la Repubblica, 9 settembre 2017
Di cosa si parla a Berlino: un simbolo d’autore per il Reichstag
Simbolo delle menzogne dei nazisti, bruciato e esautorato delle sue funzioni da Adolf Hitler, il Reichstag è stato recuperato notoriamente con la Riunificazione. Il Parlamento tedesco è stato restaurato da Norman Foster, che ha disegnato in cima una cupola di vetro: per un Paese che si è macchiato di crimini orrendi nel ‘900 e ha umiliato il parlamentarismo di qua e di là del Muro, quasi non esiste edificio più simbolico. Durante la Guerra fredda cadde in rovina: la capitale era altrove, a Bonn. Quando fu trasferita a Berlino, venne l’artista Christo a impacchettarlo. E da poco, uno dei più grandi pittori tedeschi, Gerhard Richter, ha deciso di donargli uno dei suoi capolavori, il ciclo “Birkenau”. Si tratta di quattro grandi quadri in cui Richter ha reso quasi irriconoscibili altrettante foto scattate dai detenuti del crematorio di Auschwitz-Birkenau, nel 1944. L’artista aveva scoperto le foto su un giornale: mostravano due prigionieri a petto nudo in mezzo a un cumulo di cadaveri stipati all’esterno del crematorio, incaricati di bruciarli. Quando il ciclo è stato esposto a Dresda, nel 2015, Richter ne ha documentato la genesi. Prima ha ricoperto le foto di marrone (la terra), poi di rosso (il dolore), verde (il bosco sullo sfondo), antracite (la cenere), infine di bianco (la morte). “Birkenau” sarà esposto d’ora in poi all’ingresso sud. Di fronte a un’altra sua opera, “Nero, rosso, oro”. I colori della Germania.