il Fatto Quotidiano, 13 settembre 2017
Non solo rifugiati: per motivi umanitari 150 mila permessi negli ultimi 4 anni
Non solo rifugiati: gli stranieri con un permesso speciale per stare in Italia sono molti di più. Decine e decine di migliaia, in continuo aumento. Perché oltre allo status di rifugiati, esistono anche la protezione sussidiaria e quella umanitaria.
E questi due istituti fanno lievitare a dismisura le cifre dell’accoglienza nel nostro Paese: negli ultimi quattro anni a fronte di appena 15 mila domande di asilo accolte, sono stati accordati altri 150 mila permessi straordinari, in deroga alla normativa sulla richiesta di soggiorno.
La legge prevede anche che il pass venga annullato in caso di reati gravi commessi, come potrà accadere al 20enne congolese arrestato per gli stupri del 25 agosto Rimini o al bangladese fermato per la violenza sessuale su una giovane finlandese a Roma, o anche perché ritenuti pericolosi per la pubblica sicurezza (terrorismo). Ma sul numero effettivo delle revoche non ci sono dati, né certezze.
Negli ultimi anni gli sbarchi sulle coste italiane si sono moltiplicati, e insieme a essi anche le domande di asilo: si è passati dai soli 23 mila casi esaminati del 2013 ai 91 mila del 2016. Sono aumentati ovviamente anche quelli accolti: i rifugiati – gli stranieri che avendo timore fondato di essere personalmente perseguitati nel loro Paese d’origine per motivi di razza, religione o opinione politica, hanno diritto a rimanere in Italia – erano 3.078 quattro anni fa, sono diventati 4.808 lo scorso anno.
L’asilo, però, è solo la protezione più completa e più difficile da ottenere: nel 2016, solo il 5% delle domande sono state accettate. Poi c’è anche la protezione sussidiaria, riconosciuta a chi non ha i requisiti per lo status di rifugiato ma in caso di rimpatrio si troverebbe in situazione di rischio oggettivo di pena di morte o la tortura. Infine viene la protezione umanitaria, a chi non ha i requisiti per le prime due, ma nel suo Paese d’origine perderebbe le cure garantite in Italia. E qui i numeri cambiano.
Secondo i dati disponibili sul sito del ministero dell’Interno, i casi di protezione sussidiaria sono passati dai 5.564 del 2013 ai 12.873 del 2016, quelli di protezione umanitaria negli stessi anni da 5.750 a 18.979: solo nell’ultimo anno i permessi rilasciati sono stati oltre 30 mila.
Fra questi ci sono soprattutto nigeriani (3.392), pachistani (3.268) e afghani (3.187), ma anche tantissimi bangladesi (un migliaio) e gambiani (2.032), nazionalità che invece hanno una percentuale relativamente bassa di protezione internazionale accordata (appena il 2%).
Così l’accoglienza, assolutamente contenuta se limitata ai soli 15 mila rifugiati riconosciuti dal 2013 al 2016 (lo status ha valore quinquennale), si trasforma in un’emergenza per lo Stato italiano: a questi, infatti, si sommano i permessi sussidiari, che durano tre anni, e quelli umanitari che invece hanno scadenza annuale (dopo devono essere convertiti in permessi di soggiorno). In questo modo gli stranieri con un pass straordinario per la permanenza sul suolo italiano diventano decine di migliaia: al 2016 almeno 70 mila, stando ai permessi concessi negli ultimi anni.