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 2017  settembre 10 Domenica calendario

Tutti stregati da Kikito, il bambino che supera il muro tra Usa e Messico

Ha un anno e un nome: Enrique Achondo, detto Kikito, cresce all’ombra del Muro che separa il suo Messico dagli Stati Uniti. Cercando di attraversare il confine, da gennaio a luglio, sono morte già 232 persone. Kikito non ha mai guardato oltre la barriera. Ma un giorno a Tecate, 60 chilometri da San Diego, un giovane artista che cercava una location giusta bussa per caso alla sua porta, parla con la sua mamma, gli fa una foto. Il frutto di quell’incontro adesso è visibile anche in lontananza, anzi in tutto il mondo. I turisti arrivano da nord, file di macchine convergono per un selfie da sud. Gente come Salma Montoya, 18 anni, che guarda in alto e dice: «È bellissimo».
Il profilo scontornato di Kikito giganteggia sulle sbarre d’acciaio che già serpeggiano per mille chilometri e che Donald Trump vorrebbe far proseguire per tutti i 2.600 del confine. Quei 20 metri di bambino, aggrappati a un’impalcatura e a un supporto di legno, rendono insignificante il muro. Come se fosse un lego da superare in un passo. Le sue manone sono più grosse delle camionette delle guardie di frontiera, più grandi del giovane straniero che ha piazzato lassù il suo viso. Lui, JR, è soddisfatto e sorpreso dal risultato: «Di solito metto le facce della gente sui muri – ha raccontato ai media Usa il “Banksy francese” —. Questa volta ho preso la faccia di un bambino e l’ho fatta diventare un muro immaginario, un muro così grande da rendere ridicola la barriera vera».
Jean René da Montfermeil, alle porte di Parigi, è esperto di volti e di muri. Dieci anni fa ha appeso le gigantografie di 41 persone, palestinesi e israeliane, su ambo i lati della barriera di cemento costruita per dividerle. I suoi mosaici di volti anonimi (Inside Out) girano le strade del mondo. A Rio de Janeiro per le Olimpiadi ha issato silhouette di atleti sui palazzi e in riva all’oceano. Per il progetto Women are heroes ha ritratto donne sconosciute dalla Sierra Leone alla Cambogia.
Kikito che guarda la barriera dall’alto in basso resterà là per un mese intero. Il progetto nasce da un sogno: JR che immagina un bambino che guarda oltre un muro. È un caso che la sua inaugurazione arrivi a ridosso della decisione della Casa Bianca di cancellare il diritto alla cittadinanza per i figli di immigrati «illegali» cresciuti negli States.
Più che alle polemiche con i politici, JR è interessato agli occhi dei bambini, ed è convinto che tutti dovremmo esserlo. «Che cosa pensano dei muri e dei confini, i bambini?». Quella gigantografia di Kikito non sembra lasciare dubbi. Enrique Achondo, un anno di età, vive con la mamma e i nonni a Tecate, lungo una frontiera che, almeno per qualche giorno, è diventata un giocattolo.