Avvenire, 8 settembre 2017
Ecco chi sceglie i nomi dei cicloni e degli altri disastri naturali
Harvey e Irma sono già sui media di tutto il mondo, José e Katia stanno per entrarci: i nomi delle tempeste tropicali atlantiche statunitensi, associati a eventi naturali spesso distruttivi e luttuosi, vengono decisi dall’Oganizzazione meteorologica mondiale ( Wmo). Seguono un rigoroso ordine alfabetico e sono scelti da sei elenchi. Ognuno di questi elenchi contiene 21 nomi, uno per ogni lettera dalla A alla W. Con qualche eccezione: niente uragani chiamati Quentyn, Uma, Xavier o Yannick, ad esempio. I sei elenchi vengono utilizzati a rotazione: ciò significa che l’elenco usato quest’anno era già stato utilizzato nel 2011 e sarà riutilizzata nel 2023.
Gli uragani più devastanti, però, vengono depennati dalla lista, in modo che rimangano associati soltanto all’anno in cui hanno avuto le conseguenze più gravi. Ad esempio, nel 2011 Irene aveva provocato 56 morti nel suo viaggio tra Caraibi e East Coast. Una furia tale da suggerire alla Wmo di toglierla dai nomi da riutilizzare. Stessa cosa per altri 81 uragani, il cui nome non verrà più assegnato: è il caso di Sandy, che nel 2012 aveva ucciso 182 persone, e di Katrina, che nell’agosto del 2005 aveva spazzato via 1836 vite.
Ai sei elenchi per gli uragani atlantici, si aggiungono quelli del Pacifico del nord-est, e quattro per le tempeste che si formano nel centro-nord del Pacifico. E nomi ancora diversi sono associati ai fenomeni meteorologici che si sviluppano nei mari del sud della Cina, al largo dell’Australia o dell’India, per un totale di dieci diverse aree ognuna delle quali dotata di liste di nomi, che così hanno origini inglesi, spagnoli, olandesi e così via. È solo dal 1953 che gli uragani hanno i nomi propri di persona. Prima del 1950 venivano indicati semplicemente da un numero, poi per qualche tempo sono state usate parole come Able, Baker, Charlie. Dal ’53 si scelsero i nomi propri, inizialmente soltanto femminili. Dopo 25 anni, sull’onda delle pressioni dei gruppi femministi, la regola è cambiata ancora una volta. Dal 1979, così, i nomi che di anno in anno si assegnano rispettano l’alternanza di genere. Nessuno strappo alla regola, tantomeno per provocazioni come quella di Care2, la community online di ambientalisti che ha avviato una raccolta di firme per cambiare il nome dell’uragano Irma che sta flagellando i Caraibi minaccia la Florida. Più di 5mila persone hanno detto sì alla proposta di chiamarlo Ivanka, in riferimento alla figlia di Donald Trump per denunciare che, a dispetto di quanto sostiene il presidente, «il cambiamento climatico ha un impatto sulla formazione delle tempeste tropicali, rendendole più potenti e pericolose».