La Stampa, 15 settembre 2017
La Lantana, un valido alleato contro il riscaldamento globale
Pare che il peggio per i nostri giardini sia ormai passato: le piogge di questi giorni, che qui da me a dire il vero sono state poche e per nulla risolutive, potrebbero forse segnare il tanto atteso giro di boa. Meglio però non illudersi: non è affatto detto che settembre sia immune da caldo e secco ancora intensi e prolungati. Tra un’innaffiatura e l’altra riflettiamo sul da farsi, nell’immediato ma soprattutto per il futuro, censendo ciascuno nel suo posto le piante che più si sono rivelate caparbie e resistenti durante questa terribile estate. Sono loro le vere risorse su cui contare in un’epoca di inevitabili (ma non per forza desolanti) cambiamenti del clima. Loro e tutte le altre che, vuoi per contiguità di nascita vuoi per analogia di bisogni, sono disposte ad affrontare a testa alta calure e siccità. O almeno a provarci.
Adattarsi al clima
In fondo in giardino (e non soltanto) perché rendersi la vita impossibile? Perché ostinarsi a piantare ortensie là dove d’estate non c’è più neanche una goccia d’acqua? Certo, le sfide sono senz’altro ben accette, ma se ponderate e soprattutto al passo coi tempi: per il resto il giardiniere intelligente osserva ed asseconda, va con e non contro, come ormai da un po’ di anni amo ripetere. E se da un lato i vecchi giardini pretendono, e giustamente, il massimo dei nostri sforzi per compensare il peggioramento del loro livello di vita (e dunque ben vengano pacciamature ed innaffiature), dall’altro dobbiamo per quanto possibile, gradualmente e senza snaturarli, ripensare la gamma di opzioni botaniche che ogni luogo consente...
Ci riflettevo quest’estate, quando girando qua e là per giardini mediterranei, mi son accorto che mai e poi mai la Lantana ha dato segni di cedimento. Ecco un valido alleato! Anche nei giorni più arsi le sue foglie ruvide e rugose, che alcuni trovano maleodoranti ma che io, sarà per ricordo d’infanzia, ritengo più un profumo che un odore, sono rimaste ben salde al loro posto. E le piante non hanno mai smesso di fiorire, scurendo giorno dopo giorno le loro variopinte nuances, fino all’arrivo dei semi blu metallici e vagamente ornamentali.
Combinazioni cromatiche
Di combinazioni cromatiche ne esistono a centinaia, ma quella più tipica è un trionfo di gialli e di rossi che è valso alla lantana il nome comune di «spanish flag». Alcune varietà hanno poi fiori color dello zolfo, altri dei più sgargianti arancioni e ne esistono di rosa più o meno tenui, di attraenti gialli pallidi e di bellissime a fiore bianco.
Tutte sono forme che derivano dalla Lantana camara, proveniente dal Brasile e portata in Europa pare per la prima volta dal botanico olandese Guglielmo Pison a metà del Seicento. Pison faceva parte del seguito di Giovanni Maurizio di Nassau, Governatore del Brasile olandese, grande riformatore di quelle terre ma feroce assertore della schiavitù. Data la sua provenienza non è difficile dedurre che è pianta da caldo: qui al nord occorre coltivarla in vaso e ripararla durante l’inverno. In Europa la lantana passò un po’ in sordina e venne subito esportata altrove, in Africa, in Oriente e più tardi in Australia e in tutti questi posti la specie botanica, che raggiunge dimensioni notevoli e ha talvolta rami spinosi, è diventata uno dei peggior infestanti conosciuti.
Tanto che la Fao l’ha inserita nella lista delle cento piante invasive più dannose al mondo: in poco tempo ha creato dei sottoboschi impenetrabili, è tra le prime a ricrescere dopo un incendio, non teme il secco e nei pascoli viene scartata per via delle sue foglie aromatiche e sgradevoli al palato. Tuttavia non preoccupiamoci: le cultivar da giardino hanno un approccio molto, ma molto più soft e non si espandono con così tanta facilità.
Alcune hanno una chioma più bassa e compatta della specie e personalmente le preferisco perché con gli anni le lantane tendono a svuotarsi alla base e ad assumere forme un poco sgraziate. In ogni caso una leggera e sapiente potatura durante l’autunno o la primavera dovrebbe aiutare.
La Lantana sellowiana poi, proveniente dall’Uruguay e con abbondanti fioriture, ha un portamento quasi strisciante e può tappezzare in poco tempo le zone più brulle e assolate. È decisamente la mia preferita, nelle due forme bianca e lilla. Le lantane si moltiplicano facilissimamente per talea durante tutto l’anno: provare per credere. E se non ci riuscite, ahimè, vuol dire che manca ancora un po’ di strada per diventare giardinieri. Non è mai troppo tardi...