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 2017  settembre 10 Domenica calendario

All’Us Open premi per oltre 50 milioni di dollari

La 137esima edizione degli Us Open si chiuderà con l’inedita finale tra il gigante sudafricano Kevin Anderson (2,03 di altezza) e lo spagnolo Rafa Nadal che per la ventitreesima volta approda alla partita decisiva di uno Slam.
Gli Us Open quest’anno hanno abbattuto il muro dei 50 milioni di dollari diventando il torneo con il prize money più alto nella storia del tennis. Un incremento del 9% rispetto al montepremi dello scorso anno, il doppio del 2013 quando i premi distribuiti si fermavano a 25 milioni di dollari. Un aumento a beneficio, soprattutto, dei tornei di qualificazione (+49,2%) e di doppio (+8,6%), mentre l’assegno dei vincitori dei singolari vedrà 200mila dollari in più rispetto al 2016.
Se alla vigilia della quarta e ultima prova del Grande Slam della stagione, il maggiore interesse è stato destato prima dall’entità del montepremi e poi dai forfait in campo maschile (cinque tra i primi 11 della classifica, tra cui Andy Murray e Novak Djokovic), all’inizio del torneo è stata la biglietteria a stabilire nuovi record. Nei quattro giorni dedicati alle qualificazioni si sono registrati 41.612 spettatori, nella prima giornata dei main draw sono stati 61.839, divisi nella doppia sessione diurna (38.168) e serale (23.671). Quattro giorni consecutivi di sold out hanno inoltre concluso la prima settimana di incontri. 
Finora, l’edizione con la maggiore affluenza di pubblico è stata quella del 2009: 721.059 spettatori in 26 sessioni di gioco con una media giornaliera di 27.733 persone per un torneo che ogni anno raggiunge almeno quota 700mila. Gli Us Open, che arrivano a fatturare 200 milioni di dollari l’anno, non sono l’unico fiore all’occhiello di una Federazione, la Usta – United State Tennis Association – che nell’ultimo quinquennio ha fatto investimenti importanti soprattutto nell’impiantistica. Il Billie Jean King National Tennis Center, che ospita gli US Open, si sviluppa su un’area di 46 acri e la sua fortuna è iniziata nel biennio 1976/77 quando la zona, paludosa e con la presenza di una discarica, è stata bonificata ed è iniziata la costruzione del moderno impianto di Flushing Meadows inaugurato nell’ex stadio Louis Armstrong, campo centrale fino al 1997 quando è stato tagliato il nastro dell’Arthur Ashe Stadium, realizzato in 18 mesi, con una capienza di quasi 23.800 persone. 
Un nuovo piano di ampliamento, presentato nel 2013, si è sviluppato in tre fasi e si concluderà l’anno prossimo per un investimento complessivo di 500 milioni di dollari. Originariamente tale piano non prevedeva la copertura della pianta ottagonale dell’Arthur Ashe Stadium che è stata invece realizzata lo scorso anno (costo 150 milioni dollari). Il progetto, a cura dello studio Rossetti, ha visto l’ideazione di un tetto in acciaio bianco, sostenuto all’interno da 8 pilastri, il cui peso di 6.500 tonnellate è stato distribuito su 1.700 travi strutturali che lo scaricano all’esterno dell’impianto grazie al supporto di altre 24 colonne; il tetto retrattile si apre e si chiude in sette minuti e l’impianto di illuminazione conta 360 luci Led. 
Oltre a questa copertura, il piano di ampliamento ha visto, nel corso degli anni, l’inaugurazione di un nuovo stadio – il campo 17 – da 2.800 posti nel 2011, dei practice grounds dedicati agli allenamenti nel 2014, del nuovo Grandstand da 8.125 spettatori lo scorso anno. L’ultima fase prevede, nel 2018, la riapertura del Louis Armstrong Stadium da 14.000 posti (originariamente ne conteneva circa 19.000) con tetto retrattile, sostituito quest’anno da un impianto provvisorio in alluminio da 8500 posti.
La Federazione Usa ha fatto le cose in grande anche a Orlando, in Florida, dove all’inizio del 2017 è stato inaugurato il nuovo centro d’allenamento federale, l’Usta National Campus di Lake Nona, ideato e realizzato in tre anni. Su una superficie di 64 acri sono stati costruiti 100 campi da tennis, alcuni dotati di una tecnologia intelligente che fornisce video e dati per analizzare il gioco dei singoli tennisti, con superfici differenti (tre tipi di cemento, Plexicushion, DecoTurf e Rebound Ace, terra verde americana e terra rossa europea), due mini-stadi da 1000 posti per le finali dei tornei, una zona dedicata ai campi di mini-tennis, oltre all’Adidas Performance Center per gli junior (il brand tedesco è anche sponsor dei principali tornei giovanili americani). Costo : 63 milioni di dollari. I risultati? Alla fine del 2012 negli Usa si contavano 88mila tennisti a fronte dei 500mila della Francia. Oggi, a scorrere le ultime classifiche, tra i top-100 i tennisti americani sono 9, le tenniste 14. Agli Us Open hanno superato le qualificazioni in 8 (5 donne e 3 uomini) e nei main draw erano presenti 42 rappresentanti a stelle e strisce (23 donne e 19 uomini), con le semifinali femminili appannaggio di quattro americane (Venus Williams-Stephens, Vandeweghe-Keys) come non accadeva da 26 anni.