dove rimarrà fino all’8 ottobre. A tagliare il nastro saranno il sindaco di Salò Gianpiero Cipani con il Segretario di Stato Marco Podeschi. Il ricavato dell’ingresso alla mostra sarà destinato all’Asspic.


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• Avvocati, la Cassazione annulla le elezioni del Consiglio dell’Ordine. Rimini dovrà tornare al voto come succede in tante altre parti d’Italia - 

LE SEZIONI unite civili della Corte di Cassazione hanno annullato tutti gli atti relativi al procedimento per l’elezione dei componenti del consiglio dell’ordine degli avvocati di Rimini, così come quelli di tanti altri ordini italiani. La ragione è presto detta, come spiega il presidente dell’Ordine riminese, Giovanna Ollà: «Il Decreto Ministeriale n. 170/2014, avente ad oggetto le modalità di elezione dei componenti dei Consigli degli Ordini Circondariali Forensi, a seguito di impugnazione da parte della Associazione Nazionale Forense (Anf) è stato definitivamente annullato con decisione del Consiglio di Stato. L’avvocato Aldo Grassi, nel febbraio 2015, ha proposto ricorso avanti al Consiglio Nazionale Forense contestando il risultato elettorale relativo alle elezioni svoltesi presso il Coa di Rimini, argomentando attraverso le stesse motivazioni giuridiche del ricorso principale proposto dalla Associazione Nazionale Forense – prosegue il presidente –. Il Consiglio Nazionale Forense ha rigettato il ricorso di Grassi che interponeva, unitamente ai ricorrenti di altri 30 ordini forensi, ulteriore gravame avanti alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte, con sentenza depositata in data di ieri (lunedì, per chi legge) ha invece accolto le rispettive impugnative annullando le elezioni forensi degli Ordini. Il Consiglio dell’Ordine – chiarisce l’avvocato Ollà – nel rispetto delle indicazioni del Ministero, ha dato piena attuazione a quanto previsto dagli artt. 7 e 9 del Regolamento ministeriale medesimo cui il provvedimento del Tar Lazio del 14 gennaio 2015 aveva inizialmente riconosciuto legittimità. Pertanto il nostro Consiglio ha ultimato le operazioni di voto con la formale proclamazione degli eletti, quando il Regolamento elettorale era ancora valido». 

UNA VICENDA complessa che il presidente cerca ulteriormente di precisare: «A seguito dell’annullamento del Regolamento elettorale da parte del Consiglio di Stato nel marzo dell’anno 2016, si è dovuto attendere oltre un anno perché il vuoto legislativo della legge regolatrice delle elezioni degli Ordini Forensi venisse colmato, con l’impossibilità di procedere al rinnovo delle operazioni di voto». Naturalmente a seguito dell’annullamento delle elezioni il Consiglio dell’Ordine provvederà a indire nuove elezioni e la durata in carica dei consiglieri che risulteranno eletti sarà limitata all’esaurimento del mandato interrotto, quindi fino al 31.12.2018. Fino allo svolgimento delle nuove elezioni, precisa il presidente, l’attività del Consiglio proseguirà per l’ordinaria amministrazione e per le comunicazioni agli iscritti.



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• Cicchetti, la sfida impossibile «Mi candido a premier»
Vincenzo va alla guerra... Dal consiglio comunale di Riccione al sogno di Palazzo Chigi. C’è anche Vincenzo Cicchetti tra gli 8 aspiranti candidati premier del Movimento 5 stelle. Praticamente già scritta la vittoria di Luigi De Maio, anche se c’è un altro parlamentare tra i candidati, la senatrice Elena Fattori (che è nata fra l’altro a Rimini). «Ho deciso di candidarmi contro Grillo e il Movimento, perché l’incoronazione di Di Maio – attacca Cicchetti, già consigliere e candidato sindaco per i pentastellati a Riccione – è uno schiaffo al paese e ai nostri giovani. Di Maio ci è stato imposto soltanto perché giovane e telegenico, ma non possiamo presentarci con uno che non è nemmeno laureato». La sua candidatura è arrivata a sorpresa, suscitando tanti commenti e reazioni anche ironici fra gli attivisti del Movimento 5 stelle riminese. L’ex consigliere comunale è uscito di scena a febbraio, dopo la caduta della prima amministrazione della Tosi. E’ in rotta con una parte del M5s riccionese, e questa candidatura è la sua ultima forma di protesta contro quel M5s in cui non si riconosce più. «Chi è iscritto al sito di Grillo non può uscire, e ne ho approfittato allora per dimostrare che almeno qualcuno che si candida in democrazia c’è».
La candidatura di Vincenzo Cicchetti ‘anima’ ancora di più la vigilia di Italia 5 stelle, l’annuale convention dei pentastellati che si terrà alla fiera di Rimini da venerdì a domenica. Il candidato premier si presenterà al pubblico sabato, e a meno di improbabili colpi di scena sarà Di Maio a salire sul palco. I ‘grillini’ temono la pioggia più di ogni altra cosa, visto che tutta la manifestazione si svolgerà all’esterno. Nel frattempo Grillo ha annunciato gli spettacoli e gli incontri della tre giorni. Fra gli ospiti ci sarà anche il giornalista e conduttore Gianluigi Paragone (La gabbia): sarà protagonista dello spettacolo Gangbank nel giorno inaugurale di venerdì. Insieme a lui, lo stesso giorno, si esibiranno anche Giovanni Baglioni, Luca Maggiore, Moreno Lombardi e altri. Il 23 altri ospiti e deejay calcheranno il palco di Italia 5 stelle, così come nella giornata del 24 quando è atteso anche il discorso finale di Beppe Grillo.
Andrea Oliva, Manuel Spadazzi 

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I candidati M5s: chi è Vincenzo Cicchetti

(Rimini) "Se fossi eletto premier? Per prima cosa chiederei lezioni private alla Merkel per imparare come si fa a fare il premier, e come seconda mi contornerei di persone che sappiano fare il premier, perché io non ne sono capace". Risposta spiazzante quella del candidato alle primarie M5s Vincenzo Cicchetti che intervistato a Un giorno da Pecora su Rai Radio1, tra il serio e il faceto dice inoltre che sua moglie gli ha già detto che non lo voterà: "Voleva votare per Di Battista, ora ha detto che sceglierà il più bello tra i candidati...".

Ma se non si sente capace di fare il Presidente del Consiglio, perché si è candidato? "Nella vita bisogna provare tutto", ha risposto Cicchetti, ex consigliere comunale a Riccione, imprenditore informatico 61enne, sposato, con un figlio. Cicchetti? Un "personaggio spigoloso nel senso romagnolo del termine" e amante dei numeri, cifra prioritaria del suo "essere politico", comunque una "persona simpatica, capace e apprezzabile", lo descrivono due esponenti della politica romagnola che lo hanno incrociato sul terreno locale: il sindaco pentastellato di Cattolica, Mariano Gennari e il presidente del consiglio comunale di Riccione, Gabriele Galassi, alfiere di ’Noi riccionesi’.

"L’ho conosciuto all’interno del Movimento, agli incontri del meet-up a Rimini quando ancora non c’era il meet-up a Cattolica - racconta il primo cittadino cattolichino -: è una persona con cui ho sempre parlato e mi sono confrontato volentieri. Cicchetti - argomenta Gennari - è una persona simpatica, capace e apprezzabile. E’ nativo di Cattolica, poi si è sposato ed è andato a Riccione. Ha militato nell’Idv, è stato candidato a sindaco di Riccione: ci siamo parlati diverse volte quando c’è stata la mia candidatura a sindaco di Cattolica. Poi - conclude Gennari - è entrato un po’ in polemica, quando il meet-up ha scelto Andrea Delbianco come candidato sindaco alle ultime elezioni riccionesi: forse si è un po’ risentito".

Visto da Riccione, Cicchetti - uno dei sette pronti a sfidare Luigi Di Maio nella corsa a candidato premier - appare come "un personaggio spigoloso, nel senso romagnolo del termine, ossia si scalda facilmente", scandisce Galassi. "E’ molto legato ai numeri - aggiunge il presidente del consiglio comunale riccionese - la sua attività politica è sempre stata sotto il segno dei numeri e delle tabelle: i numeri sono la parte principale del suo essere politico" (Ansa).



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CICCHETTI ATTACCA A TESTA BASSA IL M5S - «DI MAIO? Vada a lavorare dieci anni, poi torni e si candidi». Provocatorio, ironico, antipatico per i suoi (ex) compagni di viaggio nel Movimento 5 stelle. Vincenzo Cicchetti conferma e rilancia la candidatura a premier del Movimento a livello nazionale. Cicchetti, perché lo fa? «Quando l’ho fatto pensavo ‘chissà quanti saremo, un migliaio’. Invece, tolto Di Maio, ci sono sconosciuti come me. Un livello basso per una scelta così importante» Quindi? «È tutto scritto, questa ‘gara’ manca di trasparenza. Non contano più le competenze, l’importante è la candidatura mediatica. Ed è sbagliato che nel Movimento il segretario sia anche il candidato premier. Stiamo diventando come gli altri partiti, anche noi con i nostri Renzi, Salvini e Berlusconi. Se fosse stata una gara vera, non mi sarei cadidato». Di Maio non le deve essere particolarmente simpatico. «È un fuori corso. Vada a lavorare dieci anni, poi torni a candidarsi. Viviamo in un Paese dove chi si laurea con 110 e lode deve fare le valigie. E noi proponiamo uno baciato dalla fortuna, che si è fatto cinque anni in Parlamento ed ora diventa candidato premier?» Cosa ha lei più del suo ‘avversario’? «Una laurea in fisica, parlo inglese, lavoro da 40 anni ma causa Fornero non sono in pensione». Quanti insulti ha ricevuto ieri? «Nessuno» Sicuro? «Certo. Anzi ho ricevuto diverse richieste di amicizia sul social». Rifarebbe il selfie con Grillo? «Certo, è una persona con cui si dialoga molto bene». E con Di Maio? «Lo farei. Forse è lui che non lo vorrebbe fare con me». I suoi compagni nel Movimento l’hanno già ‘bannata’. «Io vado avanti, se il M5s mi soddisferà ci starò, altrimenti farò il cittadino come tutti». Andrea Oliva
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“Luigi? È solo un fuoricorso ma mia moglie voterà per lui” MAURO FAVALE«Nel 2011 ero in macchina con Beppe Grillo dopo un suo comizio a Rimini. Mi parlava di meritocrazia e dei giovani laureati con 110 e lode costretti a lasciare l’Italia. Adesso, 6 anni dopo, candidiamo premier un fuoricorso?». Proprio così: per Vincenzo Cicchetti, 62 anni, imprenditore nel campo dell’informatica, ex consigliere comunale a Riccione per l’M5S, Luigi Di Maio è uno che non ha finito l’università. Di più: «Non ha mai lavorato. Io, invece, qualche 740 l’ho fatto ».Vuole diventare l’anti-Di Maio?«Guardi, io mi sono candidato perché ci sono un po’ di cose che non mi vanno bene. A partire dal leaderismo, una deriva che non appartiene al Movimento, e che, invece, si sta affermando con questa storia del capo politico».Potrà far valere le sue ragioni?«Ma se Di Maio ha già vinto! In questa gara abbiamo uno che parte a 5 metri dal traguardo e gli altri che sono lontani 10 km».Nessuno dei big ha voluto candidarsi.«Sono stati pavidi, forse per un timore reverenziale verso la Casaleggio che fa più male che bene. Ora ci ritroviamo in 7, poveri disperati su una scialuppa, a combattere contro il grande comandante. Avrei aperto al mondo esterno, come fu per il Presidente della Repubblica: per fare il premier ci vuole un po’ di capacità».Quali sono le sue?«Nella malaugurata ipotesi venissi eletto andrei a lezione privata dalla Merkel per capire come si fa a governare. Poi chiamerei gente preparata a darmi una mano».Quanta gente la voterà?«Punto a due voti».Il suo e quello di sua moglie?«No. Secondo me mia moglie vota Di Maio».

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Rimini, Pd: Magrini spiazza tutti e si ricandida. Corsa a tre per il nuovo segretario Pd - 

Stefano Giannini non sarà solo, nella corsa alla segreteria provinciale del Pd. Chi pensava che la candidatura del sindaco di Misano, uno dei ‘renziani’ di ferro del partito, sarebbe andata avanti con il benestare di Emma Petitti e degli altri esponenti della sinistra Pd (quella che fa capo al ministro Orlando), si è dovuto ricredere in queste ore. Juri Magrini, il segretario uscente, ha deciso in queste ore di ricandidarsi e lo ha già annunciato a molti big del partito, Gnassi compreso.

UNA MOSSA a sorpresa, che fa saltare la tregua che la candidatura di Giannini sembrava aver sancito fra le varie correnti del Pd riminese. Nulla di tutto questo. Magrini correrà: ne sono straconvinti nel partito dopo i messaggi inviati dallo stesso segretario (che ieri però non ha mai risposto al telefono). Ma i contendenti alla segreteria provinciale potrebbero salire addirittura a tre se l’assessore ai Lavori pubblici di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, dovesse finalmente sciogliere le riserve. Il suo ruolo potrebbe essere quello di outsider. E mentre Magrini fa parte della corrente della Petitti, e Giannini è il candidato scelto dai vertici renziani, dal parlamentare Arlotti al consigliere regionale Pruccoli, Sacchetti da tempo si muove fra le correnti. Potrebbe avere perfino il sostegno di Gnassi: ha lavorato per la sua campagna elettorale nel 2016, ed è uno dei suoi uomini di fiducia pur non essendo un renziano come il sindaco di Rimini. Dicono i ben informati poi che Gnassi non abbia gradito molto la candidatura di Giannini, anche per come è avvenuta (l’ha saputo praticamente a cose fatte...).

IL TEMPO per presentare le candidature scadrà il 2 ottobre. Quella di Giannini è certa, ma anche quella di Magrini, dopo la convulsa giornata di ieri, appare probabile. Toccherà a Sacchetti decidere se sfidare i due candidati di peso. La tentazione è forte, anche per dare un segnale di rinnovamento nel partito. Manuel Spadazzi


- Ed è scontro su chi potrà votare

I tempi e le modalità del congresso riminese del Pd sono stati fissati l’altra sera, nella direzione provinciale del partito. Ci sarà tempo fino al 2 ottobre per presentare la candidatura a segretario provinciale. Ogni candidato per correre dovrà raccogliere entro quella data il 3% di firme di tutti gli iscritti al Pd nel 2016. Nei congressi dei circoli, oltre a scegliere i segretari locali, saranno eletti i delegati provinciali che voteranno, il 28 ottobre, il nuovo segretario provinciale. E l’altra sera si è discusso a lungo sui criteri scelti dal Pd regionale per decidere chi potrà votare. Secondo il regolamento potranno votare tutti gli iscritti del 2016, mentre chi vorrà rinnovare la tessera quest’anno dovrà farlo entro il 25 settembre se vuole partecipare al congresso. Si vogliono evitare le iscrizioni di massa di questa o quella corrente che possano influenzare il voto.


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Nadia Rossi ‘stoppa’ Giannini: «Rappresenta solo i renziani» - 
MAGRINI pronto a candidarsi. Sacchetti pure... Ma anche altri ‘big’ del Pd riminese sono pronti a mettere i bastoni fra le ruote alla corsa di Stefano Giannini, il sindaco di Misano candidato alla segreteria provinciale dai renziani col sostegno di una parte dell’ala sinistra dei democratici. Che quella di Giannini non sia una candidatura che «unisce» le anime del Pd lo si capisce dall’attacco sferrato ieri dal consigliere regionale Nadia Rossi. « Il 17 luglio la direzione provinciale si è riunita per preparare la conferenza programmatica del congresso e arrivare a un candidato unitario. Di quell’impostazione condivisa e accolta da tutti è rimasto ben poco». Perché Giannini è un renziano di ferro, «è il candidato di una corrente, non di tutto il partito. E su di lui non c’è stata consultazione né fra la base, né fra i quadri dirigenti e gli eletti del Pd».  


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Riccione,  la spiaggia finisce sotto 300 metri di cupole. La giunta incontra le categorie economiche per presentare il bando del mare d’inverno-

Trecento metri quadrati di strutture coperte sulla spiaggia. Il che significa cupole e mare d’inverno. Poi ci sono i giochi sulla sabbia sempre fruibili e la possibilità di creare piccole strutture non chiuse, come gazebo o altre coperture, a servizio delle attività sull’arenile. Si riparte da qui per cercare di creare un prodotto e un’offerta nuovi. Tra domani e martedì la giunta incontrerà le categorie economiche per fare il punto e «ricevere, ce lo auguriamo, indicazioni e proposte per il parco del mare d’inverno» mette le mani avanti il sindaco Renata Tosi. La scorsa stagione a realizzare la prima e sperimentale cupola sulla sabbia fu il Flamingo beach, in zona sud. Anche quest’anno c’è posto per chi si vvoglia mettere in fila e realizzare la propria cupola. A dire il vero con la limitazione dei 300 metri per tutto l’arenile, le possibilità sono limitate. Servirà farsi avanti ed in fretta perché in municipio intendono avere il quadro della situazione entro ottobre.

IL BANDO per poter ottenere una parte dei 300 metri quadrati verrà fatto a breve. «E’ una questione di giorni e si chiuderà entro settembre, ce ce la faremo – annuncia il primo cittadino -. In ottobre vorremmo che partissero le nuove opportunità per vivere la spiaggia anche nei mesi invernali». Quindi tra poche settimane il bando si chiuderà e si saprà quali imprenditori si saranno aggiudicati la metratura disponibile. non vale il pricnipio del chi prima arriva. In municipio valuteranno i progetti e i servizi offerti ai clienti. Non solo, un altro aspetto sono i giochi negli stabilimenti. Potranno rimanere montati e fruibili sempre che diventino parte di un progetto di fruibilità dell’arenile. Si andrebbe così a intervenire su una delle richieste che da tempo avanzano i bagnini. Queste sono le premesse: progetti concreti e nessun sogno. Tanto è vero che non si parla più di grandi cupole in piazzale Roma. Per lo scorso Natale l’allora giunta stava lavorando al progetto delle cupole nel piazzale. Strutture con centinaia di metri quadrati coperti dove rilassarsi in vasche idromassaggio e lettini.

«NON RIPARTIREMO da quel progetto, non ce ne sarebbero i tempi» chiude Renata Tosi. La certezza si chiaama bando. Non resta che attendere le proposte di imprenditori e bagnini. «Siamo disponibili a valutare le varie opportunità per allungare la stagione – premette Diego Casadei, presidente della Cooperativa bagnini -. Gli aspetti sono due. Mantenere i giochi aperti e fruibili fa parte di un decoro della spiaggia e del suo utilizzo anche fuori stagione. Mentre pensare di allungare la stagione con nuovi servizi prescinde dalla possibilità di poter sfruttare strutture per fare impresa. Attendiamo di capire quali saranno le opportunità da cogliere».

Andrea Oliva

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Il tribunale affonda la Cmv. Fallisce il colosso del mattone. «Impossibile realizzare il concordato»: all’asta tutti i beni

di MANUEL SPADAZZI

Andrà tutto all’asta. L’ex colonia Bolognese. Il Golf club di Verucchio. L’area dell’ex camping Carloni a Viserbella. E poi appartamenti, uffici, negozi, terreni e altri fabbricati. Sarà venduto (o meglio svenduto) all’asta pezzo per pezzo l’impero di Cmv, che il tribunale ha dichiarato fallita venerdì scorso. Con la Cmv sono state dichiarate fallite anche tutte le società collegate, che possedevano i vari beni del gruppo, fondato nel 1956. La Cmv aveva portato i libri in tribunale nel 2013, chiedendo il concordato preventivo per fare fronte ai 275 milioni di passivo accumulati. Tra i crediti vantati e la vendita degli immobili, era stato pattuita in 140 milioni la somma che il gruppo avrebbe versato ai creditori. NELL’OTTOBRE 2014 il tribunale di Rimini ha concesso il concordato, dando tempo fino all’ottobre 2019 per realizzarlo. Ma nel novembre 2016 alcuni dei creditori di Cmv hanno chiesto di annullare il concordato, «per oggettiva impossibilità di realizzazione del piano». E i giudici hanno dato ragione ai creditori. Perché nel frattempo il valore dell’ex camping a Viserbella è sceso (era valutato intorno ai 10 milioni), dopo che il Comune di Rimini ne ha annullato la potenzialità edificatoria. E altri ‘gioielli’ di Cmv, come la Bolognese e il Golf club, sono ancora invenduti. Ma nel frattempo Cmv ha dovuto spendere altri soldi (circa 306mila euro, nel caso del Golf club) per i canoni demaniali, per non perdere la concessione. Spese straordinarie e mancanza di certezze sugli incassi da realizzare attraverso la vendita di terreni e immobili hanno spinto così il tribunale ad accogliere l’istanza dei creditori (una dozzina di imprese tutte della zona) e a decretare il fallimento dell’ex gigante del mattone. Secondo i giudici infatti «è evidente la gravità dell’inadempimento da parte della società, non essendosi dato corso in modo incisiva all’attività di valorizzazione delle aree da sviluppare». Attività che costituiva uno dei «pilastri del concordato». Ora tutti i beni immobiliari (159) e i terreni di proprietà di Cmv finiranno all’asta. Per alcuni di questi, in realtà, era già stata avviata la vendita all’asta. Ma Ettore Trippitelli e Fabrizio Tentoni, nominati curatori del fallimento dal tribunale, hanno deciso di sospende l’asta di una quarantina di immobili di Cmv (era in programma a fine mese) per fare prima il punto della situazione. Già fissata la prima udienza con i creditori, che si svolgerà il 23 febbraio del 2018. Dopo quella data non sarà più possibile insinuarsi nello stato passivo di Cmv. Che è, vale la pena ricordarlo, fra i grandi debitori di Banca Marche (per oltre 28 milioni) e di Carim.

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Rimini: «Prostituzione: in cinque anni multate oltre mille persone, ma non basta» -
Lotta alla prostituzione di strada: mentre da Firenze a Benevento i sindaci varano ordinanze antilucciole, Rimini rivendica di essere stata ‘pioniera’ in questo campo. Dopo la bocciatura delle prime ordinanze (nel 2012) da parte del tribunale, nel 2014 Palazzo Garampi ha ‘confezionato’ un provvedimento che - almeno sinora - ha resistito. E che nel corso degli ultimi anni «ha prodotto effetti importanti in termini di deterrenza e di sanzioni». «Dal 2014 al 2017 – segnala l’assessore Jamil Sadegholvaad – sono state infatti 920 le sanzioni elevate a clienti e prostitute in applicazione all’ordinanza: un numero crescente, dai 193 del 2014 ai 317 dell’anno in corso dovuto soprattutto al potenziamento dei controlli messo in campo dalla municipale. Basti ad esempio ricordare l’operazione condotta a luglio, quando in 24 ore sono state applicate 26 sanzioni solo per violazione dell’ordinanza sindacale». L’attività di contrasto alla prostituzione prevede anche l’applicazione del regolamento di polizia urbana «e da quest’anno anche la contestazione dell’art. 527 del codice penale che, depenalizzato, punisce gli atti osceni in luogo pubblico con una sanzione fino a 10.000 euro». La stangata che ha già colpito una ventina di persone, tra prostitute (che non pagano) e clienti (che pagano). «Una rete di provvedimenti – conclude l’assessore – che dal 2013 ad oggi ha portato ad elevare 1.089 verbali legati al contrasto del fenomeno della prostituzione (346 nell’anno in corso). Numeri che testimoniano l’impegno. Ma resta la convinzione che queste attività non possono essere relegate solo alla buona volontà e alla ‘creatività’ degli amministratori locali».

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• RIMINI JAZZ 28-30 SETTEMBRE –
Da New Orleans a Chicago a bordo delle note blu

Jazz tradizionale, manouche, ragtime e swing. Le note blu torneranno a conquistare gli amanti della musica afroamericana delle origini. Dopo la pausa del 2016, il Teatro Novelli alzerà il sipario su Rimini Jazz. Dal 28 al 30 settembre il palco riminese ospiterà la 16esima edizione della rassegna, organizzata dall’associazione culturale riminese ‘Amici del jazz’, con la direzione artistica di Rino Amore. La serata inaugurale sarà dedicata a Vittorio Corcelli, fondatore del festival, recentemente scomparso. L’omaggio sarà un tuffo nella grande musica per un saluto nello stile di New Orleans con una selezione di musicisti provenienti dalla Rimini Dixieland Jazz Band e dall’Ambassador Marching Band. Il testimone passerà poi alla Hot Club Roma Orchestra, in scena venerdì 29 settembre. Specializzata nello stile manouche, ovvero il jazz swingante gitano, la formazione creata da Gianfranco Malorgio eseguirà un omaggio a Django Reinhardt, il celebre esponente di questo genere che segnò l’estetica del jazz europeo tra gli anni Trenta e Quaranta. Gran finale sabato 30 settembre con la formazione Jazz Show di Lino Patruno, un amico del festival, che tornerà a calcare le assi del Novelli. Storico esponente del cabaret italiano sin dagli anni Sessanta, Patruno si conferma il più noto esponente italiano del jazz tradizionale. Il suo concerto spettacolo ripercorrerà gli argomenti musicali del dixieland e dello stile di Chicago, con interpretazioni attuali, senza tradirne la storia. I concerti avranno inizio alle 21.15, (biglietto 15 euro, riduzioni per i minorenni e ingresso gratuito per gli ‘Amici del Jazz’).


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Premio Riccione per il teatro, sul palcoscenico da settant’anni Sabato 23 settembre la cerimonia riservata ai vincitori Con una kermesse che mescola teatro, musica, letture e videomapping, sabato 23 settembre in piazzale Ceccarini, si terrà la cerimonia conclusiva del 54esimo Premio Riccione per il Teatro, che quest’anno festeggia i settant’anni. Un compleanno speciale che, come annunciato ieri a Villa Franceschi dal direttore Simone Bruscia e dal presidente di Riccione Teatro, Daniele Gualdi, non mancherà di stupire anche con la proiezione di immagini della vecchia Perla Verde. Il concorso, che gode del vanto di aver scoperto un ancora sconosciuto Italo Calvino e premiato importanti drammaturghi italiani, si presenterà all’insegna del rinnovamento generazionale con sei finalisti su otto (tra 399 partecipanti) nati tra gli anni Ottanta e Novanta. LA COLONNA sonora della serata, condotta da Silvia D’Amico, attrice emergente, che ai Nastri d’argento 2015 ha ricevuto una menzione speciale, e da Graziano Graziani, critico teatrale e voce di Fahreaneit su Radio 3, è affidata a una special band, composta da Andrea Arcangeli, Daniele Marzi, Massimiliano Rocchetta e Stefano Travaglini. Il tutto sarà accompagnato da uno spettacolo di luci e colori, a cura dell’Antica Proietteria che farà del Palazzo del Turismo un autentico palcoscenico teatrale. QUATTRO gli autori in lizza per il 54esimo Premio Riccione per il Teatro. Si tratta di Carlotta Corradi con Nel bosco, Fabio Massimo Franceschelli con Damn and jammed, Francesca Garolla con Tu es libre e Vitaliano Trevisan con Il delirio del particolare. Il vincitore assoluto si aggiudicherà 5mila euro, inoltre per i finalisti è previsto un premio di produzione di 15mila euro per l’allestimento scenico del testo. NON È TUTTO, come annunciato dal direttore, affiancato dal sindaco Renata Tosi e dall’assessore Stefano Caldari, per l’occasione sarà proclamato anche il vincitore del 12esimo Premio Riccione dedicato a Pier Vittorio Tondelli, riservato agli under 30. Nella rosa dei finalisti appaiono Christian Di Furia con Un pallido puntino azzurro, Riccardo Favaro con Nastro 2, Tatjana Motta con Nessuno ti darà del ladro e Pier Lorenzo Pisano con Per il tuo bene. Al vincitore andranno 3mila euro, che si aggiungono ai 10mila previsti per il premio di produzione e ai mille della menzione speciale «Franco Quadri». Questa edizione si arricchisce anche con un Premio speciale per l’innovazione drammaturgica, che verrà assegnato da un comitato scientifico composto da critici e studiosi di teatro. Durante la serata i 70 anni del premio teatrale, il più longevo d’Italia (sostenuto da Hera), saranno ricordati fin dalle origini con un breve inedito di Davide Brullo. Nives Concolino

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Jovanotti in concerto a Rimini con il nuovo album Le date sono ancora top secret, ma a breve saranno svelate. Ad assicurarlo è lo stesso Jovanotti. L’artista, intanto, ha anticipato le città dove farà tappa con la tournée, che seguirà l’uscita del nuovo album. E Rimini sarà tra le mete del ‘ragazzo fortunato’, come si può scoprire attraverso l’immagine di un cruciverba pubblicato sulla sua pagina Facebook, e la riviera romagnola potrebbe essere tra le prime mete. Di sicuro si sa che il disco uscirà il 1° dicembre e il tour inizierà a febbraio, come annunciato dall’artista. Il cantante, che il 27 febbraio festeggia 51 anni, non sta più nella pelle perché il nuovo album sarà prodotto da Rick Rubin, un re della musica, vincitore di Grammy Awards. Rubin, che nel corso degli anni ha collaborato con artisti del calibro degli U2 e Mick Jagger, per la prima volta ha scelto un cantante italiano. «Per me è la realizzazione di un sogno che faceva parte dei sogni che pensavo rimanessero sogni per sempre», ha spiegato Jovanotti a margine della prima fase di produzione dell’album. E il sogno conquisterà presto anche i fan. Lina Colasan

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Padel, l’aria di mare fa bene ai campioni

Lei si è già portata a casa un titolo prestigioso, lui a 16 anni si appresta a calepstare i campi internazionali. A unirli è il padel, il gioco più ‘caldo’ dell’estate, grazie agli impianti di Riccione e Misano. Sara D’ambrogio, 33 anni, pugliese ma romagnola d’adozione, si è laureata campionessa italiana proprio sui campi del Sun Padel, battendo le migliori giocatrici italiane in coppia con la comasca Giulia Sussarello. «Il mio prossimo obiettivo è centrare la convocazione in nazionale in vista degli Europei – spiega la D’Ambrogio, istruttrice di tennis a Misano - Gioco a padel da un anno e mezzo e con Giulia siamo riuscite a conquistare il titolo sconfiggendo le teste di serie incontrare sul nostro cammino».

L’IMPIANTO di Riccione ha ospitato di recente anche il ritiro dei giovani talenti che il prossimo ottobre saranno impegnati nei Mondiali in programma a Malaga, in Spagna. Tra questi il riccionese Edoardo Berardi, che a 16 anni compiuti, è stato convocato con altri otto giovani atleti per far parte della delegazione italiana che sfiderà le squadre di altre dodici nazioni, a partire da quella spagnola, la più accreditata ad aggiudicarsi il titolo.


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Riccione, rifiuti in salotto, scattano le multe. Blitz dei vigili tra le boutique Caos rifiuti e una decina di sanzioni fatte dei vigili in ‘salotto’. Secondo il comando della municipale sono diverse le sanzioni fatte negli ultimi giorni, le ultime due domenica, ai negozianti che lasciano i sacchetti dell’immondizia all’esterno dell’attività, sul suolo pubblico. La rivoluzione del conferimento dei rifiuti nella zona a traffico limitato è arrivata nei primi giorni di settembre. Un cambio di passo sul quale non sono mancati i mugugni nell’isola pedonale. «Da tempo si parlava della necessità di mettere mano alle raccolta dei rifiuti in centro - premette il presidente del Consorzio viale Ceccarini, Maurizio Metto -. Abbiamo saputo della decisione solo quando era attiva. Ci siamo limitati a inviare una mail agli associati per avvertirli del rischio di sanzioni». Diversi i commercianti che si sono accorti delle nuove modalità quando hanno visto i vigili firmare i primi verbali. La sanzione va da 25 a 500 euro, anche se in questi casi viene addebitato il doppio del minimo, quindi 50 euro, salvo ulteriori spese di notifica. Difficile trovare qualcuno in centro che abbia voglia di parlare del nuovo sistema di raccolta. Alcuni titolari si limitano a segnalere una frase: «I rifiuti urbani indifferenziati – così è scritto - vanno posizionati fuori dall’ingresso dell’attività solo ed esclusivamente nella fascia oraria comprensiva fra le 9,30 e le 10 del mattino. Il ritiro avverrà da parte degli operatori Hera dalle 10 alle 11,30. E’ vietato posizionarli su suolo pubblico».  
«Ma cosa dovremmo fare?», si chiede un commerciante. «Metterli fuori dal negozio ma non su suolo pubblico: quindi dove?». I dubbi non mancano e anche Metto, seppur con toni meno belligeranti, ammette che «ci sono criticità da risolvere. Questa ordinanza varrà fino alla fine del mese, quando dovrà essere ricompresa in un regolamento più ampio. Tuttavia auspichiamo che si possa intervenire andando a colmare alcuni problemi sorti in queste settimane». Nel frattempo il porta a porta per le attività dell’isola pedonale rimane per alcuni necessario per evitare i cumuli di immondizia abbandonati al mattino in mezzo al viale, per altri complicato e indecifrabile.
Andrea Oliva

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Il Comune di Rimini vende la quota di farmacie - 


AGENZIA Mobilità, Start Romagna e Unirimini non si toccano. Al miglior offerente invece il 25% delle azioni di Amfa, l’azienda delle farmacie comunali. E dismissione di Rimini Reservation, con la quale a fine 2018 scade il contratto di servizio. Sono alcune delle azioni previste dal piano di revisione straordinaria delle partecipazioni societarie del Comune, discusso ieri in commissione. Un piano che «rientra in una strategia a medio e lungo termine avviata già dal precedente mandato», con l’obiettivo di «ottimizzare i costi e di efficientare la gestione degli organismi partecipati», spiega l’assessore Gian Luca Brasini. Il piano prevede tra le varie azioni la dismissione da parte della holding dell’intera quota azionaria di Amfa, attualmente detenuta per un incasso stimato in almeno 2,355 milioni di euro, che sarà utilizzato per l’anticipata estinzione parziale del mutuo acceso con Monte dei Paschi di Siena. Il Comune manterrà comunque il diritto di prelazione sulle future farmacie comunali che apriranno sul territorio. Per obblighi di legge verrà dismessa anche Rimini Reservation. La messa in liquidazione dovrà essere deliberata dai soci entro fine settembre del 2018, ma avrà decorrenza dall’1 gennaio 2019. Interessate dal piano di revisione anche Amir, scissione parziale a beneficio di Romagna Acque entro giugno 2019; e Rimini Terme: temporanea pubblicizzazione in previsione della successiva cessione integrale della stessa partecipazione.


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Ex colonia, hotel e parcheggi all’asta dopo il fallimento.Dal Marano al Curiel: tutte le proprietà in vendita il 19 ottobre

PREZZI da saldo per portarsi a casa una ex colonia del Marano, un hotel all’Alba, senza disdegnare 54 posti auto nel secondo piano interrato del Curiel, in pieno centro. Le cifre? A dir poco interessanti. La colonia Serenella con i suoi 1.662 metri quadrati e l’intero lotto di 14.821 che arriva a confinare con Rimini, verrà bandita il 19 ottobre all’asta in tribunale al prezzo di un milione e 530mila euro. La società titolare è fallita il 22 maggio scorso. All’interno c’erano anche imprenditori locali. Sul bene pendeva il debito nei confronti di Banca Marche da cui il fallimento della società e l’asta. Potrebbe essere questo il primo colpo per la riqualificazione della zona Marano. Se andasse deserta, entro poche settimane verrebbe bandita una seconda asta e il prezzo scenderebbe in modo sensibile. Stando al perito che ha fatto la stima dell’edificio costruito nel 1953 e in stato di abbandono, la miglior soluzione è la demolizione. Sulle possibilità urbanistiche resta un punto interrogativo. Il tanto declamato programma ‘Città delle colonie’ non è mai stato definito dalle amministrazioni comunali precedenti. Tuttavia con la prossima legge urbanistica che recepirà quella regionale, si potrebbero aprire nuovi scenari per le ex colonie al Marano. L’EDIFICIO non è l’unico bene della società fallita. Il 19 ottobre andrà all’asta anche l’ex hotel Camelia in via Leopardi, all’Alba, a ridosso della linea ferroviaria. Mille metri quadrati più 635 di corte scoperta costruiti nel 1981, ma in condizioni desolanti tanto che nella perizia si parla di demolizione. L’ex hotel ha 24 camere, cosa che dovrebbe impedire una sua trasformazione in appartamenti, visto che i marginali, quindi trasformabili, devono avere al massimo 19 stanze. Il valore alla prima asta sarà di 868mila euro. Considerando le potenzialità dei terreni e delle strutture che potrebbero nascervi, la doppia asta somiglia a un paghi uno e prendi due, anche se le zone in cui si trovano rappresentano un azzardo. QUARTIERE che vai fallimento che trovi. Dopo il Marano e l’Alba, il 19 ottobre andranno all’asta 54 posti auto al secondo piano del parcheggio del Curiel. I posti sono in vendita a prezzi che variano tra i 18 e i 20mila euro. La durata della concessione è di cinquant’anni e, paradossalmente, non è ancora iniziata. Al Curiel, infatti, manca un documento pubblico, l’agibilità, che dovrebbe arrivare il prossimo anno sempre che il Comune riesca a intervenire sistemando alcuni problemi che si sono evidenziati nel corso del tempo. Fatto l’intervento partirà la durata della concessione. Andrea Oliva


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«Macché Parco del mare, sarà una colata di cemento»Renzi: «Il verde solo nei rendering, negli atti ufficiali tanti mattoni»

MA QUALE ‘Parco del Mare’: «quello sarà il Parco del Cemento». Gioenzo Renzi (FdI) va all’attacco di uno dei fiori all’occhiello dell’amministrazione Gnassi. La ‘nuova cartolina di Rimini’. Dopo un accesso agli atti, il consigliere ha visionato «una parte consistente» delle 155 manifestazioni d’interesse presentate dai privati in Comune fino allo scorso 21 marzo. RENZI si sofferma su quelle che riguardano il primo tratto, i 600 metri da piazzale Fellini, la rotonda del Grand Hotel, a piazzale Kennedy, «l’unico che forse si farà, anche se i tempi per non perdere i 2,85 milioni regionali già stringono». E snocciola numeri inediti (nonché inquietanti, se confermati): 5.700 metri quadri di residenziale; 4.686 metri di bar e ristoranti; 3.385 metri quadri per servizi alberghieri; 1.000 di negozi. «Il tutto che si aggiunge alla situazione attuale, sono 12.800 metri quadrati di nuova edificazione, per 38mila metri cubi di cemento. Comprese le dune artificiali alte 4 metri, all’interno delle quali troveranno spazio negozi ed esercizi. Il rendering in piazza Cavour mostra grandi macchie verdi, ma negli atti si vedono dei gran mattoni». Per questo tratto sono stati 25 i progetti presentati, di cui 9 giudicati «strategici» dal Comune, 14 «adattabili» (e 2 scartati). Renzi dice che «è confermato il timore che l’amministrazione venda letteralmente il suolo pubblico ai privati». La cessione di un diritto di superficie (tra i 50 anni per i negozi e i 99 per i parcheggi) incassando 16 milioni. Il costo edificatorio per i privati sarebbe sui 25 milioni. Basta così? Macché. Secondo Renzi, «ci sarà anche un calo dei posti auto pubblici». Il Comune «prevede di realizzare 347 posti auto interrati, nel cosiddetto ‘siluro’, 211 dei quali saranno comprati dai privati (gli albergatori, ndr). «RESTANO 136 stalli pubblici, mentre quelli oggi esistenti in quel tratto sono 300: vuol dire che diminuiscono di 164, si dimezzano». «Il lungomare diventa dei privati – chiosa Renzi – al Comune resta il verde e la pista ciclabile». Ultima frecciata: «Ho incontrato giorni fa l’ex sindaco Ravaioli, mi ha detto ‘teatro Galli e Fulgor sono progetti miei e tuoi’. Quello di Gnassi è il lungomare». Mario Gradara


LA REPLICA DELL’ASSESSORE FRISONI«Sono cifre sbagliate, gli stalli aumenteranno»

«DATI inesatti e informazioni non corrette». Liquida così, l’assessore al Territorio Roberta Frisoni, la presa di posizione sul Parco del Mare fatta da Gioenzo Renzi. «Il consigliere Renzi – afferma l’assessore – sembra confondere le manifestazioni d’interesse pervenute da soggetti privati con il progetto che sarà sottoposto all’esame del consiglio comunale e che, previa espressione dello stesso, sarà realizzato». Frisoni ricorda che «si è in fase di negoziazione», e «soprattutto» ribadisce che «dovrà essere il consiglio comunale, alla fine delle procedure, a decidere cosa si fa». L’assessore fa una precisazione di merito sul tema della sosta: «rispetto alla lamentata riduzione dei posti auto sul primo tratto va invece sottolineato come manifestazioni d’interesse private si siano (ovviamente) concentrate sull’incremento della dotazione di stalli a servizio delle loro strutture, strutture che ora, essendone sprovviste, sono costrette a indicare ai loro clienti parcheggi pubblici o precarie sistemazioni nel reticolo di vie limitrofe». Oltre a questo, il progetto complessivo «prevede un miglioramento della sosta pubblica tra piazzale Boscovich e piazzale Kennedy: si pensi che solo nell’area della rotatoria di piazzale Fellini è previsto un parcheggio pubblico interrato di circa 350 stalli».


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RICCIONE E MISANO

DECINE DI SEGNALAZIONI TRA RICCIONE E CORIANO Puzza di plastica nell’aria: è mistero

E’ GIALLO sull’odore acre di plastica e di ferro fuso che periodicamente invade alcuni viali della vecchia zona artigianale di Riccione, Colle dei Pini e le parti alte di viale Veneto e del Paese. Le ultime segnalazioni dei residenti risalgono a ieriì. Sollecitata dai cittadini, l’associazione Riccione Ambiente & salute ha protocollato una lettera indirizzata al sindacoTosi, all’assessore Lea Ermeti e ad Arpae per chiedere l’installazione di apparecchiature capaci di individuare la fonte degli odori nelle zone interessate, nello specifico si parla di nasometri mobili. «Numerose segnalazioni sono giunte soprattutto dal 29 agosto», riporta la lettera. Gli ambientalisti, che hanno fatto verifiche sul posto, confermano: «L’odore è intensissimo e si avverte soprattutto di pomeriggio, dalle 12 alle 18, ma è percepito anche di sera. Sono una quindicina le segnalazioni registrate». DUE MESI fa, per un altro problema, residenti e associazioni ambientaliste avevano espresso forte preoccupazione per i fumi anomali, seguiti da odori acri che si sprigionavano da terreni in via Raibano. «Abbiamo allertato il sindaco e la Polizia municipale di Coriano, Arpae, Ausl, carabinieri e Forestale _ sottolinea Ambiente & salute _. Dell’esito dei controlli effettuati non abbiamo ancora ricevuto informazioni. Ecco perché riteniamo opportuno coinvolgere anche il Comune di Riccione per far luce su questo evento». DA PARTE sua il sindaco Renata Tosi sottolinea: «E’ nostra premura controllare la qualità dell’aria, come dell’acqua e del terreno, cosa che abbiamo sempre fatto. Possiamo ragionare con Arpae, che è l’agenzia preposta al controllo, per capire se tramite le loro centraline è emerso qualcosa. Con gli ambientalisti ci daremo una mano come abbiamo fatto per l’inceneritore e per il depuratore». Nives Concolino


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Protesi scadenti in cambio di denaro Arrestato anche manager riminese Denis Panico, 41 anni, figura nel nuovo scandalo sulla sanità a Monza

C’E’ anche un riminese nel nuovo scandalo che ha travolto la sanità lombarda. Stando all’inchiesta della Procura di Monza, denominata «Disturbo», diversi ortopedici operavano inserendo protesi, definite ‘scadenti’, in ignari anziani pazienti, il tutto in cambio di tangenti profumate, soldi, viaggi e regalie di ogni genere. Sono ventuno gli indagati tra medici e manager, con cinque persone dietro le sbarre e nove agli arresti domiciliari. Tra i cinque finiti in carcere, oltre agli ortopedici di Monza Fabio Bestetti, Claudio Manzini e Marco Valadè, figura anche il riminese Denis Panico, 41 anni, responsabile commerciale della Ceraver, la multinazionale che produce le protesi al centro dello scandalo ed il promoter della stessa azienda, Marco Valadè. Panico (difeso dagli avvocati Alessandro Petrillo e Monica Rossi), un passato da calciatore dilettante tra la Seconda e la Terza Categoria, è stato arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza di Milano a Teramo mentre stava rientrando da Roma. Lo hanno chiamato al telefono e il dirigente della società che produce protesi si è fermato, facendosi ammanettare e portare in carcere ai «Casetti». Deve rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Sabato mattina, è comparso davanti al gip Sonia Pasini, su rogatoria del tribunale di Monza, per l’interrogatorio di garanzia. L’avvocato Petrillo si trincera dietro un fermo «No comment» sulla questione, ma Panico ha parlato per più di un’ora e mezza. «Non sapevo che dare dei soldi fosse un reato», ha raccontato l’indagato riminese al giudice, specificando anche di essersi limitato ad avere rapporti con medici di cliniche private. Panico ha anche aggiunto: «Ho solo portato avanti una prassi molto consolidata nel mondo della sanità, ossia quella di pagare tangenti per poter piazzare i miei prodotti». Il manager riminese, che nelle intercettazioni erano soprannominato ‘Sboron’, non si sarebbe sottratto alle sue responsabilità. Ha rivendicato però la qualità delle protesi che la Ceraver aveva fornito ai vari medici: «Non è vero che sono di scarsa qualità, il nostro standard è molto elevato, migliore della nostra concorrenza». Eppure dalle intercettazioni che compaiono nell’enciclopedica ordinanza di custodia cautelare emessa a Monza, i chirurghi coinvolti erano perfettamente a conoscenza del fatto che le protesi tulizzate fossero ‘scadenti’. Tanto più non era idonea la protesi, tanto più saliva il prezzo della tangente stessa. A sborsare il denaro, stando all’accusa, sarebbe stato sempre il manager riminese che avrebbe anche organizzato week end a Rimini in hotel di lusso, mega cene ai medici che favorivano l’introduzione e l’utilizzo delle protesi ‘incriminate’. Panico, pur di incrementare le vendite, avrebbe anche contatto medici di base garantendo loro un fisso di 300mila euro più una percentuale sulle visite che gli ortopedici avrebbero effettuato nel loro studio. Ieri mattina è stato sentito il chirurgo ortopedico della Clinica Zucchi di Monza, Claudio Manzini, arrestato lo scorso giovedì. Il legale ha spiegato che il medico, interrogato stamane in carcere a Monza dal Gip Federica Centonze, «si è difeso dalle accuse, queste protesi sono approvate dal ministero e per definizione non possono essere di bassa qualità, e sono state valutate per la Clinica Zucchi dal ‘Gruppo San Donato, come quelle di altri produttori». Grazia Buscaglia