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 2017  settembre 06 Mercoledì calendario

La confusione e i limiti di questo 4-2-4

Fino al gol di Immobile, peggio che a Madrid. Perché a Madrid c’era di fronte la magna Spagna, a Reggio Emilia una specie di Israele 2, mezza squadra cambiata dal ct Levy e il miglior giocatore, Zahavi, squalificato per aver buttato via la fascia da capitano nel finale della partita persa con la Macedonia. L’Italia invece butta via il primo tempo, condotto a ritmo troppo basso dopo un avvio illusorio (Belotti). Si tornano a vedere gli stessi limiti del 4-2-4 interpretato male, almeno questo si potrà dire senza essere tacciati di oscurantismo. Escludo che Ventura abbia detto a Immobile e Belotti di stare sempre così vicini e statici. O di attaccare sempre da un solo lato (ieri, da sinistra). E il centrocampo, in inferiorità numerica, soffre con Israele, che alla fine del primo tempo può vantare due occasioni da gol, due come le nostre. Anche Verratti e De Rossi tendono a giocare troppo vicini e fanno un filtro relativo. Esemplare il contropiede di Ben Chaim, che trova una prateria. Zappacosta, entrato bene al posto di Conti, è bravo a salvare, ma sarebbe meglio non cacciarsi in questi gineprai. E Ben Chaim ci riproverà nel finale, con un pallonetto parato da Buffon. Marcature molli. Poi: Verratti riesce a beccarsi un altro giallo (se li va a cercare, ovviamente), salterà la prossima partita e non è detto che sia un male. Un’alternativa bisognerà pure identificarla.
Il risultato fa comodo, l’Albania pareggia e ora è staccata di 6 punti, all’Italia ne basterà uno in due partite per avere la certezza degli spareggi. Il risultato non può entusiasmare, il gioco neppure. L’impegno c’è stato, e ci mancherebbe pure, ma una vera reazione d’orgoglio avrebbe portato in campo un altro tipo di spettacolo. Invece s’è vista un’ammucchiata di azzurri tra i 18 e i 25 metri dalla porta ben difesa da Harush. Troppa gente in poco spazio complica la vita agli attaccanti e la semplifica ai difensori. Le cose migliori l’Italia le ha fatte quando è riuscita ad allargarsi, a sinistra con il tandem Darmian- Insigne, a destra con Conti (poi Zappacosta: il più in palla) e Candreva, dal cui piede è partito l’assist per Immobile.
Si ribadisce che il risultato fa comodo, e si ringrazia. Ma certe cose è meglio dirle quando si vince. Dallo choc di Madrid, se choc fu, si guarisce riprendendo il filo del discorso, non balbettando come ieri. Il pubblico è stato comprensivo, giusto qualche fischio del tutto comprensibile. Questa Italia è opaca, a tratti irritante, forse un po’ confusa, non può essere solo questione di preparazione atletica.