Corriere della Sera, 11 settembre 2017
Caos vaccini, un bambino su tre non in regola
Roma «Nessuna proroga» e, soprattutto, nessuna eccezione: i genitori dei bambini che non presenteranno entro oggi la documentazione sui vaccini dei propri figli agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, saranno fuori regola. E quindi i bambini non potranno più frequentare la scuola da martedì. Una situazione che potenzialmente riguarda un bambino su tre in Lombardia, e moltissimi in Emilia Romagna e nella Marche, soprattutto nella provincia di Pesaro, secondo una prima stima. Alle famiglie basterà, secondo l’ultima circolare del ministero della Salute, anche solo fornire un’autocertificazione che dimostri l’intenzione di vaccinare: aver preso contatti con la Asl, inviando una mail, una lettera o facendo delle telefonate, basterà ad assolvere l’obbligo. Poi ci sarà tempo fino al 10 marzo 2018 per documentare.
Dopo i tentativi di Veneto e Lombardia di «ribellarsi» alla legge, poi rientrati, il rischio è che a mettere i bastoni tra le ruote siano però oggi le scuole «speciali», come la Scuoletta Montessori di Orbassano, alle porte di Torino. «La nostra intenzione è di non fornire nessun certificato, poi se ci saranno problemi vedremo con i nostri legali», ha detto candidamente la presidente Mara Parisi. Ma dal ministero dell’Istruzione sono subito scattati i controlli: «Le leggi vanno rispettate», ha ribadito la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli a Sky. E l’obbligo di vaccinare riguarda tutti i bambini, ricordano dal Miur: le scuole – paritarie, private o pubbliche – fanno solo da filtro: anche le steineriane, montessoriane o di altro orientamento devono adattarsi.
Le uniche sottratte alla verifica sono le cosiddette scuole parentali, ovvero quelle gestite direttamente in casa da genitori con pochi bambini, come fanno i circensi o i giostrai. Ma attenzione: non hanno obbligo di denuncia, ma i bambini dovranno comunque prima o poi sottoporsi alle vaccinazioni, pena l’intervento dell’Asl, a cui spetta l’obbligo di monitorare e mappare la situazione.
È infatti proprio all’Asl che il dirigente scolastico dovrà comunicare da martedì – o dal primo giorno di servizio della scuola se successivo – i nomi dei bambini che non sono in regola. E se non lo fa? «I dirigenti scolastici sono pubblici ufficiali e non possono che ottemperare la legge», ricorda ancora la ministra. Ma sanzioni precise non sono previste: «È una nuova norma, non c’è niente di chiaro, ma ci auguriamo che tutto si svolga con sollecitazioni e non attraverso i provvedimenti», dice Giorgio Rembado, presidente dell’associazione nazionale presidi. Anche Fedeli si raccomanda di evitare «figure in divisa» a scuola. A Verona, ad esempio, un dirigente è riuscito a convincere tre famiglie su 4 che avevano portato i figli all’asilo senza vaccini. Ma da oggi si apre il vero banco di prova.