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 2017  settembre 14 Giovedì calendario

Giochi mai visti. Surf, skate, arrampicata: il tempo libero va alle Olimpiadi

Il mondo olimpico è una palla di gomma, tirando bene dalla parte giusta si allarga e si allunga. Ed è un mondo assai attento a come cambia il mondo: per questo sa sperimentare, inventare e rischiare, con un occhio al portafoglio e un altro all’umanità tanto variabile e varia. Così, mentre il Cio ieri a Lima ha consegnato ufficialmente i Giochi del 2024 a Parigi (poteva essere Roma, potevamo esserci noi) e quelli del 2028 a Los Angeles, la prossima Olimpiade di Tokyo 2020 sarà la più innovativa, coraggiosa e forse spudorata della storia perché metterà medaglie al collo di sport mai visti o semmai rivisti: skateboard, karate, arrampicata sportiva, surf, baseball e softball (gli ultimi due c’erano stati dal 1996 al 2008). Senza offesa, le Olimpiadi non sono soltanto la finale dei 100 metri.
I parrucconi del Cio si sono fatti i colpi di sole, e il presidente Thomas Bach ha cercato Giochi «più moderni, con più donne e più urban style». Se a rotazione è sempre accaduto che le discipline si alternassero o si inventassero (quante smorfie scettiche quando vennero introdotti il trampolino elastico, il badminton, lo snowboard, il memorabile curling con gli scopettoni o le biciclettine di ET, cioè il Bmx), stavolta la rivoluzione è più profonda perché meno snob, e va e cercare lo sport dove lo sport si agita: tra le onde e in mezzo ai gradini di città, nelle colline d’acqua dei surfisti o tra gli spigoli urbani degli skaters. I padroni delle TeleOlimpiadi hanno bisogno di più denaro e non potevano dire no ai giapponesi per il karate, o per il baseball e il softball che adorano: la municipalità di Tokyo ha preteso guantoni e mazze, calcolando un ritorno di almeno 50 milioni di dollari. Tra l’altro, noi italiani siamo forti sui “diamanti” o spaccando tavolette, potremmo pure guadagnarci.
Il mondo cambia, il modo di fare sport anche di più. Portare lo ai Giochi significa inseguire gli Youtubers, l’universo gonfio dei filmati che immortalano prodezze. E quanta attualità anche simbolica per gli arrampicatori, autentici fuoriclasse del nostro tempo. Però ogni disciplina merita identico rispetto perché possiede la medesima nobiltà, anche la corsa nei sacchi se verrà quel giorno. E davvero non è il caso di sorridere pensando agli sport che per ora aspettano la chiamata o hanno perso il primo treno: bocce, bowling, polo, frisbee, sumo, beach soccer, paracadutismo, persino scacchi e cha cha cha. Su cosa, semmai, possa considerarsi sport è aperto da decenni il dibattito, però teniamo conto che la società corre – lei sì – i 100 metri ogni giorno, ed evolve molto più rapidamente degli accademici chiamati a dire “tu sei sport”, “tu sei solo un gioco”, “tu al massimo al villaggio vacanze”.
Dilatare le discipline significa aumentare gli eventi (a Tokyo saranno 18 in più), ovviamente gli sport (salgono da 28 a 33, anche se gli ultimi 5 per ora in via temporanea) e il numero degli atleti, che crescono di 447 unità ma per dare spazio rischia la squadra dei rifugiati. Tornano, finalmente, tutte le prove a squadre della scherma. Siccome, però, il mondo sarà pure di gomma ma non è illimitato, per fare posto ai nuovi arrivati si dovranno limare le presenze in molte federazioni, bisognerà sfoltire (per esempio, le “rose” della pallanuoto), ci sarà una categoria in meno per i pesi (tagliati 64 atleti), mentre si salva la lotta libera che era in bilico perché poco televisiva, e già traballa il golf appena arrivato a Rio 2016.
Per aumentare consenso e soprattutto pubblico, sarebbe necessario che il baseball professionistico Usa cominciasse a interessarsi anche ai Giochi, finora trascuratissimi, senza però mettere sempre lo spettacolo al centro di tutto. «Altrimenti si rischia l’effetto- show», ha detto Federica Pellegrini a proposito della staffetta 4x100 mista. «Sinceramente, non mi esalta». L’idea di gare miste, nata anche per ridurre le differenze di genere (le donne salgono dal 44% al 48%) a costo di emulare i leggendari Giochi senza Frontiere, verrà applicata pure al tennistavolo, alla staffetta del triathlon, al judo ovviamente a squadre, al tiro con l’arco, persino alla nobile atletica (anche lei si ridurrà sensibilmente) con la staffetta 4x400 mista. Cresce di due categorie la boxe femminile. E nel basket arriva sia per gli uomini sia per le donne il 3 contro 3, ovvero lo streatball, la pallacanestro di strada a un solo cesto che tanto ha riempito l’immaginario cinematografico e letterario, soprattutto americano. Un capolavoro come la tetralogia di Coniglio di John Updike comincia e finisce proprio così, con qualche tiro a canestro del protagonista in mezzo ai ragazzi, lui che non smette mai di fuggire, non da se stesso ma verso se stesso.