Il Sole 24 Ore, 8 settembre 2017
Facebook perde la maxi-sfida con Murdoch sul cricket indiano
Lo sport in diretta. I film più popolari. La musica in streaming. Tra i big dell’hi-tech si gioca una partita a suon di dollari per l’acquisto dei diritti legati ai contenuti digitali. Partita dove milioni e miliardi piovono come noccioline. Ultima in ordine di tempo è la gara per i diritti televisivi della Premier League di cricket dell’India fino al 2022, campionato visto da oltre un miliardo di persone. Il cricket nel secondo paese più popolato del mondo è una vera e propria mania. E lo è anche per i tanti indiani che vivono all’estero, in Europa, negli Stati Uniti, in Medio Oriente, in Africa. Ci sono canali televisivi che offrono partite e dibattiti infiniti 24 ore su 24. In India nessun altro sport – calcio, basket, Formula Uno – ha lo stesso seguito. I migliori giocatori sono considerati dei semidei. Venerati dai tifosi e dai ragazzini che giocano per strada sognando di imitarli. Quando, per dire, la nazionale indiana perde una partita è una iattura, alla stregua di un lutto nazionale.
Facebook ha partecipato alla gara per la conquista dei diritti per lo streaming digitale della serie A di cricket indiana (Ipl) da qui fino al 2022. Ha offerto 600 milioni di dollari per poter trasmettere tutti i match sul popolare social network che ha 2 miliardi di utenti attivi al mese – solo in Italia supera i 30 milioni. Senza considerare poi gli altri due prodotti di proprietà del gruppo di Mark Zuckerberg. Instagram, 700milioni di utenti attivi, amata soprattutto dai più giovani. E WhatsApp, popolare servizio di messaggistica che ha raggiunto gli 1,2 miliardi di utenti.
I 600 milioni di dollari messi sul piatto dal colosso di Menlo Park non sono bastati. Il Board of Control for Cricket in India (Bcci), ossia la federazione nazionale professionistica del gioco del cricket ha preferito Star India, società controllata dalla Twenty-First Century Fox di Rupert Murdoch, che ha offerto 2,55 miliardi di dollari per i diritti televisivi e digitali combinati. Della partita facevano parte anche colossi come Sony, SuperSport, Airtel e Bamtech.
Facebook ha perso. Ma la sua offerta è significativa perché mostra gli sforzi della società per accelerare nello streaming dei grandi eventi sportivi, e alla ricca pubblicità che si portano dietro. La “puntata” di Facebook è significativa anche per un secondo motivo: in termini di valore si tratta della cifra più elevata mai offerta per lo streaming digitale sportivo, mercato appena nato, in rapidissima crescita. Facebook, che nel luglio scorso ha superato i 500 miliardi di capitalizzazione di Borsa, ha messo a budget qualcosa come 6,25 miliardi di dollari per gli eventi sportivi in diretta. Il primo è stato lo scorso anno: la partita di calcio della Premier League inglese tra Manchester United e Everton. A cui sono seguiti altri match di basket, baseball e ancora calcio. Nel maggio scorso Facebook ha trovato un accordo con la Major League di Baseball americana per trasmettere tutti gli incontri della prossima stagione. Non è tutto. Facebook è in gara con Twitter e Snapchat per ottenere da Fox i diritti online degli highlights dei Campionati del mondo di calcio di Russia 2018. E ha già nel mirino le Olimpiadi di Tokyo 2020. Fb ha anche offerto milioni di dollari alla major discografiche per avere il diritto di trasmettere sulla sua piattaforma i video musicali. La battaglia si gioca anche sui film. Amazon e Apple, tanto per fare un esempio, in questi giorno sono in gara per contendersi i diritti di utilizzo in digitale dei film di 007. Per l’intero catalogo delle avventure di James Bond si parla di una cifra compresa tra i 2 e i 5 miliardi di dollari.