Corriere della Sera, 12 settembre 2017
Spariamo all’uragano
Soltanto i vigliacchi scappano da un uragano, sentendosi in colpa per averlo attirato con dosi massicce di inquinamento, di cui pare vada ghiottissimo. Davanti all’arroganza di certi uragani una persona perbene non tratta. Spara. In America è nato un gruppo Facebook che si propone di prendere Irma a scoppiettate. Vi hanno già aderito in ottantamila. Forse chi lo ha creato era un immigrato in vena di scherzi, ma il suo appello è stato preso sul serio dai veri americani. «Tiriamolo giù, quel bastardo», ha scritto Bob, trattando l’uragano come se fosse un cacciabombardiere con Kim ai comandi. Gli indiani compivano sacrifici per ammansire le forze della natura? Guardate che fine hanno fatto. Un cowboy sa come difendersi da questa gentaglia celeste. Finché tuoni e fulmini restano a casa propria, liberissimi di fare quello che vogliono. Ma se si ficcano in testa di dettare legge nel ranch di Bob, avranno pane per i loro denti. Il mite sceriffo di una contea della Florida ha pregato i concittadini di rimettere la pistola nella fondina, illustrando con un disegno il rischio che i proiettili tornino indietro. Ma Bob e i suoi amici non si sono lasciati disarmare per così poco. Hanno proposto di usare il lanciafiamme.
Per quanto sia sintomo di coraggio e di intelligenza spinta fino al sacrificio estremo di se stessa, la strategia dei meteo-cowboy comporta costi altissimi in termini di munizioni sprecate. Per fermare gli uragani sarebbe molto più economico un muro. A patto che lo paghino i Paesi caraibici, perché non può essere un caso se le nuvole partono quasi sempre da lì.