Libero, 14 settembre 2017
I venditori porta a porta di sex toys. Intervista a Silvia Torri
«Noi facciamo cultura». Silvia Torri, 25 anni, ha un diploma di educatrice sessuale e lavora da 2 anni come venditrice porta a porta di sex toys per “La valigia rossa”, azienda «con cuore e responsabilità sociale», a Milano. E fa cultura, sì: erotica, e indirizzata alle donne in particolare. Lei lo fa per arrotondare lo stipendio (il suo primo lavoro è l’attrice di teatro), ma ci sono sue colleghe, in provincia, che fanno le rappresentanti/educatrici di sex toys a tempo pieno: la richiesta da parte delle clienti c’è.
Come si svolge il tuo lavoro?
«Un gruppo di donne, in media una decina, si organizza e ci chiama per organizzare un incontro. Noi rappresentanti entriamo nelle case e apriamo la nostra valigia rossa: dentro ci sono prodotti per il benessere sessuale che significa anche benessere psicofisico».
C’è bisogno del porta a porta?
«Tramite i nostri incontri le clienti hanno l’occasione di vedere e toccare. Non ci sono molte occasioni per le donne in Italia di conoscere i sex toys. I sexy shop sono rivolti ai maschi, e il sesso è molto spesso un tabù per le donne. Per quello entriamo nelle case, negli spazi privati. Poi parlando degli oggetti sessuali si parla di sessualità in senso lato: spieghiamo come siamo fatte e diamo consigli su come alimentare l’immaginario erotico».
Fammi un panorama regionale.
«Lavoriamo benissino nel Nordest, al centro e al Nord ovest. Il sud è in forte crescita».
Quanto guadagnate?
«Per me è un part time. Ma c’è chi arriva tranquillamente a uno stipendio normale (1300 euro indicativamente), si lavora su provvigioni».
La valigia rossa si fa pagare per questo servizio?
«Alla fine degli incontri, i sex toys illustrati possono essere acquistati.
Dopo la presentazione ogni donna parla in privato con noi e ci dice quali sono le esigenze personali. Facciamo un’altra consulenza per capire qual è il prodotto giusto. Se il gruppo non arriva a 250 euro di acquisti (è capitato poche volte) c’è un costo consulenza di 70 euro».
Quanto è importante il sesso nella vita di una donna?
«La sessualità fa parte del benessere psicofisico. Noi ci sentiamo di svolgere anche una funzione sociale: stiamo ampliando il target, e non solo alle donne».
Tipo?
«Ci stiamo dirigendo sui prodotti di marchi che hanno fatto uno studio su tecnologie mediche che sviluppavano dei vibratori per persone che hanno disabilità fisiche. Tipo il marchio “Octopus” realizza vibratori che stimolano l’orgasmo anche se non si ha erezione. Questo può consentire la fecondazione in vitro anche a tetraplegici, persone che non riescono a toccarsi. C’è poi “Womanizer”: stimola la clitoride ed è utile per chi è obeso o non ha capacità motorie».
La tua consulenza salva i matrimoni?
«Salvare no, non ho questo potere. Ma alcune coppie mi hanno detto che sono state fortemente aiutate».
Aneddoti?
«Succede spesso all’inizio, quando parlo di come siamo fatte. Io ho un metro da sarta e quando si parla di vagina, chiedo quanto è lunga. Le donne rispondono con numeri giganti. Quando scoprono che è lunga 7 cm (da non eccitata) scoppiano a ridere».
Ci sono uomini che ti chiedono una consulenza?
«Il nostro pubblico principale sono le donne. La sessualità è un tabù per le donne, ma non per gli uomini».
Collaborate con medici?
«Sì, perché i vibratori possono essere utilizzati come cura in alcuni casi, come la riabilitazione post cancro, cura per la riabilitiazione e tonificazione dei muscoli del pavimento pelvico e quindi incontinenza, stitichezza, prolasso dell’utero. A livello sessuale tonificare il pavimento pelvico serve per il vaginismo».
Scoperte sul campo?
«Un’ostetrica mi ha confessato di usare “transformer” un massaggiatore di Lelo per le pazienti durante il parto».
Il futuro del vibratore?
«C’è tantissima ricerca: sono nate scuole di design in Europa. Ci sono sempre più vibratori che possono aumentare fantasie, sensazioni, che sono belli per colori. La cosmesi erotica aumenta le sensazioni, non esiste solo un immaginario penentrativo, eterosessuale. C’è il corpo in tutto: la pelle, con i suoi tantissimi punti erotici».