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 2017  settembre 07 Giovedì calendario

Libano, presa la mente del rapimento di Quirico

La caccia è finita. Le forze di sicurezza di Beirut hanno intercettato e tratto in arresto Obeida al-Hujeiri, cittadino libanese esponente di spicco di formazioni terroristiche, la mente del rapimento del giornalista italiano Domenico Quirico e dell’insegnante belga Pierre Piccinin avvenuto nell’aprile del 2013. 
Lo riferiscono a La Stampa fonti vicine ai servizi di informazione del Paese dei cedri. Sono almeno venti i mandati di cattura spiccati nei confronti di Obeida, il cui arresto è giunto con le operazioni di liberazione del Qalamoun Occidentale. «È un gran colpo», spiegano i servizi. L’uomo guidava una Toyota FJ Cruiser nei pressi di Ersal, città prossima al valico, era senza documenti, e in macchina sono state trovate armi e munizioni. Ha subito confermato la sua identità e confessato alcuni reati a lui ascritti. «È sfuggito più volte anche grazie alla protezione di alcuni politici e ai legami con formazioni filo-saudite». Una primula nera della jihad il cui percorso inizia col Free Syrian Army, per poi compiere il salto di qualità col passaggio a formazioni gravitanti tra Al-Nusra e Isis. «Non era uno qualsiasi – sottolineano – era un capo, ha partecipato personalmente a uccisioni di soldati, e normali cittadini libanesi e siriani, sin dall’inizio della guerra in Siria. «È autore nel 2013 dell’assassinio dei tenenti Pierre Machelani e Ibrahim Zahraman dell’Esercito libanese, uccisi durante un pattugliamento». È tra quelli che, il 2 agosto 2014, invadono Ersal, città di confine con la Siria il cui sindaco sembra sia a lui imparentato. Negli stessi giorni in cui viene attaccata la caserma dell’Esercito libanese, Obeida è nel commando di fuoco che vuole vendicare l’arresto del capo di Liwa Fajr al-Islam, l’Alba dell’Islam, gruppo legato ad Al-Nusra. 
Alcuni soldati vengono portati via e nascosti nella casa del padre Moustafa al-Hujeiri, detto Abou Takieh. Nel frattempo avviene il sequestro di Quirico e Piccinin subito dopo che dal Libano entrano in Siria per raccontare la guerra civile dal lato dell’opposizione. «Obeida è mente e regista del rapimento, forse era stato lui stesso o suoi uomini a individuare in precedenza il vostro collega», spiegano senza aggiungere altro a causa dell’inchiesta in corso. La liberazione dei due è avvenuta a settembre del 2013. A maggio dello scorso anno Abou Ali Zahrani, capo operativo di Hezbollah, aveva rivelato a La Stampa che erano stati i suoi uomini a catturare gli esecutori materiali di quel rapimento.