La Stampa, 7 settembre 2017
Il Comune non recupera neppure i soldi dei lumini
Napoli – gravata da un’eredità di malagestione pesantissima – si trova in stato di predissesto dal 2013. Il piano di riequilibrio, che prevedeva il risanamento nel giro di 10 anni, è stato rivisto più volte. La Corte dei Conti a metà luglio ha individuato altri 2,2 miliardi di euro di possibile ulteriore buco nel biennio 2015-2016. E i revisori dei conti comunali usano parole durissime: «Allo stato – hanno scritto in una relazione consegnata l’8 agosto scorso al sindaco Luigi De Magistris – non ci sono le condizioni per attuare il percorso di graduale risanamento dell’ente volto a superare gli squilibri strutturali di bilancio».
C’è un problema serissimo che riguarda l’indebitamento pregresso, con il piano di risanamento; ma soprattutto c’è un problema serissimo nella riscossione. Al 30 giugno, dei 928 milioni attesi di entrate tributarie, ne erano stati riscossi 309. Del miliardo di entrate «residue» storiche accumulate, sono entrati solo 68 milioni. Dei 278 milioni di multe sono entrati solo 20 milioni. Da un miliardo di «residui riscossi» sono giunti solo 18 milioni. Per fare cassa si era puntato sulla vendita degli immobili, ma i risultati sono stati scarsissimi.
Della difficoltà della situazione è consapevole il nuovo assessore al Bilancio di Napoli, l’ex dirigente Cgil Enrico Panini, che punta il dito contro il taglio dei trasferimenti, il continuo cambio delle regole di contabilità, e contro certe eredità del passato, come i 19 milioni di debiti lasciati dalla gestione commissariale del terremoto del 1980. Panini e De Magistris hanno chiesto di recente a Gentiloni una norma per spalmare il debito su 30 anni. Ma l’assessore promette: «Sono arrivato proprio per fare un’azione straordinaria di recupero di tasse e multe non riscosse. In due settimane a luglio abbiamo recuperato già 15 milioni». Per sistemare i conti è in vista la cessione di una quota dell’aeroporto di Capodichino. Il piano prevede anche il recupero di 3,6 milioni l’anno per i lumini votivi che a Napoli nessuno paga, anche se costano poco. «Quest’anno – ammette Panini – difficilmente ci riusciremo».