Corriere della Sera, 9 settembre 2017
La storia segreta del conte Dracula
In questo 2017 così bizzarro nel quale l’asticella dell’horror si è alzata sensibilmente – la finzione ci spaventa meno di quanto facciano le notizie del giorno – è sempre più complicato, per film e libri e serial tv, spaventarci. È una sfida anche per i giganti del genere – Stephen King ha appena stravinto, conquistando il botteghino americano con il film tratto dal suo terrificante romanzo It (e il pagliaccio assassino, protagonista, ha ispirato una dura presa di posizione dell’associazione americana dei clown preoccupati per il danno d’immagine: non è un pesce d’aprile in ritardo o un esempio di fake news ma una notizia, esilarante, e vera).
Così, è naturale che un pronipote dell’autore di Dracula, Bram Stoker, abbia annunciato che scriverà il prequel della storia di vampiri più famosa, pubblicata nel 1897. S’intitolerà Dracul : Dacre Stoker, 59 anni, canadese, firmerà con un collaboratore, JD Barker, il romanzo in uscita l’anno prossimo. La trama? La creatura di Dracula non era un’invenzione del suo avo, ma era reale: e così il giovane Bram, ventunenne, si troverà a sconfiggere il vampiro prima di scrivere il suo romanzo destinato all’immortalità (o, direbbero i fan, alla «non-morte»).
Dacre Stoker ha spiegato che il romanzo prende spunto da note – inedite – lasciate dal suo avo e dal manoscritto originale: in cerca di tracce sulle presunte 102 pagine che sarebbero state scritte e poi tagliate dalla versione finale di Dracula (che, se davvero esistessero e venissero ritrovate, rappresenterebbero una miniera d’oro per gli eredi). Dracul è un prequel, perciò Dacre ha spiegato al sito specializzato Publishers Marketplace di aver bisogno «di un’idea precisa su quel che era stato incluso nella versione originale, senza tagli», di Dracula.
Nel nuovo libro «ci sarà la storia di quel che successe, nella vita di Bram, per indurlo a scrivere Dracula. La storia si concentrerà su Bram e la sua famiglia: Bram che da ragazzo viveva a Dublino. Queste parti del romanzo saranno basate sulla storia della famiglia Stoker, sulle biografie esistenti, sui diari privati di Bram e sulla nostra immaginazione». Cioè l’incontro dello scrittore «con una forma di malvagità disumana, che riuscì a intrappolare in una antica torre».
Il problema, per i discendenti di Stoker, è che nei diari pubblicati nel 2012 in occasione del centenario della morte, la parola Dracula non compare mai, e nelle note è invece Dacre Stoker a fare ipotesi – spesso abbastanza ottimistiche – su come questo o quel passaggio abbastanza generico potrebbe essere in realtà un’idea iniziale che si sarebbe poi sviluppata in Dracula.
Ma al di là del tentativo del discendente canadese di Stoker – già autore di un sequel di Dracula accolto non benissimo dai critici – di rinvigorire la fama del suo avo, resta la popolarità enorme di una storia di vampiri che ha ispirato più di 1000 romanzi e moltissimi film tra il filologico e il bizzarro, con la serie di Twilight che negli ultimi anni ha vendemmiato vendite record in libreria e incassi milionari al botteghino globale.
Ma perché i vampiri continuano a affascinarci tanto? Facile capire perché nel caso di quelli di Twilight : belli come fotomodelli, a loro il poeta americano Frederick Seidel sul New Yorker dedicò sei anni fa i versi: «È tutto molto strano a New York / I vampiri teenager sono l’ossessione dei teenager / Bocche di rosa che non usano coltelli e forchette». La poesia «Rain» dedicata al post crisi finanziaria del 2008 con «il mondo occidentale in rianimazione», quando a fare spavento sono indici di Borsa e numeri sulla disoccupazione e il debito più che i nipotini di Dracula. Invenzione tardo vittoriana dell’anonimo galoppino di un attore famosissimo del West End londinese: ora pochi appassionati di storia del teatro ricordano quel divo, tutti conoscono il suo assistente, papà di Dracula. Ed è, al netto dei diari segreti e del pronipote in cerca d’inediti e diritti d’autore, la lezione più consolante dell’intera vampiresca vicenda.