la Repubblica, 7 settembre 2017
Verso Sud: il cinema punta sul meridione. Gli autori italiani, da Marra a Winspeare, scelgono storie di Napoli, Palermo, Puglia
VENEZIA Il festival lo certifica: il Sud rimane il territorio privilegiato del cinema italiano. Soprattutto Napoli e la Campania, ma non solo. La metropoli del Sud stimola tentativi molto di versi di raccontarla, tutti a partire da un presente drammatico magari trasfigurato con l’ironia e la metafora. Mentre in concorso passava un musical partenopeo, Ammore e malavita, a Orizzonti c’era addirittura un film di fantascienza in animazione, Gatta cenerentola, napoletanissimo per cultura e per produzione, miracolosamente messo in piedi da un gruppo di animatori napoletani a costi assai ridotti rispetto a quelli consueti. Sulla lontana falsariga della fiaba di Basile, è una versione nera che tiene conto magari di Kill Bill o del fumetto alla Frank Miller (ma i disegni ricordano anche la più bella graphic novel su Napoli, 5 è il numero perfetto di Igort).
Poco discosto, a Ponticelli, è ambientato L’equilibrio di Vincenzo Marra (presentato alle Giornate degli autori), su un giovane prete che si trova davanti non solo la popolazione decimata dal cancro causato dai rifiuti tossici, ma anche una serie di situazioni di violenza a cui cerca di porre energicamente rimedio. Il suo piglio benintenzionato rigoroso, tuttavia, rischia di fare più danni che altro, come certi santi impossibili dei film di Luis Buñuel ( Nazarin). Il film sceglie insomma una prospettiva non manichea: e infatti le scene migliori sono quelle con il vecchio prete che “sa come va il mondo”.
Ma, si diceva, in un anno in cui il Nord Italia è quasi assente dai nostri schermi (c’è la Padova di Segre, girato però in gran parte in Sicilia), si sono visti lampeggiare altri Sud. È partito bene nelle sale, dopo il passaggio alla sezione Orizzonti alcuni giorni fa, La vita in comune di Edoardo Winspeare, girato in Salento. Disperata, il paese in cui è ambientato il film, è ricalcato su Depressa, il luogo in cui il regista vive. E che ci racconta, dopo il bellissimo In grazia di Dio, con toni di commedia che sembrano discendere dal neorealismo rosa del tempo che fu, da idillio agreste dolceamaro calato nel presente. Con la particolarità che il regista questi personaggi e queste storie le conosce bene, e la sua indulgenza è espressa, per così dire, con cognizione di causa.
Non ci sono cattivi, nel film, che è popolato da personaggi cui mai viene negato, quasi programmaticamente, affetto: il padre goffo rapinatore, il figlio goffo seduttore, la madre che cerca di tenere in piedi la baracca, il sindaco benintenzionato e un po’ inetto, e soprattutto lo zio simpatico delinquente, la figura più riuscita del film.
Piccole vite quotidiane viste con affetto anche in Happy Winter del giovane Giovanni Totaro, documentario presentato fuori concorso che è una serie di bozzetti intrecciati sull’affollata spiaggia palermitana di Mondello. C’è chi fa campagna elettorale per il comune, chi vorrebbe mollare tutto e andare via, chi è dedito al piccolo commercio balneare, tra sfilate, gare canore, e musiche che danno il senso della stagione, da Tropicana al leitmotiv di Scandalo al sole, fino al brano A mano a mano nella versione di Rino Gaetano.
E in definitiva, a parte Marra che non teme di prendere di petto argomenti di attualità anche bruciante (seppure affrontandoli da una prospettiva più morale che politica), questi autori che provano a raccontare i Sud sentono tutti, per vie diversissime, il bisogno di fuggire dalla cronaca e dal realismo, andando verso la rielaborazione e fantastica, o all’opposto verso l’osservazione minuta del quotidiano.