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 2017  settembre 06 Mercoledì calendario

Le miss senza taglia. Trenta le ragazze in corsa per il titolo di reginetta d’Italia

Milano Via le taglie dalle Miss. Quest’anno non ci sarà più una reginetta curvy. La più bella d’Italia potrà misurare taglia 40 o 46, ma non ci saranno più «zone protette», recinti per chi ha qualche chilo in più. «L’anno scorso le avevamo portate sul palco presentandole come curvy, quest’anno avranno solo numero e nome: perché una donna è bella quando è in armonia con se stessa», spiega Francesco Facchinetti, per il secondo anno consecutivo alla conduzione di Miss Italia, il concorso di bellezza che compie 78 anni in diretta su La7 sabato sera dalle 20.40. Con lui, ieri alla presentazione della finale, non poteva mancare la patron Patrizia Mirigliani. Che aggiunge: «Queste ragazze hanno le idee molto chiare. Hanno messo la bellezza come una delle aspirazioni della loro vita, più degli altri anni sono concrete e sanno che se va bene hanno un’opportunità in più, altrimenti hanno altre alternativa di vita».
Sono trenta le finaliste del concorso che cambia ancora una volta nel solco della tradizione, raccoglie e rilancia messaggi che partono dalla bellezza, ma vanno ben più lontano. Il messaggio della diversità passa, per esempio, per il colore della pelle e per l’idea della bellezza come dote. Insiste Patrizia Mirigliani: «Le ragazze devono sapere di avere la libertà di gestire la bellezza come credono. Con rispetto, ma senza pregiudizi. Vogliamo insistere sul messaggio che la bellezza non ha colore e ha un valore in sé». Tra le 30 ci sono due ragazze di colore, Miss Etruria e Miss Friuli e Miss Alpitour Umbria, di origini ucraine. «La bellezza è un dono, una fortuna, non un merito. Poi servono carattere e personalità ed è lì che viene fuori la donna eccezionale. Siamo in un momento in cui se una persona è molto bella viene ghettizzata nel lavoro o nell’ambiente di studio». Una sciocchezza, la definisce Mirigliani, che ha voluto per la finale anche Jessica Notaro, Miss Romagna 2007, sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato, nei panni di cantante e testimonial «perché racconti la sua esperienza, di amore e bellezza che può far male».
Le finaliste sono determinate come le prime Miss, quelle degli anni 50, quando la rassegna aveva appena assunto il nome che porta ancora oggi. «Quegli anni hanno sfornato grandi miss, seppur non vincenti, come le intramontabili Gina Lollobrigida o Sophia Loren. Erano agguerritissime». Ed è sull’onda degli anni 50 che si aprirà anche la serata finale: «Non sarà una presentazione tradizionale. Faremo ballare e cantare le ragazze con un omaggio a La La Land».
Giovani donne preparate «non tanto impegnate nel sociale, ma consapevoli delle problematiche che vivono in questo momento» spiega Mirigliani, che tra tutte ha scelto una «inviata speciale», Rossella Fiorani (prima delle riserve), nata con due falangi della mano sinistra unite per una malformazione fetale e portatrice di protesi, per portare un messaggio di bellezza e disabilità. Ma di miss con una storia da raccontare ce ne sono tante: Sirya che vuole specializzarsi in diabetologia pediatrica; Sara che lavora, aiuta la mamma disoccupata e si mantiene da sola all’università; Emilia, vittima di bullismo da piccola. «I giovani hanno bisogno di un po’ di leggerezza e ironia – dice Mirigliani —. Le ragazze lo sanno, ne sentono la necessità nel mondo che vivono tutti i giorni».