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 2017  settembre 11 Lunedì calendario

Livorno, le responsabilità e le polemiche

LIVORNO «Un picco di pioggia» mai visto, secondo la Protezione civile regionale: 200 mm in 6 ore, 250 mm in 12 ore. Ma dopo il disastro, va in scena – anche a Livorno – il puntuale rimpallo delle colpe. Lo scaricabarile delle responsabilità. Il sindaco M5S Filippo Nogarin critica apertamente la Protezione civile regionale: «Il livello di allerta era quello arancione, non il rosso». Per il sindaco Cinque Stelle una differenza fondamentale, che ha condizionato poi tutto il dispositivo di sicurezza schierato in campo: «Avremmo mandato sms a tutta la città». La replica del presidente della Regione, Enrico Rossi, non si fa attendere: «I due codici non sono molto diversi, ma la cosa più atroce dopo la morte di tante persone è proprio il rimpallo sul tipo di allerta meteo». Lutto e polemiche. A Pisa, con lo stesso allarme, arancione, l’amministrazione ha mandato sms a tutti. «Perché noi diramiamo l’allerta – precisa il capo della Protezione civile regionale, Riccardo Gaddi – ma poi sta ai Comuni decidere». Intanto, la Regione ha chiesto al Governo lo stato di emergenza: 3 milioni sono già stati stanziati per gli interventi più urgenti. Oggi asili e scuole a Livorno rimarranno chiuse. Di certo, ieri notte, c’è stato «un evento atmosferico imprevedibile», commenta lo stesso pm Giuseppe Rizzo, a cui è stata affidata l’inchiesta aperta dalla procura di Livorno. E dunque: si poteva, forse, fare qualcosa di più per evitare morti e dispersi?
Fabrizio Caccia
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Filippo Nogarin: «Con il codice rosso sarebbe cambiato tutto»
LIVORNO «Io già lo so, ora mi metteranno in croce, poi chissà interverrà anche la Procura...». Filippo Nogarin, il sindaco di Livorno, ha appena telefonato alla moglie, rimasta sola dall’alba di ieri nella casa allagata di Antignano. Quando lo incontriamo, sono le sei di domenica sera e le riunioni si susseguono nel centro operativo comunale di via Terreni.
Ma davvero, Nogarin, lei non poteva fare di più per evitare questo disastro?
«Facile prendersela sempre con i sindaci, no? Lo dico al governatore Rossi e a tanti altri. Eppoi io sono brutto e cattivo, sono dei Cinque Stelle. Ma per fortuna sono anche un buon rugbista, perciò certi attacchi non mi spaventano».
L’accusano di aver sottovalutato l’allerta diramato dalla Protezione civile regionale.
«Non è vero. La scorsa settimana, per esempio, qui scattò un altro allerta arancione e noi subito ci attrezzammo con le idrovore e tutto il resto. Poi, però, non cadde una goccia d’acqua. L’allerta arancione per noi è la normalità, tante volte ci siamo trovati a riceverlo. Diverso sarebbe stato se fosse stato allerta rosso».
Cioè?
«Di sicuro sarebbe cambiato l’approccio e avremmo mandato sms a tutta la città. Ma il problema vero è che sta cambiando il clima. Sempre più tropicale, imprevedibile, con eventi straordinari. Sabato c’è stato l’allarme rosso in Liguria e non è caduta una goccia d’acqua. Noi abbiamo avuto l’emergenza siccità fino all’altro ieri e poi stanotte sono caduti 250 mm d’acqua, cioè la pioggia che abbiamo avuto da gennaio a oggi. Uno tsunami. Altro che allerta arancione!».
D’accordo, ma sabato sera in Comune che cosa avete fatto, in concreto?
«La Protezione civile mi ha informato via sms che era stata attivata la macchina operativa. Che altro poteva fare? Ma adesso io non starei qui a scaricare le colpe sulla catena degli interventi, a dire chi deve pulire i fiumi e i fossi o che la casa travolta fu costruita dove, un tempo, scorreva il Rio Maggiore. Dobbiamo pensare a cambiare i modelli, non a rincorrere sempre l’emergenza».
Qualcuno del governo l’ha chiamata?
«Sì, il ministro Galletti: sarà qui a breve. Il premier Gentiloni ha sentito il governatore Rossi. Ma basta polemiche è il giorno del lutto. Guardo il cielo con ansia, gli esperti dicono che pioverà ancora».

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Riccardo Gaddi: «L’allarme era chiaro, sta ai sindaci intervenire»
LIVORNO Riccardo Gaddi, responsabile della Protezione civile per la Regione Toscana: il sindaco di Livorno sostiene che se avesse ricevuto da voi l’allerta rosso, anziché arancione, «sarebbe cambiato l’approccio». Ha detto proprio così, Nogarin. Lei che gli risponde?
«Scusi, che cosa cambia? Il codice arancione è lo stesso un indicatore forte di rischio. Il colore rosso sta solo a segnalare una maggiore estensione del territorio coinvolto».
Vuole dire che l’approccio del sindaco sarebbe dovuto essere identico?
«Io non voglio giudicare nessuno, tra l’altro il Comune di Livorno sta rispondendo bene all’emergenza. Però, quando la Protezione civile regionale dirama un allarme di questo tipo, sta poi ai soggetti del territorio declinare il rischio in base alla conoscenza della storia e delle fragilità dei luoghi. Vi faccio notare, poi, che a tutti i Comuni noi abbiamo fornito una App di codice allerta meteo che li tiene aggiornati 24 ore su 24. E abbiamo anche pubblicato tutti i dettagli sul bollettino della Regione «Toscana notizia» che va agli amministratori. Insomma, gli strumenti ci sono».
Che significa?
«Faccio degli esempi: a Carrara, dopo gli eventi catastrofici del passato, alla minima allerta il sindaco chiude le scuole. E lo stesso succede a Forte dei Marmi quando scatta l’allarme vento...».
E poi c’è il Comune di Pisa che sabato sera, dopo l’allerta arancione, ha dato subito il via all’alert system, con messaggi, mail, telefonate ai numeri fissi di tutti i cittadini...
«Sì, però attenzione: io sono di Pisa e a Pisa ha piovuto molto meno. A Livorno, invece, abbiamo registrato un picco di pioggia nella zona tra Stagno e Quercianella che non si era mai visto prima: 200 mm in 6 ore, 250 in 12! Insomma, il rischio meteo era stato previsto, ma la verità è che l’evento si è concentrato su questa fascia di territorio e ha provocato il disastro. Ma non solo...».
Prego, continui.
«Lo sapete che mentre era in corso l’evento, noi eravamo alle prese anche con 2 vasti incendi nella zona sud della Toscana».
Che vuol dire?
«Che il clima si sta cominciando a divertire con noi, forse perché noi negli anni gli abbiamo fatto qualcosa che non dovevamo».