Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  settembre 07 Giovedì calendario

I Manetti Bros fanno ballare pure la camorra

VENEZIA Quando Mario Merola incontra Tarantino, Gomorra si sposa con Grease, Flashdance risuona nei vicoli e James Bond batte il cinque a Travolta, il cinema italiano fa centro. E al Lido esplodono applausi e risate anche a scena aperta. Poi, all’uscita della proiezione, cantano e ballano gli spettatori del musical Ammore e malavita, terzo film nazionale in concorso diretto dai Manetti Bros, ambientato a Napoli, coreografato da Luca Tommassini (vedi intervista sotto), musicato da Pivio & Aldo De Scalzi e interpretato da Claudia Gerini, Serena Rossi, Giampaolo Morelli, Carlo Buccirosso, Raiz. Sarà in sala il 5 ottobre con 01.«È il nostro omaggio alla sceneggiata napoletana con le musiche moderne», spiegano i due registi romani al loro secondo film, dopo Song ’e Napule, ambientato all’ombra del Vesuvio. «Napoli è una grande capitale italiana della cultura in cui l’arte, l’architettura, il teatro, la letteratura, la musica e il cinema sono incredibilmente vivi. Nel bene e nel male è una città sopra le righe e regala sempre emozioni forti».
Maestri della contaminazione dei generi, bravissimi a sparigliare le carte e a giocare con i luoghi comuni, i Manetti Bros hanno immaginato una grande storia d’amore che si consuma tra faide criminali, sparatorie, agguati, messe in scena, tradimenti: la storia che lega Ciro, sicario della camorra (Morelli), alla candida infermiera Fatima (Rossi) e porta entrambi a fuggire dal loro destino sfidando il boss Buccirosso e la spietata moglie Gerini. Si spara, si ama, si soffre. Soprattutto, si canta e si balla.
REAZIONE A GOMORRA
Il film vuole essere la risposta a Gomorra e alle infinite rappresentazioni di Napoli come epicentro della criminalità? «Ammore e Malavita nasce anche come reazione alla tendenza, in atto da anni, di mostrare solo il lato negativo della città dove qualcuno ti sconsiglia di andare perché rischi di venire rapinato, o peggio», rispondono i Manetti. «Ma Napoli non è solo Gomorra. È tanto altro, compresa la genialità dei suoi abitanti di trarre profitto dagli stereotipi e magari trasformare i sinistri palazzoni di Scampia in una meta turistica: per questa ragione, nel film, abbiamo simpaticamente preso in giro questo turismo della paura. Ma non abbiamo pensato a Gomorra: ci sono i cattivi come in ogni film d’azione».
Per gli attori, tutti napoletani ad eccezione di Gerini (bravissima comunque a destreggiarsi con il dialetto), Ammore e malavita ha rappresentato un’occasione per rendere omaggio alle proprie origini. «Il mio personaggio, Ciro, è un mix tra Mario Merola e John Travolta», dice Morelli, «uccide con i coltelli, con le arti marziali e con il mitra. Nella mia vita e nella carriera la mia napoletanità è un valore aggiunto». Serena Rossi rappresenta invece l’aspetto «etico» della storia, è lei che tenta di riportare il suo uomo sulla buona strada: «Della mia terra amo particolarmente la positività: è l’arma migliore per cambiare», dice l’attrice e cantante.
E Claudia Gerini si conferma la vera, irresistibile dark lady di questa 74ma Mostra: spietata ragioniera vaticana nella serie Suburra, per i Manetti Bros si è trasformata in un’appariscente, scaltra e aggressiva pupa del boss. «Ho un nonno napoletano», sorride l’attrice, «e sul set avevo un coach per i dialoghi. Mi sono divertita immensamente, stando bene attenta a non sconfinare nella macchietta».