Gazzetta dello Sport, 9 settembre 2017
Le zanzare continuano a colpire

L’estate resiste e le zanzare imperversano. Ad Anzio (una spiaggia di Roma) tre persone sono risultate affette da Chikungunya. Febbre, macchie rosse sulla pelle, dolori alle articolazioni che possono durare mesi e che per essere sopportati costringono il paziente a un’immobilità assoluta. Il colpevole è una zanzara tigre (aedes albopictus).
• Chiku... ehm...?
Lo so, è una febbre tanto rara che gli è rimasto il nome in lingua swahili. Significa, più o meno: «ciò che contorce». È dolorosa ma di rado uccide. Scoperta negli anni Cinquanta, diffusa in Asia e in Africa, nel 2007 colpì 250 persone in Romagna, a Castiglione di Cervia e Castiglione di Ravenna, due cittadine separate dal fiume Savio. Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, racconta: «Allora morì una persona, che era molto anziana e aveva altre malattie serie. Dal 2007 a oggi non abbiamo registrato nuovi casi, ma in Francia, dove pure esiste una sorveglianza molto attiva, ogni anno vengono individuati fra 10 e 13 pazienti con Chukungunya autoctona, oltre a diversi casi di febbre dengue. I contagi sono concentrati sulle coste meridionali del paese. Per entrambe le malattie le responsabili sono le zanzare tigre, che pungono persone infette e diffondono la patologia fra gli individui vicini. Per fortuna si tratta di insetti molto pigri, che non si spostano per più di un centinaio di metri. Se non entrano in macchina o in altri mezzi di trasporto, raramente le epidemie raggiungono dimensioni importanti». La zanzara tigre vive in Italia almeno dal 1990.
• Com’è la situazione ad Anzio?
I tre hanno manifestato i sintomi ad agosto, e adesso sono guariti. Non erano andati all’estero nelle due settimane precedenti. Il già citato Gianni Rezza spiega: «Probabilmente il numero complessivo dei contagi è superiore a tre. Ma la zona è già stata disinfestata e l’arrivo dell’autunno impedirà all’epidemia di estendersi oltre». Le donazioni di sangue da parte di individui che sono passati per Anzio sono state bloccate per 28 giorni.
• Che si sa del caso di Trento?
La bambina di quattro anni morta di malaria. La magistratura ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando l’omicidio colposo. L’Istituto superiore di sanità sta analizzando i vetrini con i campioni ematici inviati a Roma dall’ospedale S. Chiara di Trento. È la stessa procedura che si adotta quando i carabinieri del Ris cercano tracce dell’assassino attraverso l’analisi genetica. Il dna lasciato dalla zanzara è uguale a quello delle due sorelline di 4 e 11 anni rientrate dal Burkina Faso con la malaria? In questo caso il killer sarà stata individuato, e il caso potrà considerarsi chiuso. Ma se non sarà così, bisognerà cercare le tracce della zanzara assassina a Bibione, dove Sofia era in vacanza con genitori e fratello, o nel Nordest, fra Trento e l’Adriatico. Nell’ospedale Santa Chiara sono state sistemate quattro trappole per zanzare, ma nessun insetto ha abboccato agli effluvi-esca di anidride carbonica. Se le indagini dovessero escludere il contagio al Santa Chiara, le ricerche sui viaggi della famiglia, il camper, le zone intorno agli aeroporti di Verona, Venezia, Treviso.
• Gli immigrati c’entrano?
Mah. Quando arrivano sono sottoposti a parecchi controlli. Nella gran parte si tratta di giovani, magari malnutriti, ma in buona salute. È più facile che i loro anticorpi siano disarmati contro le malattie nostre che l’inverso.
• Che razza di insetto è, alla fine, la zanzara?
Il fossile più antico risale al Mesozoico, cioè 250 milioni di anni fa. Succhiano sangue in una quantità anche tripla rispetto al peso del loro corpo (in proporzione è come se noi umani ingurgitassimo cibo per 150-200 chili ogni volta). Sono attratte da persone con gruppo sanguigno 0, accaldate, che espirano anidride carbonica, quindi fortemente seducenti risultano i bevitori di birra. Avrebbero anche inclinazioni cromatiche per il rosso, il blu o il nero. Pungono solo le femmine, a cui il sangue serve per la maturazione delle uova. Ne depongono due-trecento la sera, su una superficie d’acqua. Respirano con il sedere, vedono poco ma si orientano al buio, succhiano il sangue conficcando la proboscide nella pelle. Quando pungono, abbassano le antenne e tengono alzate le zampe posteriori. In questo modo avvertono ogni spostamento d’aria. Se ne conoscono 3.540 specie. In Italia ce ne sono 62 (12 si cibano del sangue umano, le altre di quello animale). Distanza da cui riescono ad annusare la vittima: 35 metri. Velocità: da 0,5 a 5 km/h; frequenza del battito alare: 600 volte al secondo. Sangue succhiato per ogni puntura: 5 mg (dopo il pasto riposano per 48 ore). Alcune specie hanno denti chitinosi con cui masticano i globuli rossi per renderli più digeribili. I maschi attirano le femmine danzando in grandi sciami al tramonto. Le femmine, invece, li affascinano col loro ronzio: i maschi, infatti, sono in grado di percepire solo la frequenza del suono prodotto dalle femmine mature. Si accoppiano una sola volta nella vita e lo fanno in volo, poi conservano il seme del maschio nell’addome e fecondano con quello una parte delle uova (stesso sistema delle regine di termitai e formicai). Una volta che hanno punto una persona, lasciano sul suo corpo sostanze che attirano altre zanzare.