Il Sole 24 Ore, 9 settembre 2017
Champions League, in palio 1,3 miliardi
La squadre italiane esordiranno in Champions League martedì prossimo, 12 settembre, in una doppia sfida iberica. La Roma ospiterà l’Atletico Madrid all’Olimpico, mentre la Juventus sarà in trasferta a Barcellona in un incrocio che nelle ultime edizioni del torneo si è ripetuto spesso, a cominciare dal successo dello scorso anno che ha spalancato ai bianconeri le porte della finale di Cardiff. Il Napoli che ha superato lo spareggio con il Nizza è invece atteso mercoledì 13 in Ucraina dallo Shakhtar Donetsk.
Dopo diverse stagioni ai nastri di partenza della massima competizione continentale ci saranno tre formazioni italiane. Situazione che farà scendere i valori del cosiddetto market pool, vale a dire le somme assegnate alle società in base al mercato televisivo nazionale. Nelle ultime tre edizioni, l’eliminazione del terzo club tricolore (in sequenza Napoli, Lazio e Roma) ha determinato, in effetti, maggiori introiti tv per le restanti due società partecipanti. Il market pool italiano nel triennio 2015/18pesa per poco più di 100 milioni. Alla Juventus, ad esempio, nella stagione 2015/16 sono andati 53 milioni e alla Roma 48.
Le squadre guidate in panchina da Massimiliano Allegri, Eusebio Di Francesco e Maurizio Sarri dovranno quindi sforzarsi di ottenere più risultati possibili in campo in modo da compensare il minore market pool con i premi “sportivi”. Nell’ultimo quinquennio il cattivo rendimento (ad esclusione della Juve capace di raggiungere per ben due volte la finale) ha fatto si che tra le compagini delle grandi leghe, quelle della Serie A portassero a casa i bonus più bassi. Conseguire buoni risultati, peraltro, sarà utile anche per conservare il quarto posto nel ranking Uefa che dal prossimo anno assicurerà all’Italia quattro posti nei gironi della Champions, senza più costringere il terzo classificato del campionato a passare dalle forche caudine del turno preliminare.
Il montepremi della stagione 2017/18 della Champions è di 1,7 miliardi. La Uefa ha incassato complessivamente tra diritti tv e sponsorizzazioni 2,3 miliardi di euro. Il 12% di questi proventi (282 milioni) viene destinata a coprire i costi organizzativi e amministratitvi, mentre l’8,5% (poco meno di 200 milioni) rientra nel meccanismo di solidarietà.
I soldi destinati ai due tornei peraltro presentano un divario molto marcato che in questi anni è stato solo minimamente intaccato. Tra i club presenti in Champions andranno ripartiti 1,3 miliardi, contro i circa 400 milioni (meno di un terzo) assegnati alle società impegnate in Europa League.
Nel dettaglio, per quanto concerne la Champions il market pool è stiamto in 507 milioni. I premi fissi ammontano invece a 761,9 milioni di euro.
Ai 32 club ammessi ai gironi sono garantiti 12,7 milioni a testa. Ogni partita vinta vale un gettone di 1,5 milioni e ogni pareggio 500mila euro. Chi accede agli ottavi di finale poi usufruirà di un ulteriore assegno da sei milioni, più altri 6,5 milioni per i quarti di finale e 7,5 milioni per le semifinaliste.
I vincitori del torneo aggiungeranno 15,5 milioni al totale, mentre per la finalista perdente è previsto un premio di consolazione da 11 milioni. Fare percorso netto, a prescindere dalla quota derivante dal market pool, per una squadra può significare mettere assieme un bottino pari a 57,2 milioni di euro. Senza considerare la Supercoppa Europea per la quale quest’anno sono già stati distribuiti 4 milioni al Real Madrid, vincitore del trofeo, e 3 milioni al Manchester United sconfittto nell’incontro disputato all’Arena Philip II di Skopje lo scorso 8 agosto.
Con la partecipazione di cinque squadre della Premier League, tre della Serie A, quattro della Liga spagnola, tre della Bundesliga e due della Ligue 1, questa edizione della Champions è tra le più ricche di sempre in termini di fatturato delle società che si contenderanno il trofeo. Le 32 formazioni, infatti, vantano un giro d’affari totale di oltre sette miliardi di euro, una media di 220 milioni a testa.
In una competizione come la Champions il peso dei ricavi è diventato con passare degli anni sempre più determinante: nelle ultime 10 stagioni hanno alzato la Coppa dalle grandi orecchie solo club che risiedono stabilmente al vertice della graduatoria delle entrate (tre volte a testa Real Madrid e Barcellona, una volta il Manchester United, il Bayern Monaco e il Chelsea). L’unico strappo alla regola è stato merito dell’Inter di Massimo Moratti e José Mourinho che comunque nel 2010 era ancora nella top ten europea dei ricavi.