Il Sole 24 Ore, 8 settembre 2017
Domande e risposte sul caso della Catalogna
Cosa chiede la Catalogna?
La Catalogna rivendica una storia, una cultura e una lingua diverse dal resto della Spagna. Le spinte indipendentiste sono sempre state fortissime e tenute sotto controllo solo dalle concessioni dei governi nazionali. I partiti autonomisti catalani, di destra e di sinistra, si sono coalizzati nel nome del «diritto a decidere» dei cittadini e vogliono che si tenga un referendum sull’indipendenza il primo ottobre. Le leggi sulla consultazione approvate in questi giorni dal Parlamento catalano hanno già messo
di fatto la Catalogna fuori dall’ordinamento giuridico spagnolo.
Cosa può fare Madrid per fermare la secessione?
Per la Costituzione spagnola «lo Stato è indivisibile». Per questo motivo il governo di Mariano Rajoy fa affidamento sulla Corte Costituzionale che ha sempre bocciato – come nel 2014 con un primo referendum poi – i tentativi della Catalogna di forzare le leggi nazionali per arrivare alla secessione. In casi eccezionali, la Costituzione attribuisce inoltre al governo di Madrid la facoltà, se una delle 17 comunità autonome non rispetta la legge – di «adottare tutte le misure necessarie a proteggere l’interesse generale», fino ad arrivare ad azzerare l’autonomia delle istituzioni regionali.
La Catalogna sarà indipendente dopo il referendum?
A Barcellona è tutto pronto ma per la Spagna il voto non ha base legale. Una dichiarazione unilaterale di indipendenza potrebbe avere conseguenze gravissime. La forza delle rivendicazioni separatiste dipenderà da quanti catalani voteranno Sì in un referendum che non prevede quorum.