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 2017  settembre 13 Mercoledì calendario

Rimini: «Aspettiamo da quattro anni la casa confiscata alla mafia»

POTREBBERO far comodo per realizzare tanti interventi sociali ed educativi. Ma oggi in Italia gran parte dei beni confiscati alla mafia sono ancora inutilizzabili, a causa della burocrazia e di una gestione complicata delle procedure. A Rimini non mancano gli esempi: ci sono 5 appartamenti (più altri immobili, tra cui attività commerciali) che sono stati sequestrati da tempo, ma che non sono stati ancora assegnati dall’Agenzia dei beni confiscati. Il più eclatante è il caso dell’appartamento a Marina centro, in via Satyricon, per il quale il provvedimento di confisca (a differenza di altri beni) è già definitivo. «Era il 28 dicembre 2012 quando l’amministrazione – ricorda l’assessore al Patrimonio Gian Luca Brasini – manifestò l’interesse all’assegnazione di due immobili confiscati alla criminalità organizzata. È passato un anno senza che si muovesse nulla, fino a quando, il 5 novembre 2013, l’Agenzia ha chiesto al Comune l’interesse per un solo bene, l’appartamento in via Satyricon confiscato (definitivamente) nel luglio 2010». Un mese dopo, il 5 dicembre 2013, il consiglio comunale ha subito approvato gli atti per acquisire l’immobile e destinarlo al progetto Housing first», il progetto (di emergenza abitativa) per il reinserimento sociale di chi non ha fissa dimora. «Da lì in poi – allarga le braccia Brasini – il nulla. Il Comune ha sollecitato più volte l’Agenzia, ma le risposte sono state le più varie. Sono emerse prima difficoltà sulla nomina di organi interni dell’Agenzia, poi si sono accertate problematiche per le iscrizioni di ipoteche sui beni confiscati. Un episodio che racconta meglio di tante parole di quanto non sia facile entrare in possesso dei beni confiscati. Al contrario, è una strada in salita, costellata di ostacoli, dove si rischia di finire nelle trappole della burocrazia».