Corriere della Sera, 14 settembre 2017
Il pacco di Pontida
Il sindaco leghista di Pontida è un sensibilone. Rilascerà dei permessi alle donne incinte per parcheggiare l’auto in spazi riservati, le strisce rosa. Onde evitare la ressa – non avete idea di quante automobiliste incinte scorrazzino a tutte le ore lungo i viali di Pontida – ha riservato il beneficio alle sole donne europee ed eterosessuali. Sottolineiamo, come sorprendente segno di apertura, il fatto che non si sia limitato a quelle nate in provincia di Bergamo. Ma, mentre è piuttosto chiaro che per negare il permesso a una gestante americana o ugandese basterà chiederle il passaporto, rimangono abbastanza oscuri i criteri con cui il sindaco Carozzi sniderà una eventuale lesbica che fosse così sfrontata da presentarsi al settimo mese nel suo ufficio per richiedere l’agognato tagliando. Verrà sottoposta a esami clinici? Visitata da uno staff di psicanalisti in camice verde? Invitata a fare il gioco della bottiglia con tutti i maschi che lavorano in Comune? Il Carozzi, uomo saggio e avveduto, ha scritto sul regolamento: «Per donna si intende un individuo umano di sesso femminile». Ma la precisazione lo cautela soltanto dalle transessuali. Le quali, però, è difficile che aspettino un bambino. È una questione delicata, su cui il sindaco non mancherà di aprire un dibattito tra i suoi sostenitori, divisi tra l’ala moderata che vorrebbe rifiutare il parcheggio solo a una lesbica di colore e l’ala oltranzista che preferirebbe passarle sopra con la macchina.
(A tarda sera il sindaco è ritornato un individuo umano e ha ritirato il regolamento).