Corriere della Sera, 9 settembre 2017
I due carabinieri sotto accusa per violenza
FIRENZE Il sospetto è gravissimo: stupro nei confronti di due studentesse, stordite dall’alcol e dalla droga. Ma non è una condanna per ora quell’avviso di garanzia che la Procura di Firenze ha inviato ai due carabinieri, rispettivamente di 30 anni, single, e 40, sposato con figli, toscani, in servizio al comando provinciale di Firenze, sospettati di violenza sessuale.
La prova regina sarà il dna sulle tracce biologiche trovate dalla polizia sui vestiti delle due ragazze, sulle scale e nell’ascensore dell’antico palazzo dove le due americane sarebbero state violentate. Le analisi sono in corso. «Ci vorranno almeno altri due o tre giorni», dicono fonti della Procura.
Loro, i militari indagati, con i superiori negano tutto. Dicono che non c’è stata alcuna violenza sessuale, raccontano che quella sera era la prima volta che uscivano di pattuglia. Però non sanno spiegare perché non hanno presentato alcun rapporto come avrebbero invece dovuto fare da regolamento.
Certo, gli indizi sono pesantissimi. La Procura considera attendibili i racconti delle studentesse, che prima di venire in Italia avevano stipulato un’assicurazione che prevede anche i danni contro lo stupro, come del resto fanno la maggioranza delle studentesse Usa. Gli accertamenti preliminari sui vestiti delle ragazze hanno riscontrato liquido seminale. E sulle scale e nell’ascensore del palazzo dove le studentesse abitavano insieme ad alcune amiche, sono state trovate altre tracce.
Due telecamere in strada hanno filmato la «gazzella» dei carabinieri che arriva vicino al palazzo dove abitano le giovani e poi, 23 minuti dopo, il passaggio dell’auto mentre esce dalla zona del centro storico. Non esiste però una telecamera davanti all’androne dove si sarebbe consumato lo stupro e dunque non c’è certezza se l’auto sia rimasta realmente posteggiata per tutto quel tempo.
Svaniscono invece i dubbi che i militari abbiano fatto salire le due ragazze a piazzale Michelangelo, dopo che le giovani erano uscite da una discoteca dove i militari erano stati chiamati per una rissa, e le abbiano accompagnate a casa. Le testimonianze delle presunte vittime dello stupro coincidono, gli orari anche, ma non sono sufficienti per trasformare in accusa un sospetto.
«Gli accertamenti sono ancora in corso, ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle ipotesi di reato che vengono mosse», ha dichiarato ieri la ministra della Difesa, Roberta Pinotti. Aggiungendo poi che se lo stupro fosse accertato «sarebbe un episodio gravissimo» aggravato da chi lo avrebbe commesso. «Perché lo stupro è sempre grave, ma è di gravità inaudita se commesso da carabinieri in uniforme, anche se tutto è ancora da accertare», puntualizza la ministra.
Sulla presunta violenza sessuale di Firenze non indaga solo la Procura ordinaria, ma anche quella militare, come prevede il codice e anche a Roma è stato aperto un fascicolo, mentre il caso sta avendo sempre più rilevanza internazionale. Ieri è intervenuto il Dipartimento di Stato americano che, in una nota, ha assicurato un interessamento fattivo. «Prendiamo molto seriamente queste accuse – ha scritto il Dipartimento di Stato —. I nostri uffici sono sempre pronti ad assistere cittadini Usa vittime di crimini che cercano assistenza nelle nostre ambasciate e nei nostri consolati».
I due carabinieri indagati, che non sono stati sospesi dal servizio, non sono stati ancora ascoltati dal magistrato. Probabilmente l’eventuale interrogatorio avverrà dopo i risultati del dna. I militari si sono messi a disposizione. Gli amici dicono che sono in uno stato di prostrazione.