Il Messaggero, 6 settembre 2017
Miracolo napoletano: quella Gatta è un Leone
VENEZIA Alla Mostra che ospita il meglio della new wave napoletana, la piccola orfana con la pistola conquista tutti. In concorso a Orizzonti, applauditissimo, La Gatta Cenerentola, il cartoon di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, regala emozioni forti. E c’è perfino chi si chiede perché non fosse in lizza per il Leone d’oro.La seicentesca favola orale ripresa da Basile, portata in teatro da De Simone negli anni ’70 e ora rivisitata in chiave pulp con il doppiaggio di Alessandro Gassman, Mariapia Calzone e Massimiliano Gallo, racconta le contraddizioni di Napoli, i suoi umori, la sua musica, perfino i suoi stereotipi con originalità e autoironia: «La nostra città è una fonte continua di ispirazione», spiegano i registi, «è barbara e nobilissima, cenere e luce, antica e tecnologica».
Cenerentola vive su una nave trasformata in un bordello, vessata dalla matrigna e dalle sorellastre. Non aspetta il Principe Azzurro, ma vuole vendetta dopo la morte del padre ucciso dal boss, protetta soltanto da un ex poliziotto buono. Prodotto dalla passione di Luciano Stella e Maria Carolina Terzi con il contributo di Mauro Luchetti, La Gatta Cenerentola (in sala il 14 settembre con Videa) è stato realizzato dalla Mad, la factory napoletana che ha all’attivo un altro premiatissimo cartoon, L’arte della felicità. A basso budget (solo un milione e 200mila euro: niente, se si pensa che Il Piccolo Principe è costato 52 milioni) e con l’aiuto di un software che si scarica gratis su internet e viene alimentato dall’uso degli stessi animatori.
«Un piccolo miracolo italiano», così Stella definisce il film, originale anche nel processo di realizzazione. «Il mio personaggio, la matrigna, è stato disegnato sulla base della mia voce», spiega Calzone. Nelle sale, La Gatta Cenerentola verrà preceduto da un corto targato Mad: Simposio suino in re minore di Francesco Filippini.
Napoli superstar. La prorompente vitalità del nuovo cinema nato all’ombra del Vesuvio è testimoniata da tanti altri titoli della Mostra. E il comun denominatore è l’attore Massimiliano Gallo, talento esplosivo e versatile: a Venezia ha ben tre film. Oggi passa in concorso Ammore malavita, il musical partenopeo dei Manetti Bros interpretato da Serena Rossi, Giampaolo Morelli, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso e coreografato da Luca Tommassini: c’è molta attesa per la nuova scommessa napoletana dei due registi romani dopo Song ’e Napule.
EMOZIONI VIRTUALI
È ambientato invece a Ponticelli L’equilibrio di Vincenzo Marra (Giornate degli Autori), protagonista un prete di frontiera. Il cratere diretto da Silvia Luzi e Luca Bellino (Settimana della Critica) racconta di Rosario, gitano delle feste di piazza e di Sharon, la figlia adolescente cantante. In Nato a Casal di Principe (Cinema nel Giardino), Bruno Oliviero descrive la difficoltà di una famiglia perbene di vivere in un ambiente consegnato alla criminalità. Diego Olivares presenta alla Settimana della Critica, fuori concorso, Veleno, un dramma ambientato nella Terra dei Fuochi. E Il Signor Rotopeter di Antonietta De Lillo trasporta a Napoli un racconto di Kafka.
C’è Napoli perfino a Venezia VR, la nuova sezione dedicata alla realtà virtuale: We Own the Streets – Gomorra VR porta lo spettatore bardato con il casco a volare sopra le Vele di Scampia, in mezzo alle sparatorie, a tu per tu con i criminali protagonisti della serie Sky. Emozioni forti, da vivere come se si fosse sul posto.